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Recensioni di libri

Lavoro a mano armata di Pierre Lemaitre

Fazi Editore, 2013 - Alain narra in prima persona il suo dramma, un dramma attuale per tante persone oggi, che nel giro di poco tempo si trovano disoccupate e umiliate.

Teresa D'Aniello
Teresa D’Aniello Pubblicato il 01-04-2014

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Lavoro a mano armata

Lavoro a mano armata

  • Autore: Pierre Lemaitre
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Fazi
  • Anno di pubblicazione: 2013

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Appartengo a una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutte e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo di illusioni. Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Con una frase presa in prestito da Il Gattopardo, lo scrittore Pierre Lemaitre ci apre al suo romanzo. Una storia incredibile che appartiene al dramma del nostro quotidiano, una storia noir con una tensione e una suspense davvero sorprendenti.

Il protagonista è un cinquantasettenne, Alain Delambre, che fino a quattro anni prima conduceva una vita serena e normale nella sua città, Parigi. Si alzava la mattina presto insieme alla moglie Nicole, facevano colazione velocemente nella cucina che stavano ristrutturando e, separatamente, vestiti di tutto punto con le loro macchine raggiungevano il posto di lavoro. Alain era direttore delle risorse umane presso una grande azienda, ma quando la crisi ha costretto a ridurre il personale, prima i dipendenti e poi i manager, si è trovato senza più lavoro, licenziato.

Alain narra in prima persona tutto il suo dramma, un dramma attuale per tante persone oggi, che nel giro di poco tempo si trovano disoccupate e umiliate. Alain nei quattro difficili anni trascorsi ha il conto in banca azzerato, è senza una macchina, in casa i lavori sono fermi per mancanza di soldi, non vede neanche più i vestiti che indossa, ormai lisi, con i quali si reca la mattina all’ufficio di collocamento ed è passato dal senso di colpa, con il quale ha convissuto a lungo, al senso d’ingiustizia che lo ha reso pieno di rabbia.

“..non diciamo niente alle ragazze, ok? Alle nostre figlie vedere il padre correre dietro a quattro soldi fa male. Non dicono niente, ma so che è più forte di loro: l’immagine che hanno di me si è deteriorata. Non per via della disoccupazione, ma piuttosto per gli effetti che la disoccupazione ha avuto su di me. Mi sono invecchiato, abbattuto, immalinconito. Sono diventato insopportabile.“

Trovare lavoro alla sua età è difficile e, se inizialmente sperava che con la sua esperienza e con la qualifica raggiunta dopo un’intera vita di lavoro sarebbe stato facilitato nel reinserimento, ora è convinto di non aver più nessuna via di uscita. È nei debiti fino al collo e l’amore, quel profondo amore per Nicole, non basta più. Una discesa lenta all’inferno, un supplizio nel quale ci si identifica e che fa male anche al lettore nel voltare le pagine. I piccoli lavoretti che riesce a trovare sono alienanti e con una paga da fame: scarica cassette, distribuisce volantini e fa le pulizie di notte negli uffici. Le ore trascorse a casa di sera con Nicole sono un tempo opprimente e sente di essere inadeguato: l’unica donna che ha amato nella sua vita, la madre delle sue figlie, è una persona alla quale non riesce neanche più ad avvicinarsi. Si vede costretto, insonne, ad alzarsi di notte e uscire, prendendo la metro e viaggiando senza una meta, il tempo trascorrerà e al mattino, di buon’ora, potrà far rientro a casa.

“Il segreto della felicità è che avevamo un lavoro e potevamo sfilare, senza porci troppe domande, le innumerevoli conseguenze positive di questa fortuna inaudita: le cambiali pagate, le vacanze, le uscite, le iscrizioni all’università, le macchine, e la certezza che il nostro lavoro diligente, risoluto, ci dava la ricompensa che ci spettava.“

L’arrivo inatteso di una mail nella quale gli viene richiesto un colloquio presso una multinazionale riaccende in Alain una speranza, alla quale si aggrappa con tutte le poche forze che gli sono rimaste. È invitato a una selezione per un posto come manager delle risorse umane. Da non credere, un vero colpo di scena. L’agenzia incaricata di scegliere il personale richiede ai candidati di superare una prova particolare, un sequestro di persona simulato, e coloro che dimostreranno sangue freddo e controllo nella situazione estrema, saranno i prescelti. Una situazione paradossale che fa da cornice a uno dei noir più drammatici e sensazionali che ho letto negli ultimi anni. La drammaticità sociale in uno dei periodi di crisi economica più nera, un uomo ridotto al nulla dal sistema capitalistico che della sua umiliazione ne fa un’arma per uccidere. L’ansia trasformata in angoscia, il potere economico, la corruzione, una trama complessa ma descritta magistralmente dall’autore, da rendere la vicenda di Alain, personaggio letterario, una reale storia di denuncia.

Pierre Lemaitre è stato insegnante per molti anni prima di darsi alla scrittura. I suoi romanzi appartengono al genere del giallo o del noir e hanno ottenuto in patria diversi premi. Con Lavoro a mano armata ha vinto diversi premi fra i quali il Prix Le Point du Polar européen. Molto apprezzato dalla critica, presto sarà girato anche un film.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lavoro a mano armata

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