Non si uccide per amore di Rosa Teruzzi

Milano, ottobre 1992. I principali quotidiani italiani riportano in prima pagina la storia di un poliziotto drogato che uccide due suoi amici e la minaccia della marcia su Roma da parte della Lega e del suo leader Umberto Bossi. Saverio Deidda, un poliziotto, aspetta in un garage sotterraneo una donna ma al suo posto giunge uno sconosciuto - o una sconosciuta - che gli consegna un biglietto e gli spara, uccidendolo sul colpo. Milano, agosto 2014. Libera da anni pensa al marito ucciso vent’anni prima dalla mano di un uomo - o di una donna - che ha premuto il grilletto brutalmente. Vedova, convinta single, Libera condivide il piccolo appartamento con la madre, Jole, bizzara insegnante di yoga dalla battuta facile e dai costumi spregiudicati, e con l’integerrima figlia Vittoria, che fa l’agente di polizia proprio come il padre.

Mettendo ordine nell’armadio, una mattina di quell’agosto stranamente piovoso, Libera trova nella tasca di una vecchia camicia a quadri appartenuta al marito quel biglietto, ormai ingiallito dal tempo. Il passato ritorna doloroso ma la spinge anche coraggiosamente a capire cos’è successo quella sera. Aiutata dalla madre e da una giovane cronista di nera con un sesto senso per i misteri, di nome Irene, Libera va in Calabria per indagare. È alla ricerca di una donna, moglie di un uomo della ’ndrangheta a cui Saverio dava la caccia, scomparsa lo stesso giorno del terribile assassinio. Forse colei che ha scritto quelle poche righe in quel biglietto:

“Martedì 25, alle sette, nel parcheggio”.

Anche Vittoria, dapprima reticente, l’aiuterà a capire che c’era un traditore in Questura e proprio per questo motivo Saverio non ha raccontato a nessuno di quello strano appuntamento.

“Non si uccide per amore” (Sonzogno, 2018) di Rosa Teruzzi è il terzo romanzo della serie dopo “La sposa scomparsa” e “La fioraia del Giambellino” che ha come protagoniste Libera, Jole e Vittoria, ognuno a modo proprio detective in un caso diverso di omicidi a Milano e provincia. Un ottimo romanzo poliziesco che parla anche di amore, amore tra donne, che si aiutano, si sorreggono, e unite risolvono il caso che riporta Libera, la fioraia del Giambellino, all’episodio più doloroso della sua vita. Ancora una volta Rosa Teruzzi ci regala un romanzo piacevole che si legge volentieri, tutto in un fiato, e che ci fa venire la voglia di sapere come finirà l’amicizia tra Furio e Libera, cosa combinerà ancora la stravagante Jole e che futuro attende Vittoria e Irene. Non resta che aspettare, quindi, il prossimo romanzo.