Poeminimi
- Autore: Efraín Huerta
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2024
Il messicano Efraín Huerta (1914-1982) è stato l’inventore di un particolare genere letterario, i Poeminimi, composizioni brevissime che hanno come caratteri essenziali condensazione, sintesi, precisione, ironia e memorabilità. Sono stati da poco pubblicati per Il Ponte del Sale, in una raccolta la cui colta ed empatica postfazione di Stefano Strazzabosco mette in luce la particolarità di questi “versicoli virali, insieme fulminanti, passionali e cinici”, capaci di creare un cortocircuito irriverente e caustico nei riguardi dei vizi pubblici e privati di un’epoca, di una nazione e dello stesso loro autore.
Ironico e autoironico, Huerta sapeva prendersi in giro, in particolare nel suo ruolo pubblico di intellettuale e scrittore:
Minaccia: “Beati / I poeti / Poveri / Perché / Di essi / Sarà / / Il regno / Dei / Suoli”
Ahi Poeta: “Prima / Di tutto: / Mi compiace / Enormissimamente / Di essere / Un buon / Poeta / Di seconda classe / Del / Terzo / Mondo”
Handicap: “Non posso / Smettere Di / Scrivere / Perché / Se mi fermo / Mi raggiungo”
Maximinima: “Solo / A forza / Di poesia / Si smette / Di essere / Poeti / per forza”.
Altrettanto frequenti erano nei suoi versi l’ammiccamento erotico o la sfrontata dichiarazione d’amore per la bottiglia:
Imprendotoriale: “Il mio amore / Per te / Per lei / Per voi / Per l’(e) altra (e) / È un / Frutto diretto / Della più pura / Iniziativa Privata”
Immenso dramma: “Tutte / Le donne / Che amo / Sono sposate / Persino la mia!”
Miss Himalaya: “È vero / Amore mio / I tuoi seni / Sono il / Petto del / Mondo”
Ordinamento: “Non / Bere / Domani / Quello che / Puoi / Bere / Oggi”
Galileica: “E / Pur / Si / Beve!”
Tutti provvisti di titoli spesso sarcastici o fuorvianti, i Poeminimi trovano la loro specificità nell’allusività (non sempre subito avvertibile), nella deformazione, sostituzione o nello slittamento morfologico del testo. Secondo una dichiarazione dello stesso autore, il loro segreto è la capacità di “dislocare e alterare”, creando così alternativamente nei lettori attesa, sorpresa, divertimento.
Pur attraverso lo scherno e la derisione, un richiamo etico si avverte nella polemica sofferta nei riguardi della politica messicana trasformista e corrotta. Da stalinista mai pentito, negli anni ’60 Efraín Huerta si erge ad accusatore delle violenze antipopolari che provocano stragi nel suo paese, delle pesanti ingerenze degli Stati Uniti e dei regimi dittatoriali che si impongono nel sangue in tutta l’America Latina.
Sterile: “Teorico / Di tutto / Militante / Di niente”
Sconcerto: “I miei / Vecchi / Maestri / Di marxismo / Non li posso / Capire: / Alcuni sono / In prigione / Altri sono / Al / Potere”
Di classi: “Non c’è / Peggior / Lotta / Di quella / Che / Non s’è / Fatta”
Pinochet: “Ah / Maledetto!/ Tutto / Lo pagherai / Con la / Stessa / Moneda”
Sinistra parafrasi: “Odio / L’odore / Dei marines / Che bombardano / E se ne vanno / Un bombardamento / in ogni porto / I marines / Bombardano / E se ne vanno”.
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