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Recensioni di libri

Una vecchia storia. Nuova versione di Jonathan Littell

Einaudi, 2019 - Un libro che regala immagini forti e che non fa soltanto sfoggio di acrobazie letterarie, che rappresentano tuttavia l’aspetto più intrigante del volume.

Ioana Zegheru
Ioana Zegheru Pubblicato il 19-12-2019

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Una vecchia storia. Nuova versione

Una vecchia storia. Nuova versione

  • Autore: Jonathan Littell
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Einaudi
  • Anno di pubblicazione: 2019

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Scheda libro su ibs
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Una vecchia storia. Nuova versione (Einaudi, 2019 traduzione di Margherita Botto) è soprattutto un esercizio di stile, come le Variazioni Goldberg di Bach.
La stessa scena, ripetuta per sette volte, in combinazioni diverse. Stesse carte rimescolate in ogni nuovo capitolo per gli stessi giocatori che giocano lo stesso gioco, ogni volta con un risultato diverso.
È questo l’esercizio di Jonathan Littell, brillante scrittore che ha già dimostrato la sua bravura con il romanzo “Le benevole”, romanzo crudo che ha diviso l’opinione critica. La crudezza contraddistingue anche questa sua ultima uscita, non usa immagini o prosa confortante, tutt’altro.

Una vecchia storia. Nuova versione è un libro che parla di guerra, di soprusi, di noia coniugale e per contro di estremo godimento illecito. I personaggi, ovvero i giocatori del nostro gioco che potrebbe essere chiamato semplicemente “vita” sono persone che non hanno un nome, sembrano spuntati fuori dal romanzo Cecità di Saramago, sono contraddistinti da una caratteristica personale: la donna bionda con lo chignon, l’uomo biondo, il bambino biondo, la donna dai cappelli corti, etc. Sono delle pedine insensibili che l’autore sposta a proprio piacimento, non hanno sentimenti, non giudicano, non provano dolore né disperazione né piacere, ma si limitano a descrivere ciò che vedono, mai ciò che sentono. Eppure le descrizioni sono fortissime, estreme, non c’è spazio per la normalità nelle pagine di questo libro.

Immagini grottesche, a volte anche macabre si sovrappongono a quelle violente e oscene, in un labirinto tempestato da punti di riferimento che aiutano il lettore a non perdersi, ma ad andare avanti. Infatti tutti i personaggi che fanno da io narrante si ritrovano tutti a correre lungo un corridoio buio pieno di porte che danno su scenari nuovi, un labirinto quindi nel quale si cerca la porta che conduce alla salvezza. Nelle ultime righe del romanzo, finalmente traspare uno sprazzo di umanità e di sentimento, seppur disilluso, la ricerca della via d’uscita da questo labirinto che è la solitudine della vita:

mi sentivo invaso da un vasto senso di futilità, forse, pensavo, se avessi scorto qualcun altro, una figura umana, avrei potuto raggiungerla, avremmo camminato insieme e questo avrebbe forse alleviato un po’ i nostri passi, perché anche se non ci fossimo parlati, se non avessimo scambiato nemmeno una parola, avremmo sentito il nostro rispettivo respiro e il suono delle nostre falcate, una presenza, quindi, sarebbe stata lì accanto a me e io accanto a lei, avrebbe avuto un che di vagamente confortante, ma non c’era nulla, nemmeno un’ombra (...)

Una vecchia storia. Nuova versione è un libro, dunque, che regala anche sostanza e forti immagini e che non fa soltanto sfoggio di acrobazie letterarie, che rappresentano tuttavia l’aspetto più intrigante.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una vecchia storia. Nuova versione

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