La Nobilissima. La storia di Galla Placidia, l’ultima grande donna di Roma
- Autore: Luca Azzolini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2022
Aelia Galla Placidia, nata a Costantinopoli nel 392 dopo Cristo, figlia dell’imperatore romano d’Oriente e Occidente Teodosio e della seconda moglie da poco diciottenne. La Nobilissima. La storia di Galla Placidia l’ultima grande donna di Roma è un romanzo di Luca Azzolini, pubblicato nel mese di maggio 2022 da HarperCollins Italia.
L’autore, mantovano del 1983 con lauree in beni culturali e storia dell’arte a Verona, è uno scrittore affermato e prolifico di fantasy, genere che ha sublimato nei tre titoli precedenti editi per HarperCollins, ibridandolo con la storia: Il sangue della lupa (2020), La regina delle battaglie (2020), La città dei lupi (2021) che costituiscono la serie letteraria Romulus, sulle origini del fondatore dell’Urbe e la sua gente.
Anche quella di Galla Placidia è una saga, avviata da questo titolo, nelle cui prime pagine echeggia il vagito della neonata imperiale, partorita con strazio dalla mamma-bambina nelle mani della nutrice di corte, la filiforme e sempre nero-vestita Elpidia.
Luca Azzolini è un grande narratore di storie vere mescolate al fantastico, bravissimo nel ricostruire tempi e ambienti antichi, popolati da protagonisti con caratteri moderni. I personaggi femminili sono forse ancora più significativi dei pur solidi soggetti maschili delineati.
Galla Placidia (sepolta però a Roma) è legata a uno straordinario edificio storico situato a Ravenna, tanto sobrio all’esterno quanto ricco di meraviglie e sorprese all’interno.
È il mausoleo edificato alle spalle della splendida Basilica di San Vitale e commissionato nella prima metà del V secolo, come ultima dimora proprio della figlia dell’imperatore Teodosio I, sorella dell’imperatore Onorio, moglie dell’imperatore Costanzo III e, non da ultimo, madre dell’imperatore Valentiniano III.
La costruzione in mattoni di cotto, sebbene modesta nelle linee architettoniche pur non banali, è patrimonio Unesco dal 1996 e solleva l’ammirazione dei visitatori per i mosaici che rendono magica l’atmosfera al suo interno.
La luce che filtra dalle finestre di alabastro viene riflessa dal pavimento e dal rivestimento inferiore in marmi gialli verso le tessere fitte che coprono sia le pareti che il soffitto ad archi, lunette e cupola. In alto, lo strepitoso grande cielo stellato, con al centro una croce latina dorata. Dovunque, decorazioni floreali e geometriche rischiarano la penombra del monumento.
Una meraviglia degna della discendente più cara di Teodosio, il generale di origini iberiche che ha preservato l’Impero Romano dalla rovina; ne ha garantito la sopravvivenza distinto in due pars, l’Occidente e l’Oriente; ha salvato le legioni imperiali, travolte dai Visigoti nella disfatta di Adrianopoli.
Nel romanzo, il padre solleva la nuova nata dalla culla scandendo la parola “Nobilissima”, nello sbigottimento generale dell’intera corte presente.
Con quell’atto ha riconosciuto a Galla Placidia il più alto dei titoli:
Quello che le avrebbe garantito il potere. E forse anche il trono.
Il titolo di “Nobilissimo” era appannaggio dell’erede quindicenne Arcadio, un giovane molle e sregolato e anche dell’apatico e taciturno Onorio, secondo figlio datogli otto anni prima dalla prima moglie, la devota Flaccilla. Due estranei per lui, che invece intende avviare la piccolina verso uno strepitoso destino.
Che contrasto la magia sfarzosa del soffitto stellato del mausoleo ravennate con gli anni oscuri vissuti dalla principessa romana e dai suoi contemporanei. Un’epoca buia, sottolinea Azzolini, “che ricorda la nostra purtroppo, per certi versi, per troppe assonanze”. Mai come oggi la storia torna ad avere un peso: contrasti, rovesciamenti, debolezze istituzionali, guerre aperte, che allora aprirono alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, di lì a mezzo secolo, nel 476.
Appena nata, il padre l’ha destinata a uno straordinario futuro. La madre appena ventenne, in punto di morte, col figlioletto che porta in grembo, le intima di non avere mai paura. La giovanissima imperatrice morente squadra con occhi vitrei la bambina di nemmeno tre anni. La afferra per un braccio e la esorta con una voce da oracolo a:
Non temere la gabbia, le ossa, i fuochi, il Nobile Lupo, la morte o la corona. Dio dà coraggio a colei cui è destinato tanto dolore.
Dopo Teodosio, il diluvio. Alla sua scomparsa, nel 395, l’Impero viene diviso amministrativamente tra i due figli maschi: ad Arcadio va la parte orientale, ad Onorio quella occidentale (se pure l’Impero resta ancora formalmente unito, mai più un imperatore regnerà contemporaneamente sull’Occidente e sull’Oriente, ad eccezione della parentesi di Giustiniano I). Ma Onorio è appena undicenne, per questo la reggenza è affidata al comandante delle armate romane Stilicone, magister utriusque militiae, di origine vandala.
Comincia così un balletto di presenze e di protagonisti e protagoniste, che siedono sul trono o aspirano a reggere le sorti imperiali. Arcadio; Onorio; la sposa di questi Maria, figlia di Stilicone; lo stesso generale; la moglie del condottiero vandalo Serena, nata da un fratello dell’imperatore Teodosio; la figlia di Stilicone e Serana, Termanzia, data in sposa sempre a Onorio alla morte di Maria.
Oltre, naturalmente, alla forte e volitiva protagonista, Galla Placidia.
Intorno e dentro al territorio dell’Impero, spinte disgregatrici vedono invasioni di popoli barbari, i Goti di Re Alarico, e numerose ribellioni di usurpatori. Gli anni difficili di Aelia Galla.
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