A Sanremo 2024, nella serata delle cover, il professore Roberto Vecchioni ha ammaliato il pubblico con la sua Sogna, ragazzo, sogna, cantata in un duetto con il giovane Alfa che, nella conclusione, ne ha proposto un inedito finale rap.
L’esibizione sanremese ha posto l’accento sul passaggio generazionale, eppure la canzone è densa di riferimenti poetici: primo tra tutti Hikmet, ma anche Borges, il poeta greco Alceo, Brodskij e altri.
Sogna ragazzo sogna fa parte dell’omonimo album, composto da Vecchioni nel 1999. Il cantautore in seguito ha dichiarato di aver scritto il testo in un momento particolare della sua vita: la notte prima di andare in pensione dopo anni di insegnamento nelle scuole. La canzone si presenta quindi come una lettera scritta a un ragazzo immaginario, a “un ragazzo del futuro”, ma è anche un messaggio che il Professore dedica a tutti gli studenti che si sono succeduti negli anni. La forte temperatura emotiva del brano è data proprio da questa commistione tra messaggio generazionale e dialogo interiore: l’autore sta parlando alle generazioni che verranno, ai ragazzi che diventeranno adulti, ma al contempo sta parlando anche a sé stesso e al giovane sognatore che è stato.
Non mancano nel testo i riferimenti ai grandi autori studiati e amati da Roberto Vecchioni prima da studente e, in seguito, nella sua carriera di insegnante: ciascuno di loro è stato un sottofondo prezioso nelle sue lezioni, oltre a rappresentare un esempio di vita e di perseveranza per i giovani studenti. Questa, in fondo, è la lezione più preziosa che abbiamo appreso a scuola: perché se gli anni spesi dietro i banchi non ci insegnano come vivere allora significa che il sistema educativo, in qualche modo, ha fallito.
In Sogna ragazzo sogna il professore Roberto Vecchioni trasforma le voci dei poeti in exempla, dimostrandoci che la letteratura antica - sin dai poemi greci - in fondo ci ha già spiegato il futuro.
Scopriamo testo, significato e i riferimenti poetici contenuti in Sogna ragazzo sogna.
“Sogna, ragazzo, sogna” di Roberto Vecchioni: testo
E ti diranno parole rosse come il sangue
Nere come la notte
Ma non è vero, ragazzo
Che la ragione sta sempre col più forte
Io conosco poeti
Che spostano i fiumi con il pensiero
E naviganti infiniti
Che sanno parlare con il cieloChiudi gli occhi, ragazzo
E credi solo a quel che vedi dentro
Stringi i pugni, ragazzo
Non lasciargliela vinta neanche un momento
Copri l’amore, ragazzo
Ma non nasconderlo sotto il mantello
A volte passa qualcuno
A volte c’è qualcuno che deve vederloSogna, ragazzo, sogna
Quando sale il vento
Nelle vie del cuore
Quando un uomo vive
Per le sue parole
O non vive piùSogna, ragazzo, sogna
Non lasciarlo solo contro questo mondo
Non lasciarlo andare sogna fino in fondo
Fallo pure tuSogna, ragazzo, sogna
Quando cade il vento ma non è finita
Quando muore un uomo per la stessa vita
Che sognavi tuSogna, ragazzo, sogna
Non cambiare un verso della tua canzone
Non lasciare un treno fermo alla stazione
Non fermarti tuLasciali dire che al mondo
Quelli come te perderanno sempre
Perché hai già vinto, lo giuro
E non ti possono fare più niente
Passa ogni tanto la mano
Su un viso di donna, passaci le dita
Nessun regno è più grande
Di questa piccola cosa che è la vitaE la vita è così forte
Che attraversa i muri per farsi vedere
La vita è così vera
Che sembra impossibile doverla lasciare
La vita è così grande
Che quando sarai sul punto di morire
Pianterai un ulivo
Convinto ancora di vederlo fiorireSogna, ragazzo, sogna
Quando lei si volta
Quando lei non torna
Quando il solo passo
Che fermava il cuore
Non lo senti piùSogna, ragazzo, sogna
Passeranno i giorni
Passerrà l’amore
Passeran le notti
Finirà il dolore
Sarai sempre tuSogna, ragazzo, sogna
Piccolo ragazzo
Nella mia memoria
Tante volte tanti
Dentro questa storia
Non vi conto piùSogna, ragazzo, sogna
Ti ho lasciato un foglio
Sulla scrivania
Manca solo un verso
A quella poesia
Puoi finirla tu.
“Sogna, ragazzo, sogna” di Roberto Vecchioni: video Sanremo
“Sogna, ragazzo, sogna” di Roberto Vecchioni: significato
La canzone di Vecchioni è anche un potente antidoto ai nostri tempi fondati solo sull’apparenza: “chiudi gli occhi e credi solo a quel che vedi dentro”, un messaggio sicuramente in controtendenza con un’epoca che ha fatto della superficie e dell’apparire tutto ciò che conta. Il Professore, invece, fa proprio il grande insegnamento della letteratura: dà corpo all’interiorità, al mondo segreto e inconoscibile che ci abita ed è racchiuso nella profondità del pensiero, in un luogo, a ben vedere, molto più vasto della superficie.
In quel regno, il regno del possibile che vive nell’inconscio, la forza di volontà rappresenta il vero motore. Vecchioni fa riferimento alla lezione di chi vive grazie alle sue parole o “non vive più” - quindi a tutti coloro che sono stati perseguitati proprio in virtù delle loro affermazioni e della loro libertà di pensiero. Costoro rappresentano l’esempio rivoluzionario da seguire e sono anche la consolazione per il ragazzo, intelligente e timido, che si sente minacciato da chi oppone alle sue idee la forza dettata dalla prepotenza.
Il messaggio implicito nella canzone di Vecchioni non è tanto il credere nella forza nei sogni, ma l’invito a non arrendersi dinnanzi agli ostacoli che ci presenta la vita, spesso anche nelle sembianze di persone in carne e ossa pronte a opporci “parole rosse come il sangue, nere come la notte”.
L’invito è a coltivare sé stessi, i propri interessi, la propria volontà al di sopra di ogni altra cosa: perché è lì, nel profondo del nostro pensiero, che risiede la vera identità inscalfibile di ognuno, qualcosa di cui nessuno potrà mai defraudarci.
Il tutto si conclude con l’idea di poter trasmettere la propria essenza attraverso le parole, continuando a scrivere la “grande poesia” della vita.
“Sogna, ragazzo, sogna” di Roberto Vecchioni: riferimenti poetici
Sogna ragazzo sogna, come dicevamo, è un testo denso di riferimenti poetici. L’autore fa riferimento a “poeti che spostano i fiumi con il pensiero”, una metafora per indicare la forza di volontà, ma anche un riferimento ai grandi autori: il poeta greco Alceo, che scrisse poesie bellissime dedicate ai fiumi come Alla foce del fiume Ebro e Già sulle rive dello Xanto, ma anche a Jorge Luis Borges che nella poesia Sono i fiumi fa propria la sentenza di Eraclito:
A chi discende nello stesso fiume sopraggiungono acque sempre nuove.
Un richiamo all’implicita correlazione tra acqua e tempo che sarebbe culminata nei versi di Iosif Brodskij contenuti ne Le fondamenta degli incurabili: Acqua uguale a tempo.
Nei “naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo”, possiamo individuare invece un riferimento all’intrepido “trasvolatore del cielo” Charles Lindbergh e ad Antoine de Saint Exupéry, lo scrittore aviatore che scrisse Il piccolo principe.
Non sfugge, infine, il riferimento al poeta turco Nazim Hikmet, uno dei maggiori autori del Novecento:
Pianterai un ulivo
Convinto ancora di vederlo fiorire
Nella celebre poesia Alla vita, Hikmet riprende il medesimo concetto:
A settant’anni pianterai degli ulivi (...) perché non crederai alla morte, pur temendola
Il grande autore turco ci suggeriva di piantare degli ulivi per eludere il pensiero della morte; il mondo vegetale, le piante, si fanno così portatrici e messaggere del grande ciclo della vita che continuamente si rigenera, non cessa mai di esistere, secondo la legge di Lavoisier, il fondatore della chimica moderna:
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Il simbolismo di Hikmet, che trova rappresentazione nell’associazione tra la vita e la pianta dell’ulivo, è una chiave di lettura preziosa per la canzone di Roberto Vecchioni.
Il poeta turco infatti scriveva:
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.
E Vecchioni fa eco a quei versi:
Sogna, ragazzo, sogna
Quando cade il vento ma non è finita
Quando muore un uomo per la stessa vita
Che sognavi tu
Sogna ragazzo sogna di Roberto Vecchioni sembra riprendere lo stesso concetto di Nazim Hikmet affermando che “un uomo vive per le sue parole o non vive più”.
Anche contro un muro, con le mani legate, sopravvivrà nell’essere umano una sconfinata libertà; la canzone, come la poesia, è un profondo elogio alla forza del pensiero che è poi, in fondo, ciò che intimamente ci rende umani, l’anima che, come diceva Eraclito, è in continuo mutamento e cambiamento secondo la legge del Panta rei. Tutto scorre, afferma lo stesso Vecchioni alludendo nella sua canzone al susseguirsi ininterrotto delle generazioni: gli uomini attraversano la vita senza sosta come il fluire dell’acqua in un fiume, eppure mentre tutto cambia qualcosa resta; la forza della poesia e dell’arte, un ideale per il quale valga la pena vivere e persino morire.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Sogna, ragazzo, sogna” di Roberto Vecchioni: significato e riferimenti poetici nella canzone
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