Studio Italia. Un collezionista negli atelier della pittura italiana contemporanea
- Autore: Piersandro Pallavicini
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Leggere di quanto sia ancora sorprendente meravigliarsi guardando un’opera d’arte, cercare di capire cosa ci sia dietro i colori, fa bene all’anima e al cuore.
È la bellezza immortale dell’arte, che emoziona e ci spinge a guardare dentro noi stessi. Piersandro Pallavicini è docente all’Università di Pavia, dove svolge ricerche nel campo della Nanochimica inorganica.
Ha pubblicato diversi libri condividendo la scrittura con la passione per l’arte, collabora con TuttoLibri e negli ultimi anni con Il Giornale, con articoli dedicati al mondo dell’arte contemporanea.
Scienziato e scrittore, progressista e razionalista, ha raccolto le interviste pubblicate su Il Giornale nelle pregevoli pagine culturali per pubblicarle nella raccolta Studio Italia. È un collezionista da tempo, da quando studente di Chimica, “secchione perfetto, nel pozzo della sua solitudine” dove leggeva fumetti e romanzi di fantascienza, arrivò Manola, una splendida ragazza iscritta all’Accademia di Brera che gli cambiò decisamente la vita. Per dimostrarle che non fosse arido e noioso, iniziò a scrivere racconti e a leggere d’arte.
Colleziona insieme a lei opere arte contemporanea, dai primi acquisti appena sposati a oggi, alla ricerca di nuove talenti capaci di illuminare il loro animo.
Studio Italia. Un collezionista negli atelier della pittura italiana contemporanea (Helvetia Editrice, 2023) è un piccolo libro che sembrerebbe più un diario di percorsi nel quale il nostro autore ha preso nota dei suoi ricordi, dell’incontro con l’artista e del quadro che stava dipingendo.
Racconti intimi nei quali mette a nudo anche sé stesso, e ci regala emozioni personali e ancora di più di quei pittori bramosamente rincorsi in giro per l’Italia. Autore schivo al clamore degli eventi ai quali non ama partecipare, non frequenta altri scrittori se non amici; evita, del mondo della scrittura, “l’esercizio della maldicenza invidiosa”, chiedendosi se è lo stesso nel mondo dell’arte.
Tra i chimici non si annoia perché nell’ambiente accademico si parla di scienza; tra scrittori invece, salvo alcune eccezioni, si discorre poco di letteratura, motivo per cui, sottolinea, che “quando si trova a un festival letterario, sta da solo e cerca un buon ristorante”. Se dovessero chiamarlo a parlare dei rapporti tra scienza e letteratura, declinerebbe l’invito.
Studio Italia racchiude gli incontri con nove artisti d’arte contemporanea italiana, il racconto degli studio visit, con i quali si intende andare a trovare l’artista dove lavora, vedere le sue opere, il suo archivio, parlando delle sue tecniche.
Faccio visita nello studio degli artisti e racconto l’incontro. Sono pezzi scrittoriali cioè non pretendo di fare il critico d’arte, non lo sono affatto e non sono nemmeno vere e proprie interviste: descrivo piuttosto la temperatura emotiva, le sensazioni dell’incontro, con cenni al cosa ci siamo detti, all’ambiente, all’atmosfera, e naturalmente alle opere che riesco a vedere negli studi.
Ho letto con attenzione e coinvolgimento le pagine di questo piccolo taccuino d’arte e ho cercato gli artisti in rete perché volevo guardare i loro volti e conoscere le loro opere. Da Luca Pignatelli, star della sua generazione, figlio dello scultore Ercole Pignatelli, amante della musica jazz, suona la tromba, somigliante un po’ a Strehler e anche un po’ ad Albertazzi.
I suoi soggetti sono dipinti su teloni di canapa: vecchi aerei, locomotive, statue classiche, boschi, opere:
in penombra come se la luce venisse assorbita, oscurata dalla patina del tempo depositata su quelle figure che venivano da epoche lontane.
Il suo studio di Milano è chiamato la “Versailles degli studi d’arte”: quadri, libri, oggetti, poltrone di design.
A Velasco Vitali, l’artista bello, alto, spalle larghe, capelli fitti, intelligente, empatico. Pittore e scultore; sono famose le sue sculture di cani di ferro e acciaio, e di altri materiali, a grandezza naturale con posture a volte innaturali.
Sarà per via di questa bellezza che i suoi quadri trasmettono più felicità e intelligenza che non tormento e terrore?
Da Iva Lulashi, una elegante e giovane signora arrivata dall’Albania negli anni novanta, conosciuta attraverso le parole dell’amico Carlo Vanoni, scrittore, consulente di gallerie. I suoi dipinti di donne hanno una potente forza erotica benché sulla tela non ci sia nulla di esplicito. A Adelisa Selimbašić, giovane artista emergente, figlia di esuli bosniaci, conosciuta attraverso la piattaforma Artsy seguita da numerosi collezionisti, che lavora a Milano dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia. I suoi quadri sono un rimando ai luoghi della Bosnia, a corpi femminili imperfetti, semplici, ingenui con poca grazia. E Giovanni Frangi, con la natura protagonista nei suoi dipinti, tra il realismo e l’astrazione con i suoi colori accesi; rosso, arancione, viola, blu notte.
Scopro che la sua conoscenza dell’arte è infinita, che è stato ovunque, ha fatto tutto, ha visto tutto, ha letto tutto.
Tutte persone fuori dal comune, equilibrate e riflessive, unica eccezione, scrive Pallavicini: Laurina Paperina, anticonformista, allegra, schietta, espone in musei italiani ed europei e negli Stati Uniti dove è molto conosciuta.
L’ironia è il suo strumento di espressione dai classici dell’horror ai raccoglitori Chupa Chups. Lavora nella sua città, Rovereto, in uno studio situato in una struttura sinistra di quelle come in Black Mirror.
Studio Italia è il racconto che si attendeva e che spero possa aprire a nuove storie di immagini, di creatività, ad una narrazione suggestiva perché, come ha sottolineato l’autore, non esiste in Italia un racconto emozionale e letterario dell’arte.
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