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Recensioni di libri

Nel giardino della musica di Giuseppina Manin

Guanda, 2015 - La giornalista Giuseppina Manin, redattrice di musica e spettacoli per il Corriere della Sera, tratteggia in questo libro breve e commovente la personalità, i gusti, la strepitosa carriera, la vita pubblica e privata di Claudio Abbado, il grande direttore d’orchestra scomparso nel 2014.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 09-05-2015

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Nel giardino della musica

Nel giardino della musica

  • Autore: Giuseppina Manin
  • Genere: Musica
  • Categoria: Saggistica
  • Casa editrice: Guanda
  • Anno di pubblicazione: 2015

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“La musica è necessaria alla vita... per questo motivo da sempre insisto sull’importanza dell’educazione musicale, che in ultima analisi diventa educazione dell’uomo. Prima però è fondamentale che la musica sia accessibile a tutti, democraticamente.”

Queste le parole di Claudio Abbado, il grande direttore d’orchestra morto per una malattia a lungo stoicamente combattuta nel 2014, che riassumono efficacemente la sua vocazione di grande musicista, uomo di cultura, cittadino impegnato eticamente a migliorare il mondo in cui si è trovato a vivere e ad operare.
La giornalista Giuseppina Manin, redattrice di musica e spettacoli per il Corriere della Sera, ne tratteggia in Nel giardino della musica, libro breve e commovente la personalità, i gusti, la strepitosa carriera, la vita pubblica e privata, gli affetti, l’amore per la natura, le collaborazioni musicali ed umane.

Sedici capitoli preceduti da altrettante date scandiscono la vicenda umana di questo grande personaggio della cultura italiana, soprattutto seguendo il suo percorso artistico che ha “spesso coinciso con alcuni degli eventi chiave del Ventesimo e del Ventunesimo secolo”.

La storia privata di Claudio Abbado si mescola dunque indissolubilmente con le vicende del nostro paese a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso, dallo scoppio della seconda guerra mondiale, con i bombardamenti su Milano, dove la famiglia del maestro viveva, per poi spostarci rapidamente agli anni Sessanta: nel 1965 è a Manchester il suo debutto in Gran Bretagna dove si incontra con Zubin Metha, e poi il 7 dicembre del ’68 va in scena il Don Carlo diretto dal giovanissimo Abbado, mentre fuori Capanna arringa la folla che scaglia ortaggi contro le ingioiellate ed impellicciate dame meneghine.

La carriera di Abbado è fulminante, tra Berlino, Vienna, New-York, a dirigere le più importanti orchestre del mondo, amato dagli orchestrali che gli danno del tu, mentre lui si aggira nei corridoi dei paludati teatri in jeans e cardigan. E mentre il mondo musicale si inchina alla sua bravura e fantasia, lui compra una casa ad Alghero e rende una scogliera arida un meraviglioso giardino pieno di piante rare, coltivate da un “pollice verde” capace di far diventare musica anche il verde cui ama circondarsi. Una piccola casa in Engadina, il rifugio in Sardegna, e poi tournèe in tutto il mondo, senza stancarsi mai, suonando insieme ai più grandi artisti del nostro tempo, stringendo amicizie preziose con Renzo Piano, Luigi Nono, Nanni Moretti, Roberto Benigni, Daniel Barenboim. Suonerà a Cuba per Fidel Castro, verrà premiato da Peter Brooks, sarà nominato senatore a vita da Giorgio Napolitano, con Rubbia, Cattaneo e Renzo Piano.
Insomma una vita piena di musica, di amori, di figli avuti da diverse compagne, di impegno sociale e politico, pieno dell’amore per Brahms, Schubert, Beethoven, Mahler, ma anche per gli autori contemporanei, di cui imporrà l’ascolto malgrado le critiche più conservatrici.

La lunga malattia vissuta con coraggiosa volontà di combatterla, lo stronca nel 2014, e la sua città, Milano, dalla quale si era allontanato, lo accoglie celebrandolo silenziosamente così come aveva fatto nel 1901 con l’altro grande, Giuseppe Verdi.

Nel teatro alla Scala vuoto, a porte aperte, alle 18 in punto, sale sul podio Barenboim che dirige la Marcia Funebre dall’Eroica di Beethoven: è il congedo da Abbado di tutto il mondo musicale, di tutti i milanesi, di tutti quanti hanno amato la cultura nel nostro paese, così disprezzata per troppo tempo da politici incapaci ed arroganti, contro cui non sono mai mancate parole e gesti eloquenti in controtendenza da parte di un grande musicista, uomo di cultura a tutto tondo, capace di mescolare cinema, letteratura, poesia, teatro.

Claudio Abbado ha reso la musica sinfonica e l’opera lirica un bene di tutti, fruibile anche da parte dei meno appassionati, “rimarcando l’importanza e il valore, accanto alla scienza, della musica, quale strumento di crescita e sviluppo per il Paese”, come disse lui stesso nel ringraziare il Presidente Napolitano, grande appassionato di musica, per la nomina a Senatore.

Le ceneri di Claudio Abbado sono state sparse nel mare di Sardegna e sulle montagne dell’Engadina, e da lì sembrano continuare a risuonare le note della sua musica.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nel giardino della musica

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