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Storia della letteratura

Mito di Edipo: le interpretazioni di Freud e Vernant

Edipo è conosciuto come colui che ha posseduto la madre e ha ucciso il proprio padre, tuttavia la vicenda dell'eroe è ben più complessa e si presta quindi a diverse interpretazioni, come quelle di Freud e Vernant.

Rosa Aimoni
Rosa Aimoni Pubblicato il 11-04-2018

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Mito di Edipo: le interpretazioni di Freud e Vernant

Il mito di Edipo ha lasciato una profonda traccia nella cultura occidentale; anche chi non ama particolarmente la mitologia ha sentito nominare o raccontare le gesta dell’eroe almeno una volta nella vita.

Chi è Edipo? Edipo è conosciuto come colui che ha posseduto la madre ed ha ucciso il proprio padre, tuttavia la vicenda dell’eroe è ben più complessa e si presta quindi a diverse interpretazioni.

Nel raccontarla è meglio patire dalle origini di Edipo, che portano alla città di Delfi, dove viveva il suo padre biologico, Laio, re di Tebe. Quest’ultimo, inizialmente, non riuscendo ad avere figli, si recò a Delfi, dove si trovava il famoso santuario d’Apollo, per consultare l’oracolo e avere un responso.
Nell’antichità, infatti, era diffusa l’abitudine di recarsi presso alcuni santuari, come appunto quello di Delfi, per sottoporre alle divinità svariate domande sul proprio destino. La divinità, in questo caso Apollo, rispondeva attraverso un sacerdote o una sacerdotessa. Alla domanda di Laio, l’oracolo pronunciò il suo lapidario responso:

"Tu non devi avere figli; se avrai un figlio questo ti ucciderà".

Com’è facile immaginare, Laio fu sconvolto dalla profezia e quindi si ripromise di non amare più sua moglie Giocasta. Tuttavia, una sera, dopo aver bevuto troppo, possedette la sua consorte e quell’unica volta bastò per generare un erede. Alla nascita del bambino, Laio lo abbandonò sul Monte Citerone.

Come spesso succede nei racconti mitologici, i bambini abbandonati si salvano e anche Edipo, quindi, si salvò grazie alla pietà di un pastore, che lo affidò alle cure del re di Corinto.

Edipo crebbe senza sapere la verità e i genitori adottivi lo amarono come proprio. La storia poteva anche finire così, senonché il destino, così come deciso dagli dei, non poteva di certo fermarsi.

Una sera, durante un simposio, una di quelle feste dove i greci usavano bere e divertirsi, un ubriaco rivelò ad Edipo le sue vere origini. Sconvolto, il ragazzo decise di recarsi a Delfi per consultare l’oracolo in merito e qui gli venne rivelata l’orribile profezia:

"Ucciderai tuo padre e ti unirai a tua madre".

A questo punto, Edipo decise di non tornare più a Corinto per evitare che la profezia si avverasse, convinto che quelli che lo avevano cresciuto fossero i suoi veri genitori.

Nello stesso tempo, Laio, il padre biologico di Edipo, era sempre in tensione e temeva, come infatti era accaduto, che il bambino potesse non essere morto. Quindi andò a Delfi per consultare l’oracolo, proprio lo stesso giorno in cui vi si recò Edipo. I due si incontrarono durante il tragitto nel punto in cui si trovava un incrocio e per un banale motivo iniziarono a litigare. Nel momento culminante della lite, Edipo uccise Laio, senza sapere che fosse lui il padre biologico. La prima parte della profezia si avverò.

Dopo il delitto, Edipo venne a sapere che Tebe era tenuta sotto scacco dalla Sfinge, il terribile mostro che imponeva a chiunque tentasse di entrare in città di risolvere un indovinello. Edipo riuscì clamorosamente a risolverlo e per questo motivo fu dichiarato Re di Tebe e prese in sposa Giocasta, la vedova di Laio, ignorando si trattasse della donna che lo aveva partorito.

Trascorso qualche tempo, madre e figlio, ovvero i due sposi, scoprirono la verità grazie alla confessione di un servo: Giocasta si impiccò, mentre Edipo si accecò utilizzando la fibbia della madre/sposa.

Le interpretazioni del mito di Edipo: complesso o no?

La storia di Edipo è stata soggetta a diverse interpretazioni. Secondo Sigmund Freud (1856 - 1939), il padre della psicoanalisi, questo mito paleserebbe la voglia inconscia, ovvero non consapevole, degli uomini di unirsi con la propria madre e di uccidere il padre. Si tratta del conosciutissimo complesso di Edipo, esposto da Freud nel suo famoso saggio L’interpretazione dei sogni.

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Di diverso avviso, invece, è Jean-Pierre Vernant (1914 -2007), famoso studioso di cultura greca. Nel suo saggio "Edipo senza complesso", l’autore afferma che il mito greco in realtà non ha nulla a che fare con il complesso ipotizzato da Freud. In effetti, Edipo uccise suo padre e sposò sua madre senza sapere che fossero i suoi veri genitori.

Mi sembra doveroso sottolineare anche ciò che Giorgio Ieranò, professore di letteratura greca all’Università di Trento, afferma in proposito nel suo saggio "Eroi", di cui raccomando a tutti la lettura:

"Non sapremmo a chi dar ragione, se a Freud o a Vernant... A noi, in verità, la triste vicenda di Edipo sembra raccontare altre cose. E quando l’ascoltiamo crediamo di intravedere quella segreta costellazione del destino in cui è inscritto il senso, o il non-senso, delle nostre vite".

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Mito di Edipo: le interpretazioni di Freud e Vernant

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