La cospirazione contro la razza umana
- Autore: Thomas Ligotti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Il Saggiatore
- Anno di pubblicazione: 2016
Da molti considerato degno erede di Lovecraft, Thomas Ligotti è stato un autore sempre presente nel sottosuolo carsico della letteratura weird "conturbante", raccogliendo forse davvero i frutti del suo lavoro solo in tempi recenti, e soprattutto grazie alla grandiosa prima stagione della serie True detective, i cui autori hanno plasmato il carismatico personaggio di Rust Cohle — intepretato magistralmente da Matthew McConauhey — largamente sul pensiero nichilista di Ligotti.
Refrattario a interviste, incontri letterari e sovraesposizioni in generale, Ligotti negli anni non ha lesinato nell’uso di droghe e, affetto da varie patologie come depressione e attacchi di panico, ha prodotto negli anni eccellente letteratura weird sotto forma di racconti.
Cospirazione contro la razza umana (il Saggiatore, 2016, trad. L. Fusari) però, è qualcosa di radicalmente diverso da tutto ciò prodotto fino a ora dell’autore: trattasi di una sorta di compendio del pessimismo, sotto forma di saggio romanzato. Partendo dal pensiero di un filosofo norvegese misconosciuto ai più, Zappfe, il cui pensiero antinatalista si condensava nella convinzione che l’uomo, spintosi troppo in là nell’evoluzione, ha preso troppa coscienza del nucleo tragico del mondo e della vita, un fondo melmoso, oscuro, conturbante, insopportabile, e che perciò la sua mente abbia creato delle barriere di autodifesa — illusioni — che permettano alla vita di non annichilirsi; solo i più sensibili possono sbirciare tra le fessure e le crepe di questi muri, non potendo arrivare ad altra conclusione che l’unica via perseguibile per l’uomo sarebbe un lento e dignitoso processo di autoestinzione.
Su questo pensiero di base Ligotti fonda i capitoli del suo libro, immergendolo in un contesto storico, letterario, filosofico. Passando per Schopenhauer, che pose la Sofferenza come base imprescindibile della vita, per il pessimismo cosmico di Leopardi, per l’esasperato scetticismo di Cioran, fino al pensiero buddhista, l’orrore cosmico di Lovecraft, fino al suicida Mainländer, Poe, Nietzsche, e chiunque abbia indagato gli aspetti più problematici e scomodi dell’essere e del vivere.
Inizialmente scritto come "manuale di autoaiuto", Ligotti si accorge che non ci può essere salvezza; non se non ci si vuole ingannare. Ci possono solo essere distrazioni, autosuggestioni, illusioni, difese più o meno forti, di cui la più "alta" è rappresentata dalla sublimazione — l´arte.
A chi si rivolge quest’opera? Non c’è intenzione di far proseliti, chi sostiene che la vita sia un dono, un’opportunità e una cosa fantastica continuerà a pensarlo, tutti quegli altri — pochi — che per propensione, vicissitudini o lucidità intellettuale intravedono nelle pieghe della quotidianità una terribile verità nascosta, tale da far diffidare di ogni ottimismo, di ogni progetto, illusione, speranza, troveranno assai vicino questo autore, troppo onesto per dare facili soluzioni. Ognuno le dovrà ricercare da sé.
Cospirazione contro la razza umana è un libro che per alcuni potrà rappresentare uno spartiacque cruciale nella propria vita, per altri sarà la conferma di certe timide intuizioni, per altri ancora sarà il percorso di una strada che da soli si è soltanto accennata... e per la maggioranza, sarà un delirio di qualcuno che vuol vedere solo il nero dell’intero quadro. Ma se queste nere pennellate fossero la base su cui ogni altro colore si palesa?
La cospirazione contro la razza umana
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Ligotti nell’horror è sicuramente un’autorità, per quanto copi palesemente Lovecraft ma nella filosofia lasciamo perdere.
Il libro è noioso, autocelebrativo, e fondamentalmente non è altro che il pessimismo cosmico di Schopenauer in una serie di accozzaglie di luoghi comuni, frasi fatte sul pessimismo, approfondimenti storici da quinta elementare e provocazioni ridicole e deboli nei confronti di chi la potrebbe pensare diversamente ("chi è ottimista non capisce niente è un illuso uno scemo" è fra le argomentazioni più profonde).
Il peggio difetto del libro è l’assenza di varietà, l’infinita ridondanza, la piattezza del tutto. Una perdita di tempo, un libro che può servire quando il tavolo dondola, ma a testa in giù perchè anche il pastrocchio in copertina fa pietà, sembra un esperimento di trucco di un allievo che ha appena iniziato make up/fx.
Non ci siamo.
Fra l’altro la conclusione più ovvia è che "se veramente fosse come dici tu, caro Thomas Ligotti, quale sarebbe il senso di questo libro?" nessuno, se non mettere soldi nelle tasche dell’autore, ma anche sfogare i suoi demoni.
Ligotti ha avuto numerose malattie mentali, ed è stato inserito forzatamente in una scuola cattolica molto fervente. Di conseguenza ha sviluppato fobie e odio, e le ha messe in un libro. Ciò che scrive sono suoi sfoghi, più che una reale visione. Uno degli incubi che lo tormenta maggiormente è quello di finire all’inferno.