La vita bugiarda degli adulti, la serie Netflix tratta dall’ultimo romanzo di Elena Ferrante pubblicato da edizioni E/O, è un prodigio.
Avevamo già avuto la prova dell’incredibile adattabilità sul grande schermo della scrittura di Ferrante con la terza stagione dell’Amica geniale andata in onda su Rai 1 lo scorso gennaio, Storia di chi fugge e di chi resta. La vita bugiarda degli adulti supera però ogni aspettativa confermando Elena Ferrante come una delle autrici più illustri del nostro panorama nazionale e mostrandoci, al contempo, una grande prova di regia da parte di Edoardo De Angelis che si è occupato anche della sceneggiatura lavorando in team con la scrittrice stessa e con una squadra di autori tra i quali figurano anche Laura Paolucci e il premio Strega Francesco Piccolo.
La serie Netflix, sviluppata in collaborazione con Fandango, ieri sera è stata presentata in anteprima all’Auditorium della Conciliazione di Roma. Un evento esclusivo durante il quale sono state distribuite a tutti i partecipanti delle copie del romanzo di Ferrante raffiguranti in copertina la nuova locandina della serie: i volti di Valeria Golino e della giovane Giordana Marengo sembrano bucare la pagina. Sullo schermo il prodigio si ripete perché quei volti parlano e diventano vivi.
Alla prima era presente il cast completo della serie: la giovane protagonista - l’esordiente Giordana Marengo, Valeria Golino, Alessandro Preziosi, Pina Turco, Azzurra Mennella, Rossella Gamba, Giovanni Buselli, Adriano Pantaleo e molti altri.
Sul palcoscenico era già stata notata la palpabile alchimia tra Valeria Golino (l’interprete di zia Vittoria) e Giordana Marengo (nei panni della protagonista Giovanna Trada), entrambe hanno promesso al pubblico che i loro personaggi avrebbero fatto emozionare. E così è stato.
La giovane Marengo, di bianco vestita, ha dichiarato il proprio imbarazzo di fronte a una platea così vasta e con voce rotta dall’emozione ha detto:
Spero che la mia Giovanna riesca a emozionarvi e a comunicare tutto il necessario.
Le ha fatto eco Valeria Golino, con tono più fermo, dichiarando che:
C’è stato tanto lavoro e tanta passione. Abbiamo faticato, ci siamo anche divertiti, però è importante che tutto questo arrivi direttamente al pubblico. Penso che sia la sensazione tipica di chi fa il nostro lavoro, per anni pensiamo: ecco il film, intanto l’abbiamo fatto, ma poi? Ed è importante sapere invece che il tuo lavoro viene visto, accolto. Vedere il cinema pieno stasera fa molto piacere, vi ringrazio di essere qui.
Le aspettative non sono state disattese. Non era facile portare sullo schermo un libro così complesso, in cui l’aspetto psicologico gioca un ruolo fondamentale e preponderante nella trama, invece la bravura degli attori e una sceneggiatura perfetta, molto fedele al romanzo, hanno fatto la differenza dimostrando che, a volte, lo scarto tra cinema e letteratura può essere minimo e che si tratta di due arti capaci di potenziarsi a vicenda. Il maggior pregio di questo nuovo sceneggiato è il fatto di essere riuscito a non mostrarsi come la copia de L’amica geniale, ma a mantenere un altro stile, un’altra impronta come appunto la storia e il romanzo richiedevano.
La vita bugiarda degli adulti è un prodotto a sé stante e Giovanna Trada non è la copia di Elena Greco, ma una protagonista a tutto tondo, complessa e sfaccettata, capace di entrare in empatia diretta con il lettore e lo spettatore.
Di seguito riportiamo in esclusiva la recensione dei primi due episodi de La vita bugiarda degli adulti.
Episodio 1: La bellezza
Le prime immagini ci mostrano la protagonista, Giovanna Trada, mentre nuota nell’acqua iridescente del mare: il suo corpo sembra prepararsi a una metamorfosi, proprio come quello di una sirena. La regia riesce a restituirci tutto il significato dell’adolescenza in una sequenza perfetta: il corpo che cambia, si sviluppa, cresce e perde le sembianze infantili preparandosi alla trasformazione dell’età adulta. Il tormento di Giovanna sembra già racchiuso in quel ritratto che anticipa il reale incipit del romanzo come una premessa necessaria: il cinema deve anzitutto mostrare, incidere le sensazioni attraverso un’immagine, poi vengono le parole.
Soltanto dopo giunge la voce fuori campo della narratrice a introdurci nella storia riprendendo l’apertura folgorante del romanzo di Elena Ferrante.
Da subito la pellicola ci mostra una Napoli diversa: non siamo nel povero rione de L’amica geniale, ma nella Napoli ricca del quartiere del Vomero che sembra non interfacciarsi con il mondo circostante. Giovanna compie il percorso inverso rispetto a quello di Elena Greco: è una ragazza di buona famiglia, figlia di genitori colti, che non ha mai conosciuto la povertà e la scopre attraverso la figura enigmatica di zia Vittoria, che la introdurrà alla scoperta di un mondo per lei sino ad allora conosciuto. L’attesa del personaggio di zia Vittoria, interpretata magnificamente da Valeria Golino, governa gran parte del primo episodio in una tensione crescente.
Giovanna desidera conoscere la zia perché sente il padre paragonarla a lei mentre parla sottovoce con la madre: “Sta facendo la faccia di Vittoria”, lo sente dire origliando una conversazione privata. Questa affermazione, pronunciata sottovoce, darà inizio a tutto: alla trasformazione della protagonista che sente, d’improvviso, di non appartenere al mondo dei suoi genitori e va quindi alla ricerca dell’altra, della zia definita “cattiva”, che le schiuderà gli occhi di fronte alla realtà rivelandole ciò che nel titolo viene definita “la vita bugiarda degli adulti” e non è altro che la vita vera, fuori dal bozzolo protettivo dell’infanzia.
L’arrivo di zia Vittoria ruba la scena. Valeria Golino si conferma - forse suo malgrado - protagonista della storia. È lei il personaggio forte, affascinante, carismatico che da subito catalizza lo spettatore. Ed è proprio a lei che Giovanna desidera assomigliare, in quel tentativo disperato di emulazione tipo dell’adolescenza, rinnegando il mondo in cui è nata. Si avverte la frattura irreparabile tra Giovanna e i genitori, lo spettatore viene trascinato nel dubbio: chi mente? Zia Vittoria è buona o cattiva? È una strega o una santa? La ribellione di Giovanna appare necessaria e si entra subito in empatia con la confusione di questa ragazzina che si affaccia al mondo con occhi puri ma disillusi.
Nel primo episodio si assiste a una scena potentissima che nel romanzo è assente, ma che appare come un capolavoro di regia: il balletto a due tra Giovanna e zia Vittoria in terrazza sulle note di Non, je ne regrette rien di Edith Piaf. Sullo sfondo si scorge la Napoli povera e, ancora oltre, i grattacieli dei quartieri alti. Una scena che sembra racchiudere tutto pur senza dire niente: sono gli sguardi delle protagoniste a dirci tutto, i loro gesti mentre la musica si fa sempre più forte, intensa, e sembra travolgere ogni cosa come un’onda. Allora lo spettatore lo sa, anche se nulla è stato detto: un sodalizio si è compiuto.
Episodio 2: La somiglianza
Nel secondo episodio entriamo nel cuore della storia e la dicotomia tra verità e menzogna si fa più sottile e difficile da interpretare. La domanda “Chi mente?” attanaglia come una trappola e, sul finale, ci troviamo sulla soglia della verità. Zia Vittoria invita Giovanna con sé e la conduce al cimitero per mostrarle la tomba del suo amato Enzo e raccontarle una storia che pone il padre della protagonista in una posizione dubbia.
La scena del cimitero ci regala un intenso monologo di Valeria Golino alias zia Vittoria, fedelissimo al romanzo, che ci restituisce l’emozione palpabile che le due attrici avevano promesso nell’anteprima. Gli occhi sgranati di Giordana Marengo in risposta dicono tutto e riflettono, forse, lo stesso turbamento dello spettatore. Persino il linguaggio sguaiato nella bocca di Golino non appare disturbante, ma necessario, e l’attrice con le sue pose riesce a dare al personaggio di zia Vittoria un inedito connotato di eleganza.
La seconda parte ci conduce sulla soglia di una verità non detta, ma intuita dalla protagonista. Di nuovo il regista Edoardo De Angelis si serve del potere evocativo della musica che crea un’orchestra invisibile tra gli sguardi dei protagonisti che si intrecciano e poi si lasciano in un balletto simile a una quadriglia.
Sul più bello ecco che la scena si chiude e si vorrebbe passare immediatamente all’episodio successivo con un click, ma non possiamo farlo. Questo d’altronde è un privilegio cui ci ha abituato la serialità e l’ormai inconsapevole assuefazione a piattaforme streaming come Netflix: ora ci troviamo al cinema e dopo tanto tempo, inaspettatamente, riscopriamo il bello dell’attesa.
Dal 4 gennaio 2023 tutti e sei gli episodi de La vita bugiarda degli adulti saranno disponibili su Netflix. Ci aspettiamo un’escalation di emozioni nelle prossime puntate.
La vita bugiarda degli adulti: il trailer
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La vita bugiarda degli adulti”: la recensione dei primi episodi della serie Netflix
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