La morte nell’anima di Jean Paul Sartre

La coscienza vince sempre. Lo scenario? La seconda guerra mondiale.
La Francia è allo stremo, dilaniata nel cuore e nell’anima dalla spietata avanzata di Hitler e del suo esercito. L’unica possibilità rimasta? La fuga.
Un’opzione poco onorevole ma, di fronte alla signora con la falce…

Una massa informe di corpi e cuori che cercano di resistere, di sopravvivere, di trovare un senso a quella vita così crudele. Mathieau Delarue, intellettuale di sinistra, si è salvato insieme a quella fiumana di corpi. Però ha un tarlo dentro che lo sta dilaniando. Ha accettato la sconfitta, si è arreso, ha scelto di non lottare per prolungare la propria esistenza di qualche giorno, qualche istante…
È salvo, ma si condanna. Senza appello. Sta respirando, non è steso a terra come tanti suoi compagni, eppure la sua punizione è mille volte peggiore della morte. E allora qualcosa scatta, in lui, qualcosa che lo porterà a rivedere di nuovo la sua scelta, qualcosa che farà di lui un eroe. E, se gli eroi durano poco, pazienza...

Jean Paul Sartre con "La morte dell’anima" scruta dentro sé e dentro noi e ci regala pagine ricche di esperienze e sentimenti contrastanti, pagine che sanno di sconfitta ma che vogliono avere il gusto della rivalsa.
Un libro che è già storia, un libro che è rivolto a tutte le generazioni, senza distinzioni d’età.
Per questo è immortale.