Tre metri sopra il cielo
- Autore: Federico Moccia
- Categoria: Narrativa Italiana
Si sa: gli scrittori sono una razza particolare. Il giovane scrittore Catalin Florin Maggi ce lo dimostra scegliendo di raccontarci un libro... che non ha letto. Scopriamo come e perchè...
Ieri mattina, in biblioteca, ho preso in prestito “Tre metri sopra il cielo” di Federico Moccia.
La copia che sono riuscito ad accaparrarmi, con un colpo di fortuna (di solito il libro era sempre
prenotato o in consultazione) era sbrindellata, le pagine rovinate dall’uso, segno che molte persone
avevano letto quel romanzo con grande partecipazione, rispecchiandosi nei personaggi e nelle
vicende raccontate da Moccia. Tornato a casa ho appoggiato il volume sul tavolo della cucina.
Poi ho preso il mio PC portatile e l’ho aperto. Sono rimasto a lungo immobile, con lo sguardo
piantato sul romanzo di fronte a me, come un commissario di polizia che si appresta a interrogare
un testimone reticente. Fissavo le pagine del libro cercando di carpine il mistero, l’indecifrabile
ingrediente che l’aveva portato a diventare un bestseller internazionale tradotto anche in Mozambico
e in Papuasia. Ogni tanto il mio gatto, incuriosito, veniva a farmi visita. Saliva sul tavolo e si
piazzava davanti al libro, cominciando ad annusarlo. Con una zampetta provava a toccarne le
pagine per qualche secondo, quasi fosse anche lui un potenziale lettore di Moccia. Poi, scuotendo la
testa, si allontanava verso il piatto delle crocchette...
Scritto originariamente nel 1992, “Tre metri sopra il cielo” aveva faticato molto a trovare un
editore, tanto che l’autore era stato costretto a pubblicarlo a proprie spese presso il piccolo editore
Il ventaglio. Nonostante ciò l’opera era stata apprezzata dai giovani italiani, notoriamente molto
dediti alla lettura, che nel corso degli anni avevano continuato a discuterne e a fotocopiarlo (fonte:
wikipedia) fino a che non si era arrivati a una seconda ristampa nel 2004, per i tipi della Feltrinelli.
Il successo a quel punto era stato immediato e fulminante. Milioni di copie vendute, non solo in
Italia, e traduzioni persino in Giappone e Brasile...
Negli ultimi due anni, nel corso dei miei numerosi viaggi all’estero mi sono imbattuto in librerie
locali che puntualmente ho visitato per verificare quali fossero i titoli più venduti e se ci fossero
anche scrittori italiani, esposti negli scaffali. Mi immaginavo sempre di intravedere i libri di
Pasolini, Calvino, Moravia, Pirandello, Gadda o di altri importanti autori studiati al liceo.
E invece l’unico rappresentante della vita culturale italiana tradotto all’estero era
sempre, immancabilmente, Federico Moccia con il suo “Tre metri sopra il cielo”.
“Trois mètres au dessus du ciel” a Parigi (edizioni Gallimard) oppure “Tres metres sobre el cielo” a
Barcellona (edizioni Debolsillo): la sostanza, comunque, non cambiava...
Una volta, in una libreria di York, ho intravisto anche Gomorra, di Roberto Saviano. Un altro libro
che descriveva egregiamente l’Italia dei giorni nostri.
Per il resto, zero assoluto...
Per questa ragione, quando pochi giorni fa mi è stato richiesto di recensire un autore italiano mio
contemporaneo mi è tornato in mente il nome di Federico Moccia.
Dato che non avevo mai letto
una riga di questo importantissimo scrittore, pur avendo ascoltato moltissimi dei suoi dialoghi in
Tv da adolescente (a quell’epoca Moccia era infatti autore di trasmissioni televisive come “I ragazzi
della terza C” e “Domenica In”) ieri mattina mi sono recato nella biblioteca comunale della mia
città per prendere un suo libro in prestito.
Come raccontavo poco fa, ho appoggiato il libro chiuso sul tavolo di fronte a me, ho acceso il mio
Pc portatile e in venti minuti circa ho scritto questa “recensione”.
Poi, nel pomeriggio, ho riportato il romanzo in biblioteca, senza leggerne neppure un paragrafo.
Tre metri sopra il cielo. Ediz. originale
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tre metri sopra il cielo
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