Saggezza esiste di Lorenzo Matassa

Che si chiami con nomi differenti, secondo i tempi e gli autori: anforismo per il Pulci e Leonardo Fioravanti; ricordo per il Guicciardini; pensiero per il Tassoni, l’Algarotti, il Tommaseo e il grande Blaise Pascal; degnità o assioma per Giambattista Vico; l’aforisma rimane sempre nella forma che lo caratterizza:

“Una verità detta in poche parole — epperò in modo da stupire più di una menzogna.”

Così viene definito da Domenico Giuliotti e Giovanni Papini nel loro Dizionario dell’omo salvatico, opera poco nota ai più, ma fortunatamente ristampata alcuni anni fa per la gioia di chi ama i libri.

Quale sostegno, ricchezza e saggezza possa portare la lettura degli aforismi al nostro spirito, in quest’epoca dominata da mezzi di comunicazione un tempo impensabili come Twitter, Facebook, Instagram e WhatsApp, epoca in cui il libro cartaceo è considerato come un sopravvissuto di un’epoca ormai tramontata, ce lo indica Lorenzo Matassa con il suo bel libro fresco di stampa Saggezza esiste per le edizioni Arti Grafiche Palermitane. Libro che lui, da padre, dedica alla figlia Angelica per il suo diciottesimo compleanno, per seguire insieme quel filo di Arianna che ne accomuna il viaggio: la ricerca della saggezza.

E qual è questo filo di Arianna? Quello che ognuno di noi va srotolando a mano a mano che procede nel suo viaggio, studiando, riflettendo, incontrando persone, visitando luoghi, ponendosi domande, cercando risposte agli eterni perché, ma anche ad aspetti della vita quotidiana che magari si considerano di secondaria importanza ma che sono intessuti con la nostra vita, come la cucina, lo sport, la moda, l’amore, l’amicizia e così via. Perché, allora, non cercare aiuto in questa ricerca della saggezza da tutti quelli che su questi e tanti altri temi ci hanno voluto lasciare una sintesi della loro esperienza, delle loro riflessioni, del loro dolore, della loro felicità, del pascoliano “pianger di nulla”, del leopardiano “amore e morte ingenerò la sorte”?

Ma il libro di Matassa non è, come tanti altri, una semplice raccolta di aforismi, quanto piuttosto il frutto delle sue meditazioni, delle sue esperienze di vita, dei suoi perché, delle sue letture, dei suoi studi, dei suoi viaggi, dei suoi incontri, costellati dagli aforismi di chi prima di lui ha riflettuto sugli stessi temi e sugli stessi problemi offrendo agli altri una sintesi di ciò che ha appreso semplicemente vivendo. Così, come in un grande anfiteatro in cui Matassa calca la scena alla ricerca della saggezza, il pubblico che affolla le gradinate accompagna le sue riflessioni con le voci dei protagonisti più vari: Einstein, Freud, Marco Aurelio, Eraclito, Plutarco, Giovenale, Shakespeare, Bergson, Hesse, Leopardi, Galilei, Pavese, Gide, e tanti, tanti altri che lui richiama alla ribalta attingendo alla sua vasta cultura.

Così, Saggezza esiste tocca trenta svariati temi della sua riflessione, come la filosofia, la politica, l’economia, la giustizia (tema che lo tocca più da vicino, essendo un magistrato), ma anche la cucina, il calcio e il rugby, il cinema e la felicità, con una prosa misurata ed elegante che ne rivela gli studi umanistici. Ma ciò che affascina ulteriormente è lo scoprire che i suoi commenti ai temi trattati dagli aforismi contengono essi stessi degli aforismi per cui si assiste quasi a un gioco di scatole cinesi che ne rendono piacevole la lettura. Giunti alla fine, Matassa ci invita a rileggere nuovamente gli aforismi secondo un punto di vista che riesca a distinguere quelli che, tra essi, vengono detti apoftegmatici, ossia che possiedano la suprema qualità di esprimere una verità senza la necessità di alcuna altra riflessione, come il famoso detto latino “Intelligenti pauca” e quelli, invece, che, come egli stesso ci avverte, “lasciano spazio aperto ad altre possibili verità”. Prezioso consiglio che ci invita a riprendere la lettura del libro per cercarne le perle di saggezza che magari ci sono sfuggite.
Per ultimo, non si può tacere della bella veste grafica di Saggezza esiste, impreziosita da un acquerello di Fabrice Moireau.