Teatro naturale
- Autore: Giampiero Neri
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2024
Chi scrive aveva commentato in precedenza un’altra silloge di Giampiero Neri e ora siamo di nuovo qui per un secondo “incontro”. Sì, perché le poesie di Neri sono appuntamenti dati e rispettati e mai fuori posto o in ritardo.
Sono uscite dal cilindro di Neri altre poesie, corte, lunghe, poemetti prosastici dal titolo Teatro naturale (Edizioni Ares, 2024, prefazione di Maurizio Cucchi). E poi ora non c’è più nemmeno il poeta, che è andato via come aveva vissuto. In disparte.
Sono parole di calma temperata, adatte a temperamenti nervosi, di chi non trova pace, le poesie di Neri, sembra di essere arrivati a un traguardo: la “semplicità profonda”, come dice bene Maurizio Cucchi nella prefazione.
Nei suoi sottili, sobri movimenti tra testi in prosa e testi in versi, in Neri ha sempre agito l’esigenza morale di tenersi estraneo a ogni forma di ricerca artificiosa, mosso dalla forte convinzione che la semplicità non fosse un punto di partenza ma un punto di arrivo.
Sarà stata la morte sopraggiunta nel 2023, a rendere tutta la sua costruzione poetica fruibile a chiunque, a più lettori possibili. Ha avuto un vita lunghissima Giampiero Neri, già ragazzo di ventidue anni alla fine del Secondo conflitto mondiale, nel 1945, ma sempre appartato, a volte messo in condizione di “esilio” perché la poesia doveva diventare un rebus inestricabile, fonte di benessere solo per alcuni.
La “semplicità profonda” andava tenuta lontana, più il poetare diventava un gioco di stile, tanto più Neri si allontanava, contrario a ogni forma di avanguardia.
Più che dai poemetti contenuti nella silloge de L’aspetto occidentale del vestito, chi scrive è attirato prepotentemente dalla silloge Liceo, tra le ultime scritte da Neri, dove la comprensione del testo si avvicina alla consapevolezza che la Terra stia progressivamente diventando una distesa di pietre aride:
La siccità inaridiva la foce del Lambro. Si camminava sulla terra screpolata nel letto del fiume / tra i sassi. /
In una pozza d’acqua era rimasta una famiglia di / pesci, ancora vivi.
Anche se la desertificazione terrestre non la risolvi con una poesia, magari fosse, i poeti e gli scrittori, almeno alcuni, non possono continuare a scrivere nello strazio di una Terra morente se non hanno alle spalle anche politiche di governo e poi la Letteratura tutta appare inefficace per l’enormità della questione; ma bisogna sempre provarci, tenendo conto che il problema arrivò ai cittadini europei grazie alle parole di una ragazzina svedese, Greta Thunberg, ora ventunenne.
Quindi Neri si rivolge a cose piccole:
Dei vari oggetti / della casa, mobili fatti fare / la stufa blu di ceramica / si è salvato qualche libro / una edizione dei Promessi sposi / una "Lettura" del ’40.
La poesia di Neri si legge bene anche per gli “oggetti usati” che sono la memoria di un paese che sta facendo a meno di comunicare con cose materiali, nella immaterialità degli oggetti di cilicio, i nostri computer, che spariranno così grandi, saranno in un orologio per poi scomparire completamente.
Sarà il tono della nostra voce che ci mostrerà quello che cerchiamo e le relazioni con altri esseri umani con Internet si intratterranno tramite la voce o la trascrizione su una piccola lavagna digitale. Che poi la verità di fatto non la sappiamo, per ora siamo consapevoli della miniaturizzazione del comparto Internet. Il resto sono solo fantasie sul futuro, quello che mancava a Giampiero Neri.
Il futuro. Avendo vissuto tutto il Novecento e questo millennio per arrivare a novantatré anni lucido e con una discreta salute.
Ho trascurato di parlare dei poemetti, perché, a mio avviso, le poesie di Neri hanno un’immediatezza da haiku orientale.
Ma troviamo una certa ariosità, nelle descrizioni di paesi o monasteri e chiese e tutta la bellezza dei paesi, dei monasteri della Lombardia, ad esempio, una regione schiacciata dal futuro che avanza velocemente nel capoluogo, Milano che appare, già ora, una città del futuro.
Neri scrive:
Antiche certose si trovano nella compagna lombarda. Chiese romaniche di mattoni rossi e di - pietra. Torri di osservazione e difesa, dimora in - seguito di qualche civetta, qualche gufo, specie - filosofica. - Una rete di canali e fossi attraversa i dintorni - dell’abbazia di Morimondo, i prati di Chiaravalle
E poi continua. Il descrittivismo di Neri ci dà delle impressioni su queste bellezze lombarde che sono in pericolo, come accade in altre regioni.
Versi da leggere e rileggere, sperando che questo poeta della Lombardia non venga dimenticato, perché sarebbe un grande peccato.
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