Di sicuro una delle presentazioni di PordenoneLegge 2016 che più mi è piaciuta è quella in cui sono intervenute Simona Sparaco e Valentina D’Urbano che hanno presentato le loro novità editoriali, recentemente pubblicate da Giunti e Longanesi.
Simona Sparaco, scrittrice romana, esordiente nel 2008, raggiunge il successo nel 2013 con “Nessuno sa di noi”, ci racconta il suo ultimo romanzo, “Equazione di un amore”. Il titolo è una metafora della famosa equazione di Dirac, quella che comunemente viene chiamata equazione dell’amore e afferma che se due particelle interagiscono una volta, e si crea un forte legame tra di esse, una volta messe a distanza queste continueranno a influenzarsi a vicenda. L’autrice utilizza la fisica per parlare dell’amore e l’amore stesso come pretesto per parlare dell’equazione della vita, che prevede due elementi equivalenti: da una parte quello che si è, dall’altra parte l’io ideale, quello che si vorrebbe essere.
La protagonista del romanzo, Lea, ha un carattere fragile ed è caratterizzata da una grande inconsapevolezza, riguardo a chi è e a che cosa vuole; durante l’adolescenza ha incontrato l’amore in un modo devastante che, per forza di cose, l’ha segnata. Tuttavia, l’autrice, come la protagonista, è consapevole che attraversare il torbido serve per riappropriarsi della luce.
Anche i personaggi maschili sono ben definiti e inquadrati: Vittorio, il marito di Lea, sa cosa vuole, è presente, è l’uomo solido; a differenza di Giacomo, l’amore giovanile di Lea, che è ferito, misterioso, poetico e fugge dalla responsabilità.
Un tema importante non può, quindi, che essere quello della scelta. L’autrice sostiene che bisogna rimanere ben saldi al presente e che ognuno trova l’equazione dell’amore dentro di sé e, viceversa, non la può trovare attaccandosi ad un’altra persona, la forza si trova dentro a ognuno di noi: queste caratteristiche si possono riscontrare in Bianca, l’amica del cuore di Lea, sincera, sposata e con figli, che incarna il vero senso della famiglia, in cui l’aggregazione da forza a tutti i componenti, anche se non c’è la necessità di stare appiccicati l’uni all’altro.
Interessanti sono anche le descrizioni di Singapore e Roma, le due città in cui si sviluppa la storia, e che si contrappongono: da una parte Singapore, con il suo rigore e la sua organizzazione, rappresenta la ragione, mentre Roma, anche se disorganizzata e caotica, ha ancora un cuore e un’anima che battono forti.
Valentina D’Urbano, anche lei romana, esordisce nel 2012 con “Il rumore dei tuoi passi”, ci racconta “Non aspettare la notte”, la storia di due fragilità e due ferite simmetriche: Angelica, giovane ragazza che sopravvive al suicidio della madre, e Tommaso, che ha una rara malattia che lo porterà alla cecità. Per questo la sorella gli ha regalato una Polaroid con cui va sempre in giro, in modo che nei giorni buoni possa rivedere in fotografia quello che si è perso nei giorni bui. Ovviamente, in una delle foto, finisce Angelica.
I due personaggi hanno caratteristiche opposte: Angelica è stata tradita dalla madre e quindi non si fida più di nessuno, è negativa, vive in solitudine, si nasconde dietro abiti grandi e capelli larghi, mentre Tommaso è solare, cerca di opporsi alla sfortuna della vita e di trovare sempre il lato positivo delle cose, gli importa solo del presente.
Entrambe le storie trattano dunque, non solo d’amore, ma toccano anche le varie sfaccettature del dolore e della morte, con molta intensità e struttura.
Dello stile di Simona Sparaco e della sua capacità di parlare dell’amore, di emozionare con un linguaggio ricco e intenso mi ero già innamorata in un precedente romanzo, “Lovebook”, mentre Valentina D’Urbano è stata una piacevole sorpresa di PordenoneLegge 2016.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: PordenoneLegge 2016: le novità di Simona Sparaco e Valentina D’Urbano
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