La saggezza dell’anima. Quello che ci rende unici
- Autore: Raffaele Morelli
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2014
“Spero vi piaccia il libro buona giornata…”
Così, dal suo blog, Raffaele Morelli ci presenta “La saggezza dell’anima. Quello che ci rende unici” edito da Mondadori a fine Ottobre 2014.
Personalmente la sensazione che ho leggendo i libri di Raffaele Morelli non è mai di questo tipo: fatico a dire mi è piaciuto o il contrario. Ciò di cui ci parla Morelli non si afferra immediatamente e si può fruire lasciando scorrere le parole, in particolare in questo lavoro.
Quello che il lettore può fare è accettare o meno l’ingaggio e leggendo diventerà nitida l’esperienza dell’autore, che attraverso la scrittura cerca di condividere con il lettore ciò che ha fatto suo.
Quanto tempo ci vuole perché accada una magia?
Parlare di anima, di magia, di ignoto, di immagine innata a noi moderni così addestrati a resistere a tutto ciò che non è quantificabile o riconducibile a una logica, evidenziare quanto siamo distolti da noi stessi, è già di per sé una presa di responsabilità nei confronti dell’essere umano.
Raffaele Morelli con intelligenza e talento impasta per noi il mito con le neuroscienze, il Tao con Jung, e spezza questo pane che sana e nutre l’autoconsapevolezza di una società che è ormai una deriva di massa verso la banalità. Ogni individuo è sottoposto a una pastorizzazione quotidiana che ha svaporato il significato autentico della persona.
L’autore riflette spesso sul ruolo e sulla responsabilità della psicoterapia e in più parti nel testo l’invito è esteso ai suoi colleghi.
L’approccio alla professione di Morelli è innovativo e del tipo: io sono uno sconosciuto per te e tu lo sei per me, cosa vuoi che sappia io di te che tu già non conosca? Dotato com’è di buon senso pratico non si pone come un guru risolutore, tenta anche con durezza e una buona dose di antipatia congenita a intercettare quello che di noi è unico e magicamente universale, in quanto, come spesso ci dice, l’Anima è caratterizzata da entrambi questi aspetti.
E noi siamo manifestazioni più o meno riuscite di questa grande casa che abbraccia il cosmo. Qui il tempo non è né poco né tanto e, anche se ogni essere umano dispone di un suo tempo biologico, intuendo dove si trova il varco, entra nel tempo dell’umanità tutta. Allora, illuminato il varco, gli elementi iniziano a destarsi mentre gli eventi si snocciolano istantaneamente. Le cose iniziano a fluttuare perché sganciate dall’ancora della contingenza, una expiry date che ci condiziona e appesantisce.
Quando ci nascondiamo nel buio dell’Anima siamo risucchiati in un tempi ciclico. Un tempo magico in cui ritroviamo l’immagine innata, che lungi dall’essere qualificabile in buona o cattiva è il compimento della nostra peculiare natura. Ritrovarla significa azzerare il pensiero ruminante e fare spazio alle nostre istanze profonde.
Ecco noi moderni siamo stati capaci di declinare la magia in fantasy dove adolescenti travestiti da maghetti in una stazione prendono un treno, oppure assistiamo alle peripezie di poveri vampiri addomesticati alla bontà. Sigh!
Ho apprezzato di cuore il capitolo “A tu per tu con il male”, finalmente qualcuno che dice basta al buonismo a tutti i costi, basta con il voler accondiscendere con la nostra vita alle richieste altre.
Morelli stabilisce un patto con i suoi pazienti e con i suoi lettori: non vi dirò mai quello che vi aspettate di sentirvi dire, tuttavia cercherò con voi di esplorare il vero aldilà che è il regno dell’anima.
L’Anima è una dimensione ulteriore, che non appare nelle identità che assumiamo ma che le sottende tutte in un grande insieme che è la vita.
I contenuti del libro sono esposti con una scrittura pacata ma affilata e ho notato una certa crescente insofferenza di Morelli nei confronti della categoria dei terapeuti che si ostinano a prescrivere anche dove non serve lo psicofarmaco. Meno male che qualcuno denuncia questa prassi che sta facendo danni enormi soprattutto nei bambini che devono fronteggiare l’accusa infamante di soffrire della sindrome da deficit di attenzione e iperattività, ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder).
I nostri piccoli sono sottoposti a ogni tortura: non giocano all’aperto, non vanno in bicicletta, portano zaini da 6 kg, devono fare sport anche se detestano la competitività, li gonfiamo di merendine e cibo svuotato di vita (e vitamine, sali minerali proteine ecc. ecc.), e ci stupiamo che tendano a distrarsi?
La saggezza dell'anima. Quello che ci rende unici
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