Iniziano le celebrazioni del centenario della nascita di José Saramago, lo scrittore premio Nobel nato a Ribatejo, in Portogallo, il 16 novembre 1922.
La casa editrice Feltrinelli, in occasione della ricorrenza, ha deciso di rendere omaggio all’autore visionario di Cecità con una nuova edizione delle sue opere più amate.
I libri più famosi di Saramago sono in libreria dall’11 ottobre 2022 in una nuova edizione della collana “Universale economica” di Feltrinelli con le immagini inedite create da Emiliano Ponzi in un originale formato poster.
Tra essi figura anche un sorprendente inedito, La vedova (Feltrinelli 2022, traduzione di Rita Desti), la prima edizione italiana del romanzo d’esordio di José Saramago scritto nel lontano 1947.
Scopriamo tutti i dettagli di questa nuova pubblicazione che inaugura il centenario dello scrittore portoghese.
La vedova di José Saramago: la trama
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La vedova uscì per la prima volta in Portogallo nel 1947, ma non portò grande successo a quel giovane esordiente di nome José Saramago che all’epoca venticinquenne si barcamenava tra vari lavori, dal correttore di bozze al traduttore. Il libro fu pubblicato con un titolo che lo scrittore non amerà mai, ovvero La terra del peccato.
La storia narrata era ambientata proprio a Ribatejo, la città natale di Saramago, una terra smarrita in una regione isolata senza affaccio sul mare. In queste pagine l’autore raccontava la vicenda di Maria Leonor, una donna che perde all’improvviso il marito e si ritrova sola ad amministrare una immensa tenuta.
Saramago attraverso la sua protagonista crea un indimenticabile personaggio femminile di cui viviseziona le emozioni con la maestria che lo avrebbe, un giorno, reso celebre.
Maria Leonor non accetta di essere una donna sola, continua a essere preda di un desiderio potente e inestinguibile. Si riduce a spiare gli amori delle cameriere e a riflettere sull’essenza dell’amore e del dolore, finché due uomini non irrompono nella sua vita stravolgendo il suo destino.
Sarà proprio Benedita, la sua serva zitella, a osservare una “scena maledetta” che non avrebbe mai dovuto vedere. Da questo punto in poi la narrazione procede in un crescendo di tensione palpabile che infine Saramago risolve in un colpo di scena inaspettatto. Benedita diventa l’accusatrice, colei che ha in pugno il destino - e la reputazione - della padrona.
La protagonista de La vedova sembra portare con sé l’eredità delle grandi eroine del romanzo ottocentesco, da Madame Bovary a Lady Chatterley.
Volubile, bella e appassionata, che oppone la forza del desiderio alla prigione degli obblighi sociali. Proprio come le grandi protagoniste dei romanzi del passato, anche Maria Leonor sembra essere affetta da “una sensazione di incompletezza opprimente”. La vedova è un personaggio abitato da voci interiori, che anticipa le grandi creazioni romanzesche del Saramago futuro.
La vedova di José Saramago: la storia editoriale
In occasione del centenario Feltrinelli ha deciso di rendere omaggio allo scrittore portoghese pubblicando il suo primo romanzo con il titolo stabillito da Saramago nell’edizione manoscritta, La vedova.
Nel lontano 1947 l’autore, venticinquenne, dovette rinunciare al titolo ideale da lui designato su pressione dell’editore Manuel Rodrigues, che invece preferì il più romanzesco La terra del peccato.
Di quel libro d’esordio, pubblicato con un titolo non voluto, Saramago non fu mai del tutto convinto giungendo al punto di espellerlo dalla sua bibliografia ufficiale. La giudicava un’opera acerba e non intuiva che in quelle pagine vi erà già, invece, il germe del suo genio narrativo. Dopo quella prima pubblicazione e la seconda, altrettanto poco apprezzata Lucernario, Saramago si ridusse per anni a misurarsi con la scrittura breve dell’articolo di giornale. Intanto, rigo dopo rigo, coltivava l’enigma del suo stile che l’avrebbe reso uno degli autori più apprezzati del Novecento letterario.
In questi primi libri José Saramago è ancora distante dalla prosa incisiva, nitida, chirurgica e priva di punteggiatura, che avrebbe fatto i suoi capolavori quali Cecità, Il vangelo secondo Gesù Cristo e Le intermittenze della morte.
La rivoluzione stilistica di Saramago sarebbe avvenuta solo molti anni dopo con la pubblicazione di Una terra chiamata Alentejo (1980), il primo libro in cui per restituire l’oralità delle testimonianze lo scrittore avrebbe deciso di abolire i trattini nei dialoghi e i segni di interpunzione. Nel narrare la sua epopea contadina José Saramago decise di inserire i dialoghi nella narrazione come un continuum togliendo qualsiasi marcatura di stacco che non fosse la semplice maiuscola. Molti attribuiscono a quel momento la nascita del Saramago romanziere, all’ideazione stilistica di una narrazione basata su una sua precisa musicalità, su una cadenza, sulla creazione di una scrittura che si faceva essa stessa traccia verbale dell’oralità del vissuto.
Tuttavia il Saramago narratore era giù venuto al mondo molti anni prima, nelle pagine di quel romanzo ripudiato, La vedova. Il romanzo scritto da un intraprendente autore ventiquattrenne, ancora lontano dal Nobel e dalla consacrazione nella narrativa, che oggi possiamo finalmente leggere e riscoprire come un frutto ancora acerbo, ma necessario allo sbocciare di una grande produzione letteraria.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La vedova”: il romanzo inedito di José Saramago esce nel centenario dalla nascita
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