Nameless di Massimo Felice Nisticò

Sullo sfondo del disastro dell’11 settembre, a poche settimane di distanze dal terribile evento delle Torri Gemelle, si svolge la vita di una famiglia dedita all’imprenditoria. Nonostante la diffusa sensazione di incertezza e di paura, Silvio Ternani con la “Mostra di arte Figurativa Fotografica” sembra dimostrare che:

la Bellezza voleva essere come una sorta di risposta a tutto.

Moltissime sono le tematiche trattate in Nameless di Massimo Felice Nisticò (Rubbettino, 2023), dalle disparità socio-economiche e terrorismo, all’inquinamento, alla genetica e all’ingegneria alimentare.
L’impresa di acque minerali è retta dalla signora Rachele Berni Ternani e ai tre figli, Silvio, Giorgia e Rebecca, viene affidato l’avvenire della stessa Società Economica.
In una serata di fine anno, Rachele Berni consegna alle giovani generazioni, senza differenza di genere, il futuro:

Dateci, perciò, nuove generazioni da allevare e fortificare e alle quali metteremo in mano le redini del carro.

Ma i tre rampolli della Fontesana SpA e gli altri personaggi con i quali si rapportano, rappresentano, con varie personalità e molteplici sfaccettature, aspetti e problematiche della contemporaneità che non dà risposte sicure alla richiesta materna.
Dalla genitorialità all’identità di genere, alla ricerca della felicità attraverso il riconoscimento del sé nell’altro, come riflesso della propria identità, sono troppe e complesse le difficoltà della vita, tante le ferite e solo alcune riparano con le cicatrici. Lo scorrere della vita della più tradizionale delle famiglie, come quella del pastore anglicano Willmoore, ammantata da un’apparente normalità, può nascondere terribili verità, drammi individuali e collettivi, eludere problemi che vengono svelati solo quando diventa assolutamente necessario.
Il contesto geografico è rappresentato di volta in volta da precise coordinate, l’autore Massimo Felice Nisticò dimostra di essere attento osservatore e di avere straordinarie capacità nel descrivere il contesto generale e i particolari più specifici.
La complessità della vita attuale pone domande e interrogativi, conducendo all’ineluttabile pensiero che:

Non è vero che ogni cosa nasce prima o poi. Questa è una menzogna con la quale ci hanno nutrito. È invece del tutto naturale che ogni cosa muoia. Tutto muore. Prima o poi.

Per dare un senso e un nome all’umanità e al futuro, forse il rimedio è dato dall’arte che pervade il romanzo in ogni forma, esprimendosi magistralmente e con squisita raffinatezza nel campo musicale, della pittura e delle arti visive in generale.

Con una narrazione scorrevole e raffinata l’autore ci conduce magistralmente con Nameless (letteralmente “Senza-Nome”), naufrago privato del passato, nelle profonde ferite generate dalla complessità della modernità.