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Recensioni di libri

La figlia del boia e il monaco nero di Oliver Potzsch

Neri Pozza, 2013 - Dopo il successo mondiale del romanzo La figlia del boia, tradotto in oltre venti paesi, Oliver Potzsch torna sulla scena del delitto, con un nuovo volume dedicato alla figura del boia di Schongau, dotato di compassione e acume.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 19-12-2013

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La figlia del boia e il monaco nero

La figlia del boia e il monaco nero

  • Autore: Oliver Potzsch
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Neri Pozza
  • Anno di pubblicazione: 2013

“Quando il parroco Andreas Koppmeyer finì di richiudere l’apertura con l’ultima pietra e la sigillò con la malta, gli restavano ancora quattro ore da vivere”.

Baviera. Altenstadt di Schongau. Notte del 18 gennaio 1660. Mentre fuori infuriava una violenta bufera di neve, Koppmeyer all’interno della cripta della chiesa di San Lorenzo aveva dato un’ultima occhiata alla parete murata e stava per risalire lungo la stretta scala a chiocciola in pietra. Ciò che quest’uomo di Dio, un vero gigante alto più di un metro e ottanta con barba lunga e sopracciglia nere e cespugliose, aveva appena nascosto alla vista degli uomini sarebbe stato la causa di lì a poco della sua morte. Il goloso Andreas Koppmeyer all’interno della sua canonica si apprestava a fare una scorpacciata di frittelle ricoperte di miele preparate dalla fedele perpetua Marta. Il miele conteneva, però, la cicuta, “una delle piante velenose più micidiali” e il parroco fu trovato morto poco dopo nel presbiterio della chiesa, a pochi passi dall’abside

“sembrava una statua scolpita nel ghiaccio, un gigante bianco caduto, abbattuto dalla collera divina”.

Il cadavere di Koppmeyer era riverso sopra una tomba, sulla lastra di pietra era scolpito il rilievo di una donna che somigliava a Maria. Le lettere di un’iscrizione le circondavano il capo come un’aureola: Sic transit gloria mundi. “Così passa la gloria del mondo” aveva mormorato Simon Fronwieser il medico di Schongau quando si era chinato sul corpo del parroco. Simon aveva capito immediatamente che serviva l’aiuto della mente investigativa di Jakob Kuisl. Infatti, il boia di Shongau, alto e imponente, dagli occhi sempre vigili, era ritenuto ovunque una vera autorità nel suo campo, non solo con la spada, ma anche nella scienza delle erbe medicinali e delle piante velenose. Una volta che l’istinto di Kuisl veniva risvegliato, quest’ultimo procedeva preciso e puntuale come un orologio di Norimberga. Come sapeva bene sua figlia Magdalena, quella del boia era una professione senza onore, la gente evitava lei e la sua famiglia. I boia si occupavano di compiti che nessun altro voleva assumersi: torturavano e impiccavano i fuorilegge, eliminavano le carcasse degli animali morti, spazzavano la sporcizia dalle strade e preparavano infusi e tinture magiche. Ma solo Jakob Kuisl era in grado di comprendere le motivazioni dell’avvelenamento del parroco della chiesa di San Lorenzo di Altenstadt, nella cui cripta, all’interno di un sarcofago, vi erano i resti di Friedrich Wildgraf, Maestro provinciale dell’ordine dei templari nell’impero germanico, “questo almeno è ciò che si può supporre dall’iscrizione sul sarcofago”.

Dopo il successo mondiale del romanzo La figlia del boia, tradotto in oltre venti paesi, Oliver Potzsch torna sulla scena del delitto, con un nuovo volume dedicato alla figura del boia di Schongau, dotato di compassione e acume. L’autore, narrando le gesta di Jakob Kuisl, ripercorre la storia della sua famiglia, il cui capostipite era proprio il protagonista dei suoi romanzi. Il suo antenato esercitava il mestiere di boia a Schongau nel XVII Secolo,

“il primo di una lunga serie di boia di nome Kuisl in Baviera. In totale ho rintracciato finora quattordici carnefici nella nostra famiglia”

scrive Potzsch nelle pagine finali. II paesaggio di “divina bellezza”, com’è il Pfaffenwinkel, una delle più belle località della Baviera, potrebbe nascondere il favoloso tesoro dei templari e tre monaci domenicani erano disposti a tutto pur di venirne in possesso.

“Questo stramaledetto cavaliere ha nascosto qualcosa ai suoi tempi, e noi lo troveremo se risolveremo questo enigma”.

In questo nuovo ed entusiasmante capitolo delle avventure di Kuisl l’autore riflette sulla religione:

“sulla sua follia, sulla pazzia che può generare, ma anche sulla consolazione e il rifugio che offrì in un’epoca in cui gli uomini avrebbero dovuto in realtà dubitare”.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La figlia del boia e il monaco nero

  • Altri libri di Oliver Potzsch
Il menestrello. La saga del Dottor Faust
La figlia del boia e il gioco della morte
Il mago e la figlia del boia
La figlia del boia e il diavolo di Bamberga

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