

La poesia del poeta mistico del Duecento Gialal ad-Din Rumi parla e affascina ancora oggi. Il poeta fu anche un grande teologo musulmano.
Tra le poesie sulla vita c’è La locanda, un componimento che si interroga sul senso della vita e su come viverla. Non è una frase bella sulla vita da condividere, ma una riflessione profonda sul fatto che, forse, quello che ci preoccupa non è poi così importante.
“La locanda”: il testo della poesia di Rumi
L’essere umano è una locanda,
ogni mattina arriva qualcuno di nuovo.Una gioia, una depressione, una meschinità,
qualche momento di consapevolezza arriva di tanto in tanto,
come un visitatore inatteso.Dai il benvenuto a tutti, intrattienili tutti!
Anche se è una folla di dispiaceri
che devasta violenta la casa
spogliandola di tutto il mobilio,lo stesso, tratta ogni ospite con onore:
potrebbe darsi che ti stia liberando
in vista di nuovi piaceri.Ai pensieri tetri, alla vergogna, alla malizia,
vai incontro sulla porta ridendo,
e invitali a entrare.Sii grato per tutto quel che arriva,
perché ogni cosa è stata mandata
come guida dell’aldilà.
“La locanda”: analisi della poesia
La poesia si presenta in sei strofe con numero di versi diversi. Si parte con un distico, poi nella strofa successiva i versi passano a 3, poi a 4, per poi concludersi con altre 3 strofe di 3 versi ciascuno.
La poesia si basa sull’allegoria della vita come locanda; non puoi sapere chi entra nella tua vita e le sue intenzioni, ma devi accogliere tutti. Questo concetto è espresso con l’anafora della parola “tutti”, che crea ritmo durante la scansione della lirica e fa da raccordo, anche se non c’è un legame diretto con la rima tra una strofa e l’altra.
Il legame è nel significato. L’iperbole della devastazione di alcune persone serve per far sentire al lettore l’esperienza della sofferenza, ma a dare anche l’invito ad accoglierla come dono e come occasione per migliorarsi.
La poesia di Rumi: una riflessione sulla vita
Non si può sapere chi arriverà nella nostra vita e con quali intenzioni. L’invito di Rumi è di accogliere chi arriva senza pregiudizi ed essere grati in ogni caso per la vita e per le occasioni di incontro che può dare.
Poi, se una persona devasta, allora quell’energia si può usare per migliorarsi e trasformarsi in qualcosa di buono. La sofferenza fa parte della vita, ma non per questo non si deve essere grati e aperti al mondo. La poesia diventa un modo per raccontare la vita in modo diverso.
L’allegoria della locanda e le varie occasioni della vita rendono questa poesia di Rumi attualissima, nonostante risalga a oltre 700 anni fa. Il messaggio della gratitudine è molto profondo e colpisce oggi anche per le tante cose di cui non ci accorgiamo nemmeno di avere e di tutte le persone di cui ci potremmo dimenticare per via delle necessità e degli impegni di tutti i giorni. In un mondo dove ognuno affronta delle battaglie interiori, essere grati per quello che si ha o che si è vissuto può dare una forza incredibile.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La locanda”, la poesia di Rumi sull’incontro con l’altro
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