Klemens
- Autore: Marina Palej
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2011
“Klemens” di Marina Palej, edito da Voland nel 2011, può essere definito un libro tragicamente e genialmente assurdo. Dopo un prologo che contiene in sé tutti gli elementi di un epilogo, che trascina istantaneamente il lettore nel pieno della vicenda narrata, ecco che la parola va al protagonista incontrastato del libro: Mike, giovane ebreo russo che di mestiere fa il traduttore, padre e marito suo malgrado, come si scoprirà in seguito.
Mike è scomparso nel nulla, lasciando come unici ricordi di sé un manoscritto e un numero indefinito di buchi sugli specchi di casa. Nelle prime pagine apprendiamo che la vedova è furiosa e sconvolta, che sta quasi perdendo il senno per via del manoscritto incriminato.
Ma che ci sarà mai di così terribile in un mucchio di fogli fittamente scritti?
Ce lo spiega lo stesso Mike, con uno stile straordinariamente cangiante, che passa dal più puro e isterico flusso di coscienza al più asettico e preciso discorso scientifico.
La vita dell’uomo è cambiata radicalmente il giorno in cui alla sua porta ha bussato Klemens o meglio gli stivaloni di Klemens, la prima immagine che gli è rimasta impressa dello straniero dallo spioncino, quella che conserverà per sempre.
Alto e allampanato, Klemens è un esemplare di pura razza ariana: tedesco silenzioso e stravagante, il giovane alterna lunghi sguardi assenti a gesti imprevedibili e buffi.
Dopo l’iniziale sconcerto, Mike inizierà a percepire intorno al giovane una strana aurea che lo attirerà sempre più verso di lui, trasformando ben presto l’indifferenza in passione, la passione in tormento e isteria.
Ma questo romanzo è ben più – o ben altro – che cronaca ed elogio dell’amore omosessuale. “Klemens” è un piccolo capolavoro d’introspezione, un mosaico che combina sapientemente ironia e infelicità, estasi e nausea, tenerezza e crudeltà.
Mike e Klemens non potrebbero essere più diversi di così, eppure una strana alchimia si sviluppa tra loro quando sono insieme, culminando in una sorprendente quanto indimenticabile notte trascorsa insieme a Berlino, quando infine Mike scopre che la stranezza di Klemens ha un nome, il nome di una malattia.
Sono tanti gli spunti di riflessione in questo romanzo che cambia scenario e registro stilistico a velocità pazzesca, regalando al lettore anche divertentissimi momenti di humor nero (come non restare affascinati, ad esempio, dalle spietate invettive contro moglie e famiglia?).
Non è un caso se Mike di mestiere faccia il traduttore: nessuno meglio di un traduttore, infatti, è in grado di capire quanto la realtà sia cangiante, diversamente interpretabile e che l’autenticità, nel linguaggio come nella vita, è una chimera spesso irraggiungibile.
L’amore impossibile di un uomo per un altro uomo – per giunta un uomo come Klemens, chiuso in un suo mondo sordo e impermeabile – è dunque destinato a portare solo ulteriore sofferenza a un animo già provato dalla vita.
Un romanzo intenso, teso e crudele, un’assoluta novità in un panorama letterario ormai decisamente troppo uniforme.
Klemens
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