Ovunque sarai
- Autore: Olga Watkins
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2012
Olga Watkins è nata in Jugoslavia nel 1923, cresciuta a Zagabria e alla fine della seconda guerra mondiale si è trasferita in Inghilterra dove oggi vive. Quando la Gestapo arrestò il suo fidanzato nel 1943, lei partì alla sua ricerca percorrendo 3.330 km, attraversando ben cinque Stati del Terzo Reich.
Una trentina di anni fa è stata convinta da un amico di famiglia a scrivere le memorie della sua odissea nell’Europa nazista. Gli appunti sono prima diventati una testimonianza depositata e conservata all’Imperial War Museum di Londra e successivamente, con l’aiuto alla stesura del giornalista James Gillespie, è stato pubblicato il libro. Olga Watkins ha 89 anni e vive a Barnet, a nord di Londra, con Gerry, irlandese, suo secondo marito da 48 anni.
Pubblicato da Piemme nel 2012, “Ovunque sarai“ è il libro delle sue memorie, un libro di forte impatto emotivo che lascia il segno.
“La mia vita non sarebbe mai più stata la stessa. Me lo rubarono e io non pensai ad altro che a raggiungerlo, ovunque fosse”.
Olga aveva sei anni nel 1929 quando il crollo di Wall Street colpì anche i risparmiatori in Jugoslavia e quando il papà Josif lasciò un biglietto con su scritto che ne aveva abbastanza di quella vita, abbandonando lei e la mamma. Quel cambiamento così forte non la sconvolse, rimaste sole iniziò da subito ad aiutare la madre nel ricamo dei tessuti. Con la testa china e le dita che si muovevano rapide, alla luce di una lampada a petrolio, trascorrevano le notti chiacchierando come vecchie amiche. All’età di tredici anni, con la morte della madre, va a vivere a Zagabria dal padre che nel frattempo era convolato a nozze con Ilona, una ricca commerciante ebrea ungherese.
“La seconda guerra mondiale ci mise un po’ a raggiungere la Jugoslavia. Guardavamo con preoccupazione l’esercito di Hitler conquistare l’Europa e temevamo per il nostro futuro. Non temevamo solo i tedeschi. Anche Mussolini, l’alleato di Hitler, aveva ambizioni territoriali e, da tempo si rivolgeva al nostro Paese con sguardo minaccioso. La Jugoslavia era vicino ad un punto di rottura, la guerra sottopelle fratricida fra serbi e croati perdurava da generazioni, Belgrado era la capitale serba e Zagabria, capitale della Croazia era il centro delle istanze separatiste. La minoranza fascista jugoslava incoraggiava i croati a credere che l’invasione dei tedeschi avrebbe portato all’indipendenza della Croazia.“
Quando le truppe tedesche e italiane entrarono a Zagabria furono accolte da una folla esultante: con il sanguinario governo nazionalista degli Ustascia iniziarono da subito i massacri fratricidi fra serbi e croati e con le leggi razziali, la caccia agli ebrei. Erano tempi in cui ci si rendeva conto che più nessuno era al sicuro.
“Le persecuzioni contro gli ebrei si aggravavano e l’Europa era sconvolta da terribili massacri. All’epoca dell’invasione della Jugoslavia, a Zagabria vivevano quasi 11.000 ebrei. Alla fine della guerra, ne restavano a malapena un migliaio: 8.000 erano morti nell’Olocausto e altri erano fuggiti.“
A Zagabria, Olga frequentava l’ultimo anno di una scuola privata e aveva trovato in Alice, la sorella minore della matrigna, un’amica. In sua compagnia, iniziò a frequentare il circolo diplomatico ungherese e il teatro dell’Opera: è così che conobbe Julius, giovane diplomatico di Budapest di dieci anni più grande di lei, biondo con splendidi occhi azzurri. Per Julius l’incontro con Olga fu amore a prima vista, un tenero bacio e da quel momento la sua vita cambiò. Nell’aiutare una parente ebrea di Olga, rinchiusa in un campo di prigionia, Julius fu tradito e denunciato. Infatti dopo poco tempo, alla vigilia delle loro nozze, con un pretesto fu richiamato in patria, arrestato e successivamente deportato a Komaron, sulle rive del Danubio, nel campo di prigionia dove confluivano i prigionieri politici e i nemici del Reich in attesa di essere smistati in altri campi. Olga aveva solo vent’anni e con molto coraggio si mise in viaggio verso Budapest per raggiungere Julius: credeva fosse stato imprigionato ingiustamente. Alla notizia della deportazione, inseguendo piccole tracce, intraprese il cammino per ritrovarlo.
Inizia così la sua odissea, un viaggio fra la fine del 1943 e il giugno 1945 che è davvero incredibile, affrontato in piena solitudine, senza documenti, camminando a piedi o con mezzi di fortuna, patento il freddo e la fame, sfuggendo alla polizia segreta, ai bombardamenti e alle rappresaglie. Più di tremila chilometri percorsi da Zagabria a Budapest, da Vienna a Norimberga, senza arrendersi a nulla, rischiando la vita e mettendo a dura prova il suo coraggio davanti ai cancelli dei campi dell’orrore di Dachau e di Buchenwal, varcarli senza esitazione alla ricerca disperata del suo amato Julius.
“Ovunque sarai” è una grande storia d’amore e di coraggio, un romanzo autobiografico narrato in prima persona, scritto in maniera semplice e fluida, capace di emozionare profondamente per la trama struggente che ripercorre i luoghi tragici di una guerra i cui orrori non si possono dimenticare.
Ovunque sarai. Una storia vera
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