King Chulalongkorn and Pope Leo XIII
- Autore: Luigi Bressan
- Genere: Religioni
- Disponibile in lingua inglese su Amazon
“It is a bad system to persecute religion; I am of the opinion to allow each person freedom to practice that which he wishes.” (Pag. 18)
Luigi Bressan, ora vescovo di Trento, fu nunzio apostolico per la Santa Sede in Thailandia dal 1993 al 1999.
La sua attività non si limitò a un semplice apostolato e a una difesa della chiesa cattolica in Asia.
La Thailandia è un paese buddhista, profondamente curioso da ciò che arriva dall’occidente.
La stessa curiosità è nel campo della religione, perché il buddhismo non impedisce la scoperta di un nuovo dio.
Il ruolo di collegamento fra stato e buddhismo in Thailandia è del Re.
Il Re gode di una sacra venerazione popolare ed è amato incondizionatamente.
Svolge l’importante ruolo politico di moderare gli agguerriti partiti, a volte così caldi da trasformare, facilmente in violenza, le loro divergenze.
Ai nostri occhi sembra apparire un culto di personalità eccessivo, non per un thailandese.
Chiunque abbia viaggiato in Thailandia sa, che prima di ogni spettacolo cinematografico, bisogna alzarsi tutti in piedi ad ascoltare l’inno, mentre sullo schermo è proiettato un breve filmato montato con immagini del Re.
Oppure, se si visita Bangkok il 5 dicembre, ci si troverebbe di fronte al più emozionante festeggiamento del paese: il giorno del Wat Por.
Il 5 dicembre è il compleanno del re Bhumibol Adulyadej, Rama IX.
Dalla mattina tutti i thailandesi si vestono di giallo, il colore del re, e in una città dove non si dorme mai, quella sera tutto è chiuso, compresi i famosi bordelli di Patong.
Dal pomeriggio, nelle immense piazze antistanti al Palazzo Reale, si ritrovano decine di migliaia di thailandesi tutti rigorosamente in giallo.
Sul viale per tutto il giorno sfilano tutti i membri delle forze armate e i gruppi sociali thailandesi.
All’arrivo del Re, le luci cittadine si spengono e ogni persona accende una lanterna gialla. Sventolandola, all’unisono migliaia di persone lanciano un urlo: lunga vita al Re.
Il cielo è incendiato da fantasmagorici fuochi artificiali.
La conclusione è un’allegria collettiva, una gioia popolare per celebrare il loro Re.
Trovarsi in mezzo ai thailandesi nel giorno della festa del loro Re, aiuta a comprendere il libro King Chulalongkorn and Pope Leo XIII (The Catholic Mission of Bangkok, 1998/2541)
Per diffondere il cattolicesimo in Thailandia bisogna usare gli stessi mezzi di comunicazioni thailandesi. Non si può prescindere dalla conoscenza del ruolo del sovrano.
Se il Re ammirasse il cattolicesimo e il Papa, sicuramente pure la popolazione apprezzerebbe la chiesa romana.
È il Re il mezzo da utilizzare per diffondere il cattolicesimo.
Il nunzio Bressan parla di un Re precedente, Rama V, per parlare del Re attuale.
Il libro studia l’incontro fra il Papa Leone XIII e Chulalongkorn (Rama V), il primo monarca non cattolico a incontrare un pontefice.
Leone XIII è conosciuto per la sua enciclica sociale Rerum Novarum, la prima ad affrontare le difficoltà dello sviluppo umano nel nuovo mondo nascente.
Quando fu eletto nel 1878, da otto anni Roma era capitale d’Italia e il Papa non era riconosciuto come capo di stato.
Invece il Re thailandese è popolare perché fu educato da Anna Leonowens, la leggendaria maestra inglese del romanzo e dei film Anna e il Re.
Nel 1897 Rama V iniziò un lungo viaggio dalla Thailandia all’Europa, con lo scopo di conoscere diversi paesi.
Una delle sue tappe fondamentali era Roma.
A causa dell’interruzione dei rapporti fra stato e chiesa, il Re non avrebbe potuto offendere il regno italiano con una visita al Vaticano.
Come si può incontrare il Papa senza incorrere in gravi conseguenze diplomatiche?
La struttura del libro è quella storica: si utilizzano le lettere, gli articoli di giornali del tempo, si scava negli archivi del Vaticano e in quelli thailandesi; si studiano dipinti, iscrizioni, luoghi.
Il libro inizia dalla lettera scritta dal Re a Pio IX, il predecessore di Leone XIII, la quale inviava i suoi auguri e affermava l’importanza della libertà religiosa in Thailandia.
Si continua per tutto il libro con un’attenta analisi del soggiorno e dell’incontro.
Arrivato a Roma, il sovrano fu ospite del Re d’Italia Umberto I.
Per uscire dall’imbarazzo di una visita ufficiale in Vaticano, il libro racconta i gustosi retroscena diplomatici usati per uscire dal disagio.
Il Rama V dovette lasciare il Quirinale – sede del Re d’Italia – per recarsi in un albergo cittadino. Affittò una stanza, si cambiò, salì su una carrozza senza insegne e si recò al Vaticano.
Al ritorno seguì la stessa trafila: dal Vaticano all’albergo, cambiarsi nella camera e ritornare al Quirinale. Questo fantasioso e strategico espediente, truccò la scappatella in Piazza San Pietro, pur ufficiale, a privata.
Il divertente aneddoto non nasconde la motivazione del libro.
La finalità è accreditare il cattolicesimo in Thailandia, generando alla popolazione la convinzione di un Re favorevole a un contatto proficuo con la Chiesa cattolica.
Segue la descrizione dell’incontro: il Re si dimostrò cordiale e affettuoso nei confronti del Papa, perché molto anziano – 87 anni – e il più giovane Re gli doveva rispetto.
Il Re baciò l’anello al pontefice, e al momento del commiato il Papa prese il sovrano per il braccio accompagnandolo con calore all’uscita.
Particolari indicativi per la finalità del libro: il Re considera il Papa come un pari grado, fino ad arrivare a dimostrargli una profonda deferenza.
Durante il colloquio, il Re dichiarava di non avere nessuna intenzione di convertirsi e ripeteva il rispetto della libertà di religione, con la possibilità di scegliere il culto senza nessuna restrizione.
Questa affermazione è un via libera alla possibilità di evangelizzazione e di proselitismo da parte della chiesa cattolica.
C’era poi la parte politica. La Thailandia – a differenza dei paesi confinanti – è sempre stata indipendente. All’epoca della traversata c’era forte tensione per le mire francesi nell’area. Parigi era già presente sia in Laos sia in Vietnam. E non nascondeva l’ambizione nei confronti dell’allora Siam.
In questo viaggio il Re cercava appoggi politici e diplomatici per riaffermare la propria indipendenza e tenere lontane le mire colonialistiche francesi.
È difficile confrontarsi con difformi realtà e civiltà.
L’idea prevalente è quella di trattare culture lontane con sufficienza, con l’arroganza di essere i portatori della ‘’vera’’ verità, civiltà e giustizia.
Il libro insegna una strada opposta, quella del dialogo culturale fra gruppi diversi.
Il percorso da seguire è discutere e utilizzare i mezzi di comunicazione di un paese per diffondere un’idea.
Il vescovo Bressan conferma la via giusta, accettabile.
Le religioni attraverso il dialogo ecumenico hanno davanti a loro un forte avvenire, salvo la vittoria di forze contrarie prevaricatrici, le quali hanno una voglia di accrescere le differenze anziché i punti di contatto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: King Chulalongkorn and Pope Leo XIII
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