La luce del nord di A.J. Cronin

Una luce che non deve smettere di brillare, quella presente nel titolo del romanzo di A.J. Cronin La luce del nord, edito Bompiani. E insieme alla lluce ci sono anche gli affari, quelli nel loro vestito peggiore.

“La luce del nord” (“The northern light”, in lingua originale) è un quotidiano locale amato e rispettato da tutti. Sapete com’è, tanta dedizione e serietà non possono (e non devono) passare inosservate e ben presto qualcuno decide che quella piccola grande realtà deve passare di mano. Per diventare più grande, più bella? Non ha importanza, ciò che conta è che è stato deciso così.
Un affare come un altro, poco importa se parliamo di trattative dei giorni nostri o di affari di decenni addietro. I soldi sono sempre soldi e, lo sapete bene anche voi, non puzzano. Mai. L’acquisizione comunque non andrà a buon fine e il novello (improvvisato?) conquistatore mal prenderà questa sconfitta. Che fare, ora? Presto detto: se una cosa non può esser tua non dev’essere di nessun altro. E allora tentiamo di distruggerla. Con quale mezzo, dite? Tutti i mezzi possibili, leali e non. E i secondi, come immaginerete, sono sempre in maggior numero, rispetto ai primi…

A.J. Cronin ci parla con il suo stile schietto e appagante e lo fa attraverso parole semplici eppure potenti. Così potenti che nemmeno il tempo è riuscito a scalfirle. Ed è così che dev’essere, quando parliamo di un libro che merita d’esser letto.
Personaggi così ben definiti che ci sembrerà di guardare un film, uno di quelli in bianco e nero, con una fotografia da premio Oscar. Pagine che scivoleranno veloci assieme alle ore che dedicheremo a questa meravigliosa opera. Un’opera universale che tutti dovrebbero leggere. O rileggere. E se uno stile un po’ “vecchiotto” vi spaventa perché avete paura di annoiarvi… lasciate perdere ogni timore, queste parole sono sì antiche, ma hanno anche un sapore moderno. E solo i grandi autori possiedono questo dono.