Memorie di una cagna di Francesca Petrizzo

Quando ho cominciato a leggere questo romanzo ero alquanto diffidente; il titolo mi aveva colpito negativamente, in epoca di disprezzo per le donne e il loro corpo troppo spesso abusato. Mi sono trovata di fronte ad un esordio sorprendente: la giovanissima autrice sembra aver elaborato e digerito i temi che riguardano la donna, il suo rapporto con l’amore, la femminilità, il potere, la seduzione, la maternità, la sessualità, l’amicizia, l’amor di patria... insomma tutta la sfera affettiva e relazionale che una donna può mettere in campo durante una lunga e tortuosa vita.

Elena, principessa di Sparta famosa per la sua bellezza, è una bambina infelice, trascurata da una madre ambiziosa e lasciva; i suoi fratelli, Castore e Polluce, dopo aver sventato il tentativo di stupro che la bambina stava subendo da parte di Teseo, muoiono. La sorella di Elena, Clitemnestra, arrivista e violenta, sposa Agamennone e disprezza la sorella minore. I partiti che si affacciano a Sparta per chiedere in sposa la bella Elena, Diomede e Achille, vengono respinti: lei è destinata a Menelao, figura opaca gestita dal prepotente fratello Agamennone. Non c’è amore tra i due, solo violenza silenziosa e noia. All’arrivo a Sparta del messaggero da Troia, il fatuo Paride, scocca la scintilla erotica che travolgerà Elena, Paride e l’intero mondo che li circonda.

La descrizione di Elena a Troia, la sua passione per Paride presto finita miseramente, il vero grande amore della sua vita per Ettore, l’eroe positivo per eccellenza, l’amicizia sincera e profonda per Cassandra, la sfortunata profetessa, e per Enea, l’unico superstite della catastrofe imminente, ci consegnano il ritratto di una donna ormai matura, temprata dai dolori, divenuta madre troppo presto ma ormai pronta ad abbandonare una vita che ha procurato troppi lutti, troppe morti violente, troppa infelicità negli uomini con cui ha avuto rapporti. L’autrice ha riletto alla luce di una sensibilità molto attuale storie conosciute nell’infanzia o studiate a scuola, ricostruendo con la fantasia e con una documentata conoscenza della mitologia classica un racconto a cui tutti siamo legati, cercando di rivederne gli stereotipi e disegnando un affresco di quella società lontana, ma non perduta, che ci riporta ad uno scenario culturale dal quale tutti noi proveniamo.