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Recensioni di libri

Lire 26900 di Frederic Beigbeder

Con più di 300 mila copie vendute, "Lire 26900" è un romanzo ironico, cinico e crudele incentrato sulla pubblicità. Octave (alter ego di Frédéric, che lavorava presso l’agenzia pubblicitaria Young & Rubican, prima di essere licenziato a causa dei contenuti del libro) è un creativo 33enne di successo, che esordisce presentandosi con irriverenza per quel che fa: "Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l’universo".

Mino Pica, scrittore
Mino Pica, scrittore Pubblicato il 30-10-2008

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Lire 26900

Lire 26900

  • Autore: Frederic Beigbeder
  • Genere: Marketing e Business Management

Frédéric Beigbeder è un critico letterario francese, autore di tre romanzi e di una raccolta di racconti. Il libro, che ha venduto più di 300 mila copie, è un romanzo ironico, cinico e crudele incentrato sulla pubblicità. Prima della sua pubblicazione, Beigbeder lavorava per l’agenzia pubblicitaria Young & Rubican, che l’ha poi licenziato per lo scalpore ottenuto e soprattutto per i contenuti del suo libro.

Octave (alter ego di Frédéric) è un creativo 33enne di successo, che esordisce presentandosi con irriverenza per quel che fa: "Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l’universo".
Così inizia, e poi continua, a raccontare la realtà pubblicitaria così com’è, probabilmente perché lo può fare dall’interno, e pian piano svela il lato sporco, subdolo, inconscio ed ingannevole della stessa. Il suo libro si può definire una crociata contro il negoziare universale, guidata da Octave, un antieroe cocainomane che svela la vera forza dell’industria della pubblicità, che ormai acquisisce nuovi e troppi ruoli in questa nuova e mutevole società del terzo millennio.

Il profilo che traccia è fuorviante ma purtroppo è da considerarsi veritiero: non è più il consumatore a scegliere la misura e la qualità della produzione bensì è il produttore a creare il desiderio di determinati prodotti.
Il creativo pubblicitario non cerca più spunti nella realtà, ma sono i destinatari che cercano all’infinito di specchiarsi in slogan e segni per riconoscersi nella realtà!
E’ una coscienza collettiva che cambia pelle, anzi la perde, sembra esser questa la denuncia di Beigbeder.

Un accusa singolare e irriverente visto che l’autore appare accusatore ed imputato contemporaneamente. Un romanzo che parla di economia, di filosofia ma anche di cose concrete, che incuriosisce perché ha tante rivelazioni in un quadro linguistico acceso, scorrevole e coinvolgente che ti spinge a vedere la questione da entrambi i lati, quando poi improvvisamente ci si rende conto che chiunque vi è coinvolto e nessuno può sfuggirne. Irriverente, cinico, interessante: da leggere.

L’autore di questa recensione è uno scrittore emergente: clicca sul suo nome per conoscerlo meglio!


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lire 26900

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