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Recensioni di libri

Un canto glamour in punta di coltello di Andrea Biscaro

Meridiano Zero, 2018 – Tutto è vero, tutto è orribile e tutto è ingannevole nel nuovo cruento noir del brillante scrittore e cantautore ferrarese trapiantato all’Isola del Giglio. Bassa macelleria? No, alta narrativa.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 04-07-2018

9

Un canto glamour in punta di coltello

Un canto glamour in punta di coltello

  • Autore: Andrea Biscaro
  • Genere: Romanzi erotici
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2018

Si può rivedere “Psycho”, “Shining”, qualcosa di “Hostel” ed altre pellicole forti, nelle pagine del nuovo noir di Andrea Biscaro “Un canto glamour in punta di coltello”, novità di primavera per i tipi Meridiano Zero, della bolognese Odoya (232 pagine, 16 euro).
Potremmo giocare a riconoscervi non pochi cult del cinema internazionale, tranne “Un borghese piccolo piccolo”, perché Zeno, l’esecrabile protagonista di questa snuff novel, è tutt’altro che un cittadino comune. È un uomo ricchissimo, un conduttore televisivo con grande seguito di pubblico e soprattutto una canaglia nascosta dietro una costosa patina di fascino (da qui il glamour del titolo).

Un bastardo egocentrico egoista, niente ispira simpatia in lui, non il suo look, non i suoi atteggiamenti. Non si può apprezzare il fare, il pensare e l’essere di questo sociopatico, che guarda senza rimorso la “sciacquetta” distesa sul pavimento, trucidata spietatamente, coperta di sangue, ai suoi occhi soprattutto d’ “onore”, per essersi battuta con coraggio, nello sforzo disperato di salvare la pelle.
Abbiamo detto snuff novel, ma non è agevole classificare questo romanzo dello scrittore ferrarese, che nell’incanto dell’Isola del Giglio, dove vive da quindici anni, trova ispirazione per storie piene di orrore, di cattivi pensieri, di materia cerebrale sparsa su pavimenti, arredi, pareti. Di certo, non lascia indifferenti.
Andrea continua a crescere come narratore: sarà l’aria marina, sarà la “stoffa” buona. Ora ha fatto un ulteriore passo avanti, aggredendo i lettori dall’inizio alla fine, con una sequenza di violenze e crudeltà ancora più insistenti rispetto alla “macelleria” dei titoli precedenti. Thriller macabri come “Il cuoco dell’Inferno”, per citare il precedente, pubblicato nel 2016 sempre da Meridiano Zero.

Zeno è l’anchorman di “Primavera italiana”, talk show d’intrattenimento nazionalpopolare che “spacca” in prima serata. È un quarantenne laccato, che dimostra meno della sua età. Fisico ben tenuto sebbene non fanaticamente palestrato. Occhi celesti, zigomi alti e naso affilato da predatore, come ama definirsi.
Donne? Quante ne vuole. Ninfette e “troiette” del piccolo schermo, qualche attrice in ascesa e, strada facendo, anche un’eroticissima commessa di negozio Grandi Firme, un po’ sensitiva.
Sesso, hashish, Lexotan ed esercizi reiki per rilassarsi: in una società ricca e lercia Zeno è uno dei soggetti peggiori, pieno di sé e di sostanze, oltre che di rabbia distruttiva, rivolta contro le partner con cui si accompagna, sia pure per una notte. E dire che non ricorda il volto di quelle che si porta a casa, ma non necessariamente a letto, basta un tavolo, il pavimento… Erotismo a mille in questo romanzo. Sesso spinto, estremo.

Zeno prova gusto a immaginare di sgozzare, squartare, anche divorare, manco fosse un vampiro o un Jack di Whitechapel. E dire che vive una vita più che agiata, baciato dal successo, pieno di vizi e denaro: gusta cioccolato da 5200 euro al chilo, il più caro al mondo e forse il migliore, sfoggia un impianto stereo da 250mila, uno smartphone da 13.500 euro, il cellulare di riserva ne costa 6mila.
Non avrebbe motivo di agire in modo tanto allucinato, ma i livelli di testosterone, tonificati da erba e “neve”, lo spingono a comportamenti sopra le righe, disinibiti dalla mancanza totale di autocontrollo. Si capisce che soffre di disturbi irrisolti della personalità, legati alla figura paterna. Il padre manesco lo molestava sessualmente, davanti alla madre indifferente, che ora è poco più di un’elegante alcolizzata. Il figlio la mantiene, con disprezzo.
Può bastare la psicopatologia a giustificare Zeno? Esiste una terapia capace di contenere l’autostima sociopatica del presentatore che si cala i pantaloni davanti al capo del governo e mostra il culo ai telespettatori? L’audience schizza ai massimi. Festeggia l’exploit offrendo ai collaboratori champagne da 3mila euro a bottiglia e trova il tempo di cacciare dentro il water la testa dell’extracomunitario che ha insistito per rifilargli una rosa, scatenando la sua violenza irrefrenabile.

Biscaro si sofferma sui deliri onirici dell’uomo che sogna ragazze nude divorate con gusto da grandi fiori rossi. Concupisce la cantante di un trio, canta e suona nuda l’ultracostoso pianoforte di casa. Piccoletta, mora, begli occhi. Sono quelli che conserva di lei, cavati dalle orbite, dopo averla sgozzata con una delle costosissime lame che colleziona.
Andrea scatena la belva ch’è in Zeno. Aggressioni a morsi, carotidi tranciate coi denti. È un lungo e dettagliato piano sequenza l’assalto nella doccia a Chiara Porcilli, inseguita nel salone e finita con brutalità. Un omicidio aggravato dal sadismo e più che continuato: interminabile.
Di Chiaretta gli interessa il volto, staccato con cura dal cranio e montato su tela di pregio. E qui Biscaro smaschera la realtà virtuale dei social: sull’immagine dei lineamenti sindonizzati dell’attrice postata da Zeno, si scatena un chiacchiericcio deficiente, nessuno capisce che quella ragazza è morta.
C’è però qualcuno che ha visto e lo minaccia.
Cos’è? Un giallo? Badate che il carismatico Zeno, lo stravagante, il dandy, l’esteta, il collezionista, è un impostore. Detto da lui, in diretta. Un impostore…

Un canto glamour in punta di coltello

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un canto glamour in punta di coltello

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