

Modamorte
- Autore: Erika Polignino
- Casa editrice: Mursia
- Anno di pubblicazione: 2012
Ho molto esitato prima di scrivere qualcosa su questo libro diverso, nel senso che il genere che lo identifica è abbastanza raro nel panorama della giovane narrativa italiana che mi sono trovata a leggere e frequentare e dunque mi è a lungo sembrato di non essere adeguata a recensirlo; poi, spinta anche dall’autrice, provo a guardare con i miei occhi questa scrittura originale, assolutamente innovativa, tra le cui righe si coglie un desiderio di innovazione/trasgressione, che non è solo legato al contenuto, scabroso e provocatorio, ma proprio alla modalità espressiva, tra il trash e il volutamente lirico, emulsionati e alternati, che Erika Polignino insegue in tutto il suo lungo romanzo.
Non credo di poterlo riassumere, dico solo che le protagoniste sono per lo più giovani donne, tra cui spicca Musette, a cui piacciono le calze nere, pasticche eccitanti, look ultratrasgressivo, una croce su una guancia, boccoli finti, masturbarsi, prostituirsi, disegnare abiti del tutto fantasiosi e improbabili. La sua amica e compagna di avventure è una ragazza giapponese, Miyako, anche lei come Musette studentessa all’Istituto d’Arte, pittrice e affascinata dalla bellezza classica, altrettanto trasgressiva. Le due, su istanza di Musette, decidono di lasciare la scuola a dispetto dei genitori per dedicarsi alla creazione di abiti. Il pretesto è l’incontro con Daniel e Soledad, fratello e sorella, titolari di un’impresa di pompe funebri a Corinaldo. Musette è attratta sessualmente da Soledad e altrettanto attratta dal desiderio di dare sfogo alla sua creatività in fatto di moda, stoffe, addobbi, decorazioni, interpretazioni di vestiti che diventano sotto le sue mani interpretazioni di pulsioni per lo più sessuali.
Le due ragazze giungono infine con Daniel a Corinaldo, dove nell’agenzia di pompe funebri Musette inventa una moda che renda i morti nella bara più attraenti e presentabili. Infatti Musette si era esercitata in passato cucendo capi per i non esistenti (bambole e orsacchiotti) e ora vuole misurarsi con la creazione di abiti per i non-più-esistenti. Eccola al lavoro, nel tentativo “artistico” di dare nuova dignità ed eleganza alla morte:
“Dalla bara, la defunta le apparve incantevole, come viva e addormentata. Aveva gli occhi chiusi e il viso rilassato. Una camicia nera con motivi floreali sfoggiò dal gilet rosso con chiusura a doppio petto e lo scollo largo… Dal collo bianco, un trine settecentesco di raso nero s’imperlò di nobiltà….. Un paio di guanti neri di leggero pizzo copriva le rigide mani della donna. Una strana particolare aurea la avvolgeva, poteva brillare nell’eterno sonno, come se avesse toccato il sole e preso tutto il suo fulgore”.
Per chi ami questo genere di narrativa estrema, dove sesso, arte, amore, morte, stravizi, droga, poesia, creatività, disgusto, violenza, si alternano e si mescolano in una lingua che trasgredisce i canoni classici e la sintassi tradizionale per inventare una modalità espressiva a volte originale, più spesso di maniera, troverà nel romanzo di Erika Polignino di tutto e di più. Molte le pagine originali, tuttavia il pericolo è la ridondanza: Musette è un personaggio ripetitivo, troppe volte raccontato in modo ossessivo, che alla fine dovrebbe ispirare tenerezza, tanto è determinata la sua voglia di creare e invece rimane inchiodata ad un’immagine astratta, mai umanizzata di “bambola gotica” senza una conclusione convincente, tranne le sue ossessioni sessuali, le sue manie, le sue affermazioni al limite del surreale.
Nella quarta di copertina del libro si legge che la scrittrice ha ottenuto grande successo negli ambienti alternativi: è del tutto plausibile, vista la sua capacità di costruire storie e personaggi italiani davvero unici ed originalissimi.

Modamorte
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