Una storia sbagliata
- Autore: Erminia Dell’Oro
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2024
Una storia sbagliata è un romanzo di Erminia Dell’Oro pubblicato da Baldini + Castoldi il 9 febbraio 2024. Ispirato a un fatto realmente accaduto, si confronta con la diversità in termini di disagio mentale.
Colpiti e affondati il mito della rieducazione carceraria e l’ipocrisia sociale che lo fiancheggia. L’autrice smaschera l’indifferenza dei più non solo verso chi si sente in un pianeta sbagliato tanto da non riuscire a comunicare, ma verso chi subisce lo stigma di “malacarne, di pianta venuta male” a partire dalla famiglia, luogo di accudimento, ascolto e protezione.
Protagonista a parte, nel romanzo ci sono altre “storie sbagliate”, storie che non sarebbero mai dovute accadere in una società civile, come chiosa Fabrizio De André a proposito dell’omonima canzone cui Erminia Dell’Oro fa esplicito riferimento.
Infatti anche Iole, Teresa e Corrado sono a diverso titolo inghiottiti da “storie sbagliate” di violenza, sopraffazione, disamore, solitudine, incapacità genitoriale a riconoscere i bisogni di un figlio in difficoltà.
Corrado è il padre di Luca, il giovane protagonista poco più che ventenne. Teresa e Iole sono rispettivamente la mamma e la matrigna. Tre “vinti dalla vita” che pagano un prezzo altissimo alla ricerca del loro scampolo di felicità o di sicurezza economica. Quanto a Luca il suo iter è diverso, ma altrettanto doloroso.
Molteplici testi disseminati qua e là (Camus, Salgari, Dickens, Kafka, Ionesco, Pontiggia, Conrad, Stanislavskij) tratteggiano pezzo dopo pezzo il profilo del ragazzo, in una stretta corrispondenza tra ciò che legge e la sua personalità.
Estraneo alla vita e a sé stesso, è un lettore onnivoro; fin da piccolo si è rifugiato nei mondi possibili dell’immaginazione a schermare un’infanzia negata. Crescendo questo bambino solitario, rifiutato dal padre con cui vive, fragile ma di vivace intelligenza diventa un’adolescente ribelle e problematico in lotta contro il suo buio. Inizia a condurre un’esistenza sempre più sgrammaticata, perché energie, speranze, desideri si accendono e spengono con l’imprevedibilità di chi ha il disordine dentro e il male lo ha già conosciuto. Eppure a Luca talenti e passioni non mancano. Disegna, ama la letteratura, scrive poesie che indirizzandolo allo scavo interiore lo aiutano a stare meglio, conosce i segreti degli scacchi. Saltuariamente coltiva il teatro dove il processo interpretativo gli fa vivere vite che non sono la sua.
L’incontro casuale con Laura sembra la promessa di un nuovo inizio, a cesura tra “un prima e un dopo” nella sua vita raminga. È una brillante traduttrice disposta ad ascoltarlo senza fare domande sul suo passato e su un presente per lui ancora incerto.
Si rivelò presto un’amica generosa, mi offriva la sua casa quando lei era fuori, una casa luminosa, circondata da alberi, mi sentivo al sicuro, una casa di raccoglie, ti protegge, una casa ti difende dal mondo che è fuori.
La scelta del verbo “raccogliere” (non ci saremmo aspettati “accogliere?”) convalida la percezione maturata da sempre di essere uno scarto, un rifiuto.
La vicenda apre il sipario nell’anonimato di un piazzale antistante un centro commerciale dove Luca e Laura si sono dati appuntamento.
Sono entrambi tesi, il viso è stanco. Il giovane vede avvicinarsi in soggettiva la figura femminile che conosce bene - abito lungo, una treccia a raccogliere i capelli - schiacciato tra timore e desiderio. Appena il tempo di un saluto a denti stretti e la situazione prende una piega drammatica. Uno stacco netto sposta lo scenario nel carcere milanese di San Vittore dove Luca si trova in stato di arresto.
Cos’è accaduto? Di cosa è responsabile?
Nello tsunami emotivo di paura, angoscia, solitudine, illusioni perdute che in cella lo prendono a pugni (come hanno fatto alcuni poliziotti), affiora il libro nero della sua storia che è anche quella di tutti noi, anzi che dovrebbe essere nostra.
La giornata di un detenuto in attesa di processo come lui è sospesa nel “cimitero dei vivi”, un limbo di disperazione e frustrazione perché il cambio nel rapporto pieno/vuoto fa del carcere il luogo della sottrazione e dell’inattività. Scarseggiano cibo e medicine.
Negati buio, la luce del giorno, la carezza di un ascolto affrancato dal conforto religioso. In uno spazio sovraffollato tra topi e scarafaggi ci si muove a fatica. E mentre altri ricorrono alla protesta, all’apatia o al sollievo autolesionistico, Luca trova una compensazione nella dimensione onirica e in una forma di solidarietà pratica con altri detenuti. Nei sogni vede i colori, sente profumi e suoni, nel cielo finalmente si perde, finché gli incubi non hanno il sopravvento.
Noi in attesa di giudizio, presunti innocenti o colpevoli, siamo condannati all’indifferenza e alla crudeltà della burocrazia. Siamo sospesi in un tempo fermo, circondati da fantasmi in una cella dove nel buio respira il mostro delle nostre angosce.
“Luca mi senti? Dove vivi?”
“Dove muoio”, rispondo.
Ad aspettarlo durante la razione d’aria soltanto due piccioni.
La vicenda, ambientata soprattutto a Milano nello spazio claustrofobico e di una struttura detentiva e di una mente ferita, ci mostra anche una certa provincia lombarda che del locus amoenus non ha nemmeno il paesaggio, perché un lago diventa una tomba. È la provincia benestante e bigotta, assuefatta a privatizzare inganni, tradimenti, segreti e a condividere gli utili di una facciata rispettabile. Qui Luca è nato, da qui è fuggito alla prima occasione.
Una storia sbagliata di Erminia Dell’Oro è un intenso romanzo di denuncia sul fallimento istituzionale a fronte della diversità e del sistema carcerario nel suo complesso.
Una storia sbagliata
Amazon.it: 9,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Un libro perfetto per...
Agli amanti dei romanzi di denuncia sociale di ambientazione contemporanea.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una storia sbagliata
Lascia il tuo commento