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Recensioni di libri

L’infanzia di Gesù di J.M. Coetzee

Einaudi, 2013 - La storia di un viaggio quasi metafisico, di un uomo e del bambino di cui si prende cura, attraverso un mondo nuovo in cui non possiedono punti di riferimento se non le ombre dei ricordi della loro vita passata e l’istinto. Un romanzo aperto a molteplici interpretazioni.

Sara Manfroni
Sara Manfroni Pubblicato il 25-08-2014

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L'infanzia di Gesù

L’infanzia di Gesù

  • Autore: J. M. Coetzee
  • Casa editrice: Einaudi
  • Anno di pubblicazione: 2013

Vedi Prezzo:

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“L’infanzia di Gesù” di J.M. Coetzee (Einaudi, 2013) narra la storia di un viaggio particolare perché è quasi metafisico. Un uomo non più giovane ed un bambino, dopo diverso tempo passato in mare, sbarcano in una città di cui non conoscono nulla, neppure la lingua, privi di ogni ricordo del loro passato. Tutto quello che Simón, l’adulto protagonista del romanzo, sa è che deve prendersi cura del piccolo David, che non è suo figlio e che l’unico indizio utile per risalire ai genitori del bambino è andato perduto in mare, per sempre. Egli dovrà, nonostante queste grandi difficoltà, trovare il modo di ricongiungere David con la madre e, dato che il destino di tutta l’umanità sembra essersi fuso nella stessa identica situazione dei due protagonisti – nessuno ricorda più nulla della vita condotta in precedenza, tutti sono arrivati alla città di Novilla dopo una lunga traversata in nave, molti non conoscono la lingua del posto e devono impararla da principio, ognuno di essi è scampato a qualcosa di non ben precisato e si deve ricostruire dal principio, trovando un lavoro e integrandosi col nuovo agglomerato umano -, l’uomo attraverserà dei momenti di grande solitudine in cui potrà contare esclusivamente sul suo istinto e sulle ombre dei ricordi della vita passata per portare a termine la sua missione e continuare a proteggere il bambino.

La storia è raccontata con grande semplicità e l’impianto narrativo si gioca tutto sul susseguirsi di dialoghi e fatti, numerosi ma delineati con grande precisione, uno alla volta, in modo che il filo del ragionamento non venga mai perso e che il lettore non si stanchi durante la lettura.
Poco spazio viene lasciato alla descrizione degli ambienti: è come se ci si trovasse in un non-luogo, dentro ad un non-tempo e, all’interno di queste due coordinate, Simón deve riscoprire il significato dell’esistenza dell’uomo, della differenza tra felicità e amore, di cosa possa causare il male piuttosto che il bene e se sia giusto seguire le pulsioni più ferine dell’essere umano, per non trasformarsi in qualcosa di troppo distante da esso.

L’infanzia di Gesù è dunque un romanzo di ricerca: l’uomo deve ritrovare se stesso, il proprio ruolo nella famiglia e la sua identità di padre.
Simón si trova a dover insegnare al bambino come si fa a stare al mondo, catapultato però in un luogo stravolto, di cui non conosce codici o regole. Egli allora si affiderà principalmente a ciò che il cuore gli suggerisce, andando contro le novità e i comportamenti atipici della comunità in cui sono finiti.

Un romanzo scritto ottimamente, di cui ho molto apprezzato lo stile essenziale e intensamente ritmato – non ci sono momenti in cui la lettura subisca momenti di ristagno - e romanzo che, per certi versi, si rimette all’interpretazione del lettore.
Ad esempio: perché il titolo “L’infanzia di Gesù”?
Forse perché questa è la storia del viaggio di un padre anziano e di una madre, il cui rapporto si basa essenzialmente sul rispetto reciproco, e del loro bambino, una creatura speciale, verso un mondo che sappia davvero accoglierli: un mondo nuovo per una vita nuova. Ad ogni lettore la sua risposta.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’infanzia di Gesù

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