Il teorema dell’ombra
- Autore: Alessandro Defilippi
- Genere: Horror e Gotico
- Anno di pubblicazione: 2014
Il teorema dell’ombra (Anordest, 2014), raccolta di racconti scritta da Alessandro Defilippi, psicanalista e scrittore torinese, è un’opera di ampio respiro che non solo racconta di storie inquietanti che sfiorano il limite dell’horror, ma costituiscono anche dei veri e propri spunti di riflessione che riguardano le grandi tematiche della vita e della morte, riflettendo anche simbologie ed interpretazioni varie.
Il testo si suddivide in due parti: la prima è dedicata ai racconti che hanno come titoli i nomi dei colori e la seconda alle ombre. Numerose sono le citazioni che riguardano la coesistenza nell’individuo di luce ed ombra e soprattutto di oscurità e paura.
Il filo conduttore sembra essere prima di tutto l’interiorità di ciascuno dei personaggi che per volontà propria o altrui entra in contatto con una dimensione “altra” che mette fin troppo facilmente in crisi l’equilibrio e la sanità mentale della cosiddetta “vittima”.
Durante la lettura incontreremo fantasmi, donne oscure e maledette, traghettatrici della morte, cani rabbiosi e senz’occhi, fanciulle vestite di rosso che sorridenti ti accompagnano verso la fine, strane presenze-assenze senza alcuna ragione di esistere e soprattutto bambini che indossando infiniti volti ed abiti, diventeranno il peggiore dei vostri incubi.
L’autore afferma che sono loro ad essere gli unici in grado di aprirsi all’alterità, al mondo irrazionale e fantastico del non visto e solo sentito: il mondo delle percezioni, di ciò che ti scivola sulla pelle senza che puoi afferrarlo, della paura che ti si incolla addosso e ti toglie il respiro e dei sussurri che popolano le tue notti senza che tu possa dormire. L’autore riesce con eleganza e terrore ad immergerci in un mondo in cui i confini della realtà traballano, in cui gli equilibri cadono e i protagonisti, uomini, donne e bambini, diventano vittime di qualcosa che sfugge a qualsiasi controllo e comprensione.
Le esperienze soprannaturali vengono vissute con abbandono e accettazione, sono assorbite e diventano esse stesse parte integrante delle vite dei personaggi accompagnandole verso un’inevitabile fine. A volte si tratta davvero di una fine fisica, in altre invece si tratta di una sorta di attraversamento per un altro luogo, un altro spazio e una nuova consapevolezza. I ricordi e le memorie sono sotto i riflettori e la loro esistenza si mescola fin troppo facilmente con i sogni e gli incubi di cui quegli strani incontri fanno parte: incontri con bambini immaginari e senza nome, dagli occhi neri come scarafaggi, apparsi in case normali oppure rinchiusi in fabbriche abbandonate, dove la dimensione onirica si scontra con quella della veglia a tal punto da rendere tutto un grande sogno di cui anche la morte fa parte; donne belle ed oscure, accompagnate da animali di ogni specie; corvi, cani e topi che irrompono nella vita quotidiana dei protagonisti diventando annunciatori di una fine fin troppo vicina.
“Sono la dama nera, la traghettatrice. Ora sono la tua dama nera. Antonio è passato, e qualcuno deve prendermi.”
L’autore riesce a fondere sapientemente echi di cultura strettamente popolare fino al più alto misticismo, attraverso il quale queste magnifiche donne descritte sono terribili nella loro immensa sacralità mitica. Molti racconti sono avvolti da una velata malinconia che ha il sapore del dolore e della sconfitta e non solo quello della paura.
La scrittura è iniziatica, simbolica, a tratti dolce e raffinata nella sua interezza. Una forma attraente che rivela un contenuto intelligente e accurato, profondo e per certi versi rivelatore come sono rivelatrici le visioni di questo autore, che colpiscono quella dimensione comune a ciascuno di noi, mettendola in luce. Quella dimensione che non ha difese e che ha bisogno di venire fuori sempre e comunque.
Le atmosfere sono gotiche, nere, abbandonate ad una notte senza luna. Solitarie e taciturne, ti accompagnano verso un abisso immobile dal quale non potrai vedere niente. E lì il dilemma se gettarti o meno. Eppure i personaggi che impariamo a conoscere durante la nostra lettura, non sembrano avere dubbi.
Tutti, dal primo all’ultimo, si lasciano prendere da quell’atmosfera, abbracciare dall’inquietudine e dall’angoscia e cadono, leggeri verso quel fondo che non è altro che quello dell’anima.
Le ombre sono cariche di echi, a volte così pesanti da diventare macigni da portare fino alla fine. Le ombre di questi racconti colorano la notte di mistero e sacro, di leggende e di popolo, di voci e canti che provengono dall’ignoto. Ci mostrano come e dove guardare. Perché...
“Ombra profonda siamo.”
E nient’altro.
Il teorema dell'ombra
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