La paziente n. 9
- Autore: Alessandro Defilippi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2012
Genova, 1942. Un colonnello dei carabinieri tormentato da un rimorso divorante. Un giovane psichiatra tedesco dagli occhi azzurrissimi e profondi, che nasconde un indicibile segreto. Un tetro manicomio, nella pace delle colline che si affacciano sul mare. Una donna bellissima e molto amata, preda di un demone oscuro che la induce a dipingere sul muro con il suo stesso sangue. Una serie di omicidi efferati. L’ombra della guerra, che si allunga su tutti come l’ala nera di una più grande follia. E la TEC, appena diventata di moda: terapia elettroconvulsivante. Elettroshock. Occhi imploranti, occhi spietati, occhi spalancati per il terrore. C’è poco tempo per fermare la follia che cresce.
Quello che avete tra le mani è un romanzo dal ritmo serrato, che mozza il fiato, e un’indagine appassionata e dolente sulle menzogne dell’animo umano e sul coraggio necessario a svelarle. È un rigoroso romanzo storico e insieme un libro più che mai contemporaneo per la forza delle sue immagini, che scava nelle profondità dell’amore e della paura, senza chiudere gli occhi davanti a nulla.(Note di copertina)
“Sono sempre stato troppo prudente. Sempre. Una talpa che vive sottoterra, che si nutre di… Scheisse und Angst. Di merda e di paura”.
Questo romanzo mi è piaciuto moltissimo, fin da quando ho avuto la fortuna di vederlo nascere e crescere. Mi piace la storia, che non capisco quanto è vera e quanto verosimile, mi piace sempre l’intreccio tra le vicende personali e quelle politiche e sociali che Alessandro mette nei suoi testi, mi piace trovarci lui, per quanto lo conosco. Mi piace la lotta dell’uomo sull’uomo, che non è mai lotta tra bene e male, ma tra la parte di bene e la parte di male che c’è in ognuno di noi. Mi piace che i giusti sappiano soffrire e riescano a non soccombere. Mi piace che alla fine non ci sia un vero vincitore, perchè tutti comunque perdono qualcosa. Mi piace perchè mi sembra che, raccontando cose lontane, e molto particolari, Alessandro racconti la vita, la paura, il coraggio, il caso di viverla. Mi piace perchè in tutti i suoi personaggi mi sembra di ritrovare qualcosa di me, di noi.
E devo dire grazie all’autore, che mi ha generosamente inserita tra le persone che ringrazia, ma sono io che ringrazio lui, per la fiducia che mi ha riservato facendomi leggere questo testo mentre lo costruiva e per le piccole cose che ho imparato da scribana in sedicesimo quale sono.
- Mondadori, 2012
La paziente n.9 (Omnibus)
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Brillanti sebbene gotiche le atmosfere di questo romanzo di Alessandro De Filippi, in cui riecheggia tutta la sua formazione culturale da psicanalista. Teatro del dramma non a caso è uno dei centri in cui ha prestato servizio l’autore stesso.
Ci troviamo a Genova, nel 1942, in un manicomio nascosto tra le colline che, placide, si affacciano sul mare. In questa atmosfera rarefatta, si intrecciano le storie di un colonnello tedesco che nasconde un passato oscuro, una bellissima prigioniera che, quasi fosse posseduta da un demone, dipinge sul muro della sua cella col suo stesso sangue, e un commissario, che interviene a cercare di fare chiarezza. Al centro di questo teatro e dei dolenti venti di guerra, la TEC, la cosiddetta macchina dell’elettroshock, che diventa testimone ed araldo di una politica repressiva e violenta. E qui, tra un ipotetica ala segreta, e l’orrore delle sperimentazioni naziste sui malati di mente, si dipana una trama scorrevole, che probabilmente non aggiunge nulla di originale e innovativo, e che nemmeno troppo scava nelle personalità dei protagonisti, ma che riesce, se non altro, a trasmettere in maniera inequivocabile, il terrore delle punizioni e la crudeltà degli aguzzini che non lasciavano scampo a prigionieri e pazienti!
A suo modo gradevole!