Una donna indipendente
- Autore: Elizabeth von Arnim
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2014
Jena 6 novembre.
“Caro Roger, ti scrivo soltanto per dirti che ti amo, nel caso te ne fossi già dimenticato al momento del tuo arrivo a Londra”.
La venticinquenne Rose-Marie Schmidt aveva appena salutato il suo innamorato, ritornato in patria dopo aver soggiornato in Germania per imparare il tedesco. Roger Anstruther aveva avuto come insegnante il padre di Rose-Marie, il Professore.
”Ma ti sono piaciuta, voglio dire, mi hai amata fin da subito? La mia anima è ancora refrattaria alla dolcezza di queste parole inusuali”.
La giovane non aveva mai immaginato di destare l’interesse del ragazzo inglese, lei che si considerava
“solo una giovane donna un poco scialba che aiutava la propria matrigna nelle attività di rammendo e di cucina”.
Poi all’improvviso, proprio prima della partenza di Roger per l’Inghilterra, “nel luogo dove ci siamo detti addio” la dichiarazione d’amore inaspettata che aveva trasformato il giovane “in un essere meraviglioso, fantastico, grandioso: nel Caro Roger, per l’appunto”. Nonostante Roger “avesse severamente ordinato” a Rose-Marie di non dire ancora ad anima viva del loro fidanzamento, a lei in questa sera radiosa, l’aspetto della cittadina tedesca nella quale era nata e cresciuta era sembrato “colmo di promesse e sfavillante di luci”, che altro non erano che le lampade accese nelle case della gente lungo la strada, simili a straordinarie stelle di speranza venute a porgerle un caloroso benvenuto.
“Oggi l’amore è passato per questa casa, questa casa che tutti credono essere lo stesso luogo insignificante che è stato sino a ieri”.
Presto le lettere di quel “giovane dall’intelligenza non comune”, il primo a scoprire che il cuore di Rose-Marie non era poi così refrattario all’amore, si erano diradate. “Nessuna tua lettera oggi”. Troppe le differenze sociali, di mentalità e di temperamento. Roger lontano, costretto a meditare e a pianificare il proprio futuro, era destinato a fare carriera presso il Ministero degli Esteri britannico e a sposare un’ereditiera. “Miss Cheriton è estremamente ricca e piena di buone qualità”. Nel suo futuro la presenza di Rose-Marie non era contemplata.
“Se potessi venire da te recando uno scrigno colmo di monete in ciascuna mano, tuo padre si mostrerebbe indulgente e ci concederebbe la sua benedizione”.
Una nebbia gelida aveva avviluppato l’anima di Rose-Marie “chiudendo fuori ogni gioia o dolcezza”, quando aveva compreso che il suo sogno d’amore era finito.
“... nessuno crederebbe un uomo capace di arrivare a una simile... vogliamo chiamarla scortesia? Nei confronti di una ragazza nell’arco di un unico mese; io e te, però sappiamo che è vero”.
Gli anni futuri che la sorte aveva in serbo per Fraulein Schmidt sarebbero stati privi “di ciò che la gente chiama prospettive, una parola che credo stia per mariti...”.
“Mi dispiace di averti scritto tutte quelle lettere folli. Le brucerai? Io non le voglio indietro. Però accludo le tue, poiché tu forse preferirai bruciarle di persona. Per lo meno il nostro rapporto è stato breve e non si è trascinato a lungo, sempre più denutrito fino a morire di stenti”.
Nel 1914 Elizabeth von Arnim, nata in Australia da una famiglia appartenente alla borghesia coloniale di Sidney, il cui vero nome era Mary Annette Beauchamp (1866 – 1941), in questo libro dipinge il ritratto in ogni sua sfumatura di una giovane “dalla vita interiore molto ricca”. Rose-Marie è Una donna indipendente come recita il titolo di questo coinvolgente romanzo (Fraulein Schmidt and Mister Anstruther, tradotto da Simona Garavelli). Un testo scritto cento anni fa che non risente minimamente della patina del tempo, perché i pensieri di Rose-Marie sono eterni, universali.
“Non avete alcun diritto di essere addolorato, crucciato, ansioso o quant’altro per faccende private di persone che non hanno alcun legame con voi”.
Il lettore non ha modo di leggere le missive di Roger, ma le intuisce dalle lettere della sua ex innamorata, è questo il segreto dell’originalità di questo romanzo nel quale le pagine più belle sono quelle nelle quali la donna con ironia e intelligenza si prende gioco dell’uomo che ancora ama, nonostante tutto e nonostante Roger non si renda conto di tutto ciò.
“Sostenete che alcuni miei commenti sono espressi in tono amaro. Io però non mi sento affatto amareggiata. Forse un po’ bisbetica, simile non tanto a una sorella maggiore, blandamente ammonitrice, quanto piuttosto a una zia irritata”.
Un uomo il cui unico problema è “l’eccesso di benessere” e una donna orgogliosa, saggia, coraggiosa, si fronteggiano, “io non sono niente per voi e non presterò orecchio a questi sfoghi”, e la vittoria è tutta per Rose-Marie, per la sua penna caustica, saggia, invincibile.
“Ti faccio dono di tutto: dell’amore e dei pensieri felici, dei sogni e dei progetti piacevoli, dei baci e di tutta la dolcezza. Prendi tutto. Da te non voglio nulla in cambio. Pensa a tutto questo come a un piacevole interludio... Ma credi forse che solo per il fatto di donarti tutto questo io ti doni anche la mia anima? Che sprechi la mia esistenza a compiangermi? Tu non vali tutto questo. Difficile che tu possa valer tanto. Sei uno smidollato. La mia vita sarà meravigliosa anche senza di te. Non mi sento defraudata della benché minima occasione di felicità. E ora addio. Ti prego di bruciare anche quest’ultima lettera. Rose-Marie Schmidt”.
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