

Islam e Europa. L’autodissoluzione culturale dell’Occidente
- Autore: Paolo Emilio Papò
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Uno spettro si aggira per l’Europa: la crescita dell’enclave musulmana, non integrata e sociopatica. È solo questione di tempo: l’Oriente islamico fondamentalista darà scacco matto, sulla scacchiera della storia, all’Occidente e ai suoi valori universali, indifesi dall’evidente declino culturale della civiltà del vecchio continente. La premessa, argomentata da Carlo De Risio e Paolo Emilio Papò, diventa un ultimatum a scuotersi lanciato nel lungo pamphlet firmato in coppia. Due saggi che compongono il volume Islam e Europa. L’autodissoluzione culturale dell’Occidente, pubblicato a gennaio 2021 dalle Edizioni IBN (186 pagine).
La clessidra dell’Islam è il titolo del contributo di Carlo De Risio (Vasto, 1935). Giornalista abruzzese (“Il Tempo”, “Nazione”, “Il Sole 24 ore”, “Gazzetta del Sud”, Agenzia ADNKronos) e saggista specializzato in storia contemporanea e tematiche militari. Ha collaborato dal 1964, per cinquant’anni, alla “Rivista Marittima”, testata ufficiale della Marina. Negli ultimi anni ha pubblicato con IBN Editore oltre venti saggi e testi storici.
A seguire, Paolo Emilio Papò anticipa la sconfitta dell’Occidente nei capitoli del suo testo, Scacco matto. Ingegnere a Roma, ha collaborato con diverse riviste e pubblicato libri, saggi e romanzi. È figlio di Franco, colonnello dell’Aviazione fondatore dell’Aerosoccorso dell’Aeronautica Militare.
Le tesi di De Risio e Papò riecheggiano la furente invettiva di Oriana Fallaci, tanto criticata ma fatalmente confermata dagli eventi dal 2001 ad oggi. Spinta dallo sdegno per l’attentato alle Torri Gemelle, ha scritto:
"A me non hanno mai chiesto scusa per i crimini che fino all’alba del milleottocento hanno commesso lungo le coste della Toscana e nel Mare Tirreno, dove mi rapivano i nonni, gli mettevano le catene ai piedi e ai polsi e al collo, li portavano ad Algeri o a Tunisi o in Turchia, li vendevano nei bazaar, li tenevano schiavi vita natural durante, gli tagliavano la gola ogni volta che tentavano di scappare".
Dopo quasi un millennio, i musulmani contestano ancora le crociate, ma non hanno mai smesso di condurre la propria contro l’Occidente, cristiano e non. E da qualche decennio la stanno addirittura rilanciando, i segnali sono evidenti, a non volerli ignorare.
De Risio pone l’accento sull’incessante proselitismo islamico. Fa risuonare come campanelli d’allarme il rogo della cattedrale parigina di Notre Dame, nell’aprile 2019 e l’incendio del duomo di Nantes, appiccato da un rifugiato ruandese. Episodi gravissimi, sui quali le autorità francesi hanno fatto cadere un silenzio deliberato. Quando il prossimo falò in chiesa a Parigi, chiede, non potendo fare a meno di sottolineare l’atteggiamento del Vaticano, che definisce “sfingeo, enigmatico”.
A suo avviso, tutto assume una connotazione strategica, un disegno preciso dei responsabili, che fa restare di sale nel verificare quanto la Fallaci avesse colto nel segno con la definizione di “Eurabia, affibbiata alla progressiva, indolore conquista dell’Europa, da parte dell’Islam”. Carlo osserva che negli anni ’50-’60 il risveglio nazionale arabo era ispirato da ideologie laiche, ma dagli anni ’70 il tessuto connettivo dell’integralismo è rifiorito nell’Islam, seconda religione in Europa per numero di fedeli, in seguito al movimento migratorio. Profetico il discorso del presidente algerino Boumedienne alle Nazioni Unite, nel 1974:
“Un giorno, milioni di uomini andranno dall’emisfero Sud a quello Nord e non come amici, ma per conquistarlo, grazie anche alle vostre leggi. Il ventre delle nostre donne ci darà la vittoria. Non verremo in pace”.
Ieri Gheddafi e oggi Erdogan hanno fatto risuonare altri moniti minacciosi. Nel mondo, i musulmani sono circa due miliardi: le proiezioni prevedono un raddoppio demografico entro quarant’anni. Di contro, in Europa le nascite si riducono e l’Italia figura in fondo alla graduatoria, per crescita della popolazione.
Il tema demografico è ripreso da Papò. Negli anni ’80, nel nostro Paese i musulmani erano circa 50mila, nel 2018 almeno 1milione 450mila, il 4,5% della popolazione, con una crescita annuale pari a 100mila persone. Siamo la quarta nazione europea per numero, dietro la Francia (6 milioni circa).
Una religione articolata in Stati, non uno Stato in cui sono presenti gruppi religiosi: gli islamici sono legati dalla fede (sebbene distinti per osservanze), la loro nazione è l’Islam. Si è prima musulmani, solo in secondo luogo assume un significato la cittadinanza di nascita. Per gli occidentali, invece, davanti a tutto viene la “nazione”, topos unificante di cui si condividono coincidenze culturali, etniche e religiose.
Secondo Bernard Lewis, occidentali e islamici hanno una percezione diversa della storia: in generale tra i primi la conoscenza del passato è di livello “incredibilmente basso”, mentre i secondi sono fortemente consapevoli della loro, sebbene la facciano partire da Maometto, limitando le epoche precedenti agli accenni nel Corano.
Di questo passo, per Papò l’Occidente è condannato alla scomparsa, diviso da religioni eterogenee, disgregato dal materialismo, da utopie infantili, da vecchi rancori, da forze corrosive interne. Reagisce con risposte isteriche, umorali. Sembra oppresso da un senso di autodistruzione provocato da un vuoto spirituale interiore. Risulta indebolito dall’invecchiamento dei simboli e dei valori che hanno sostenuto il suo carattere come una impalcatura. “Quasi dimenticavo”, conclude: è spopolato dalla crisi di nascite.

Islam e Europa. L'autodissoluzione culturale dell'Occidente
Amazon.it: 15,20 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Islam e Europa. L’autodissoluzione culturale dell’Occidente
Lascia il tuo commento