L’amore occulto
- Autore: Roberto Giardina
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2021
L’amore occulto (Giraldi Editore, 2021) racconta la storia drammatica, complessa, di una coppia berlinese che ha offerto protezione e ospitalità in anni senza speranza a una famiglia di ebrei, padre, madre e la loro bambina, nel periodo più drammatico e buio dell’Europa, durante l’emanazione delle legge razziali e le persecuzioni nella Notte dei cristalli. La storia di un uomo e di una donna, per alcuni vera, i cui particolari sono stati raccolti negli anni da Roberto Giardina, giornalista e scrittore palermitano che vive da tempo a Berlino come corrispondente del “Quotidiano Nazionale” (“Giorno”, “Nazione”, “Resto del Carlino”) e per “Italia Oggi”, che ne dichiara i dubbi. Ma è vera, autentica, la spilla di ametista a forma di ape, un dono d’amore, ritrovata presso un antiquario e regalata con affetto a sua moglie, che fa capolino tra le pagine di questo bellissimo romanzo: un gioiello difficile da portare per la storia in esso racchiusa.
Julia, venticinque anni dopo dalla fine del secondo conflitto mondiale, è stata invitata in Israele perché suo marito Manfred, medico berlinese morto suicida nel 1945, sarebbe stato nominato di lì a poco un Giusto tra i popoli. Un albero di carrubo, una pianta forte e resistente, avrebbe avuto il suo nome. Willy Brand era andato a inginocchiarsi al monumento dei caduti del ghetto di Varsavia, la guerra in Israele era cessata, le rivendicazioni territoriali si prospettavano come quelle indicate da Golda Meir, e in clima politicamente favorevole l’arrivo di Julia era stato accolto dalla bellezza dei fiori di Giuda, dal colore rosso sangue, i primi ogni anno a sbocciare alla fine dell’inverno, “quasi la natura volesse ricordare il tradimento”.
Nella vecchia città di Gerusalemme appena riconquistata avrebbe incontrato dapprima Elia Ludwig Montefiore, ebreo italiano di Livorno con nome tedesco, e successivamente il giudice della commissione per raccontare la storia di suo marito.
Con Manfred avevano trascorso alcuni anni rinchiusi nella loro villa a Charlottenburg al margine della città tedesca, quartiere dell’alta borghesia abitata un tempo da ebrei ed esuli russi, diffidando degli amici, evitando sguardi sospetti, non provocando rumori, come in una prigione, pur di proteggere Joseph, Judith e la loro piccola Cloe dalla morte sicura nei campi di sterminio. La sua splendida casa venne poi depredata alla fine del Reich e occupata dai tedeschi fuggiti via con l’avanzata dell’Armata Rossa.
Julia è angosciata e timorosa per le domande alle quali la sottoporrà con cortesia Montefiore, la prima e la più importante il perché avessero deciso di aiutare una famiglia ebrea: molti degli ebrei che si nascosero a Berlino non sarebbero sopravvissuti senza l’aiuto degli amici, le confida, ma tanti furono traditi e denunciati per incassare la taglia. La gente di Israele, continua Montefiore, vuole rendere onore a quanti hanno salvato anche solo un ebreo dai lager e far si che i loro nomi non siano più dimenticati.
“La memoria serve per restare in vita”.
Aveva deciso così il giudice Moshe Bejski, superstite dell’Olocausto, l’uomo che aveva creato il Giardino dei Giusti, che aveva nominato Giusto Oskar Schindler per aver salvato la vita a numerosi ebrei, lui compreso. Julia non esiterà a confidare a Montefiore di quanto, dopo tanto tempo, si senta ancora colpevole nel ricordare che non erano riusciti a salvarli dall’inferno neonazista, il loro aiuto alla fine era stato un fallimento. La notte dell’irruzione delle SS lei era via, lontano ad Amburgo e a nulla era valsa l’amicizia con Kurt von Hart, ufficiale tedesco, a lei molto caro e di lei innamorato, amico di Manfred da lungo tempo. Di notte, le ritorna in sogno Cloe che si lascia portare via in silenzio, verso la morte, con indosso i vestiti che le aveva regalato.
Li avevano conosciuti quando si esibivano al cabaret nell’inverno del 1932; la piccola Cloe come una diva con i suoi capelli rossi, “capelli da ebrea”, sotto un riflettore, era seducente come una piccola donna nel cantare le canzoni di Marlene Dietrich. E poi la repressione e l’inizio dei bombardamenti, i pazienti di Manfred che diminuivano di continuo, chi era fuggito da Berlino e chi era morto sotto le bombe, la città che si svuotava, l’impegno quotidiano nel cercare un po’ di cibo, il tutto mentre Cloe diventava, crescendo, sempre più bella.
“Clea cresceva in fretta, le gambe lunghe, il seno accennato. Il corpo si allungava ma rimaneva quello di una bambina, invece continuava a pensare e a sentire come una donna.“
Per quanto ancora avrebbe dovuto ricordare la sua vicenda, così dolorosa, così angosciante, pensava Julia al cospetto del giudice dei Giusti nella sua casa nella periferia di Gerusalemme. Cloe era un’adolescente affascinante che amava starle vicino, vederla indossare le camicie di seta, i gioielli e leggeva i suoi libri. Viveva da adulta in mezzo a adulti. E ora i suoi silenzi colpevoli, taciuti da sempre sono dei macigni dentro di lei.
L’amore occulto è un romanzo le cui vicende s’intrecciano con la storia tragica di un passato ancora non troppo lontano e difficile da raccontare, la Germania nazista e le persecuzioni contro gli ebrei, del quale l’autore ricostruisce magistralmente l’atmosfera, e con la sua conoscenza e attitudine narrativa coinvolge emotivamente il lettore in una storia d’amore dai risvolti oscuri. Una storia nella storia, amore, guerra, complicità, riscatto: una carica emotiva potente e coinvolgente. Da leggere!
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