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Storia della letteratura

Haiku: cosa sono, regole e selezione dei più belli

Cosa sono gli haiku, come si scrivono e quali sono i più bei haiku mai pubblicati? Vediamo oggi la definizione di haiku, le regole per comporlo e una selezione dei più belli.

Ilaria Roncone
Ilaria Roncone Pubblicato il 12-07-2019
Haiku: cosa sono, regole e selezione dei più belli

Cosa sono gli kaiku? Cominciamo dando una definizione di questa parola giapponese e di ciò che rappresenta. Gli haiku costituiscono una delle più semplici e sincere forma di poesia giapponese. Si tratta di componimenti che nascono in Giappone nel XVII secolo. La loro struttura è molto semplice: essi si compongono di tre versi composti, in totale, da 17 more secondo lo schema 5-7-5. Cos’è una mora? Per mora nella metrica classica si intende l’unità di misura della durata delle sillabe ed è differente da una sillaba, anche se spesso vengono messe sullo stesso piano. Una sillaba, in realtà, può contenere anche due more.
Per quanto riguarda la forma, gli haiku sono poesie che in realtà non sembrano tali e aforismi che non sono aforismi; si tratta di una manciata di parole in cui ciò che è fondamentale non è quello che viene detto ma il non detto. Gli haiku sono componimenti dell’anima che raccontano molte cose, ad esempio l’emozione legata alle stagioni oppure la precaria esistenza umana.
Agli haiku si sono ispirati e hanno fatto riferimento molti autori del Novecento quando sono arrivate le prime traduzioni. Sono stati amanti di questo genere di poesia molti scrittori famosi quali Rainer Maria Rilke, Paul Eluard, Ungaretti e Quasimodo (da notare che in Italia coloro che si sono maggiormente interessati sono stati i poeti ermetisti).
Vediamo ora le regole per comporre un haiku e una serie di haiku tradotti in italiano tra i più belli.

Scrivere un haiku: le regole

Come si scrive un haiku? Vediamo una serie di regole utili per capire la forma di un haiku e come si può comporre. Gli haiku possono sembrare davvero difficili da scrivere, ma la verità è che chiunque può avvicinarsi a questa forma di poesia carpendo poche, semplici e fondamentali regole. Vediamole di seguito:

  • non c’è necessità del titolo;
  • metrica: 3 versi, 17 sillabe suddivise secondo la struttura 5-7-5 (anche se c’è da dire che non tutti i poeti moderni rispettano alla lettera questa metrica classica e tradizionale). Il discorso delle sillabe, comunque, è una trasposizione in italiano poiché in giapponese non sono le sillabe che si contano ma gli onji, ovvero i segni grafici dell’alfabeto giapponese. Un haiku scritto in giapponese è formato da 17 onji. In italiano una poesia di 17 sillabe può risultare più lunga di un componimento in giapponese. Nota bene: in italiano è bene ricordare che quando una parola termina con una vocale e quella successiva inizia con vocale le loro sillabe si uniscono in una sola e ciò si indica con il nome “sinalefe”.
  • un kigo, ovvero un riferimento a una delle quattro stagioni dell’anno; si può inserire questo accenno in maniera diretta (la parola autunno) o intuibile da colui che legge (citando per esempio le cicale). Il collegamento può anche essere estremamente sottile o difficile da cogliere, come un riferimento a un evento atmosferico tipico di una determinata stagione solo in una parte del mondo (non è quindi scontato che coloro che non ci abitano lo colgano).
  • ci sono due stili differenti per i quali si può optare scrivendo un haiku: si può scegliere di anticipare il tema della poesia nel primo verso per poi svilupparlo in quelli successivi o, in alternativa, si può scegliere di presentare due temi in contrasto o in armonia tra di loro.

Haiku: selezione dei più belli

Vediamo ora una selezione di quelli che sono gli haiku più pregni di significato e di non detti.

  • La campana del tempio tace,
    ma il suono continua
    ad uscire dai fiori.
    (Matsuo Basho)
  • Mondo di sofferenza:
    eppure i ciliegi
    sono in fiore.
    (Kobayashi Issa)
  • Le nubi di tanto in tanto
    ci danno riposo
    mentre guardiamo la luna.
    (Matsuo Basho)
  • Il tetto si è bruciato:
    ora
    posso vedere la luna.
    (Mizuta Masahide)
  • Ciliegi in fiore sul far della sera
    anche quest’oggi
    è diventato ieri.
    (Kobayashi Issa)
  • Fredda più della neve
    è sui capelli bianchi
    in inverno la luna.
    (Naito Joso)
  • C’è una meta
    per il vento dell’inverno:
    il rumore del mare.
    (Ikenishi Gonsui)
  • Acquazzone:
    guarda fuori sola
    una donna.
    (Takarai Kikaku)
  • Tristezza:
    per il bambino ammalato
    una gabbia di lucciole.
    (Yoshikawa Ryota)

    leggi anche

    Gli haiku di Matsuo Bashō e Yosa Buson

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Haiku: cosa sono, regole e selezione dei più belli

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Commenti: 4

  • Federica
    12 luglio 2019, 17:55

    Che meraviglia!
    Complimenti per l’articolo preciso, completo e davvero molto interessante!
    Grazie

  • Mariagrazia
    26 marzo 2020, 11:07

    È stato molto interessante

  • Mariagrazia
    26 marzo 2020, 11:07

    È stato molto interessante

  • Maria
    20 agosto 2022, 22:27

    Nuove nozioni
    Ho appreso quest’oggi
    Per grazia vostra

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