

La fortuna dei Kérambrun
- Autore: Hélène Gestern
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2025
Il romanzo La fortuna dei Kérambrun (Neri Pozza, 2025, titolo originale Cézembre, traduzione di Roberto Boi) di Hélène Gestern ha conquistato migliaia di lettori e librai in tutta la Francia.
Questa coinvolgente saga mozzafiato di una famiglia di costruttori di barche di Saint-Malo, città portuale in Bretagna, nel nord-ovest della Francia, fortificata con una cintura di bastioni, il cui centro storico è costruito su un’isola collegata alla costa e il cui porto sbocca sul Canale della Manica, inizia da una splendida descrizione del mare. Quello stesso mare che causa la fortuna e la sfortuna dei Kérambrun.
Dopo aver scosso la notte con la sua risacca, il mare si sta ritirando. Ribollendo e spumeggiando, ha lanciato per ore onde su onde contro l’argine, fino a far tremare la pietra. Arretrando ha lasciato dietro di sé alghe, conchiglie, pezzi di plastica, frammenti di legno. Ha raccontato la sua storia eterna agli eterni insonni, mentre i dormienti si cullavano al suo ritmo familiare, indifferenti al sibilo del vento, impassibili davanti all’impeto delle masse d’acqua che consumavano la sabbia scuotendo l’intero Sillon.
In seguito al divorzio, Yann de Kérambrun, un figlio adolescente, Paul, decide di lasciare il suo lavoro di insegnante di storia a Parigi alla Sorbona e di tornare a Saint-Malo, nella casa che ha ereditato, lungo la spiaggia di fronte all’isola di Cézembre. Qui, l’uomo si ritrova a sfogliare gli archivi di famiglia nel vecchio studio di Octave, il suo bisnonno, che all’inizio del XX secolo fondò un’illustre compagnia di navigazione, la Kérambrun & Fils. Le sorprese saranno molte.
Io sono l’ultimo del nostro nucleo familiare.
Il padre voleva essere inumato a Saint-Malo, aveva espresso il desiderio di riposare accanto a suo figlio, a sua moglie e ai suoi genitori. Il giorno del funerale, al cimitero di Rocabey, aveva guardato senza leggerlo davvero l’elenco dei Kérambrun che riposavano sotto la lapide, al quale presto sarebbe stato aggiunto il nome di Charles. Poi aveva considerato quell’unico spazio che ancora restava nella tomba di famiglia e aveva pensato che, secondo il normale ordine delle cose, il nome successivo da aggiungere su quella pietra sarebbe stato il suo.
Archeologo ed esploratore, il mare ha risanato la spiaggia dalle stimmate di coloro che l’avevano calpestata, ne ha cancellato le impronte per inventare una cartografia nuova e misteriosa, una distesa liscia ed essenziale fatta di sabbia e ghiaia fine, di rigagnoli e di sottili avvallamenti, di onde lievi e di rughe sinuose che l’occhio percorre a stento. In alcuni punti ha mescolato la morbidezza elastica della sabbia con ciottoli e alghe; ha ridisegnato le pozze già esistenti e creato nuovi specchi d’acqua; ha riconfigurato un paesaggio sempre simile a sé stesso eppure mai uguale.
E la vita è andata avanti come prima. O così ho voluto credere.

La fortuna dei Kérambrun
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