Imago Lux
- Autore: Adriano Angelini Sut
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Quando finisce Imago Lux di Adriano Angelini Sut (Edizioni Ensemble, 2020), rimane quella sensazione di guardarsi intorno, quel sospiro sommesso che forse è solo frutto della nostra immaginazione.
Si parte dagli anni ’70, da oscure necropoli etrusche, si arriva fino in fondo alla vita di Liliana Roscioli, percorsa dagli incontri col male-persona: una lunga storia che si ripete, quella della lotta tra il Bene e il Male, al massimo della loro personificazione e, verrebbe da dire, al minimo. Le miserie degli uomini, delle loro fughe, dei loro piccoli amori e delle loro illusioni fanno da sfondo alla vera lotta, quella tra il Diavolo e qualcos’altro appena accennato, quel Dio che in Imago Lux è uno spettatore disinteressato, recalcitrante, appeso a una dimensione magica ma ambigua.
Non è ambiguo, al contrario, il Male. Si snoda lungo la storia di Liliana con un lungo sibilo, ripetitivo, oscuro, misterioso e per questo ancora più "deinòn" alla greca (n.d.r. "ciò che incute timore"). L’orrore indicibile si lega alla maternità, alla fuga da casa, alla crescita.
Il romanzo di Adriano Angelini si muove in una Roma eterea e fragile, vaticana e ricca, e ricerca altri luoghi dove il Male si spinge e si ricrea ciclicamente. La maledizione dei luoghi dove si fa il Male si lega alla maledizione famigliare, in un lungo abbraccio che è lotta e odio e amore per l’uomo e la sua complessità, le sue zone oscure, i suoi vagiti ancestrali e le sue inclinazioni più bestiali. Il Male continua ad essere, mentre un Papa solitario nella San Pietro deserta chiede la fine della pandemia.
Senza scomodare le serie televisive (non sia mai), ma c’è qualcosa di claustrofobico in questo romanzo, un non detto, un oscuro razionale che ci batte in astuzia, in logica, in progetti a lungo termine. Sembra "True Detective", senza la stanca sagacia dei protagonisti. Al contrario, qui si sta sempre un passo indietro, sempre in svantaggio, sempre schiacciati. Con la sola forza di una ragione incerta, alleati improbabili, Liliana dovrà trovare qualcosa in più per cui resistere che non sia solo l’amore, perché quello non basta.
Ritorno alla sensazione dell’incipit: non c’è una vera cura per il Male. Anzi una sì, sempre dal greco, è un farmaco che è pure veleno. Ci si salva e ci si avvelena con le perdite, i dolori, e viene il dubbio se, a conti fatti, alla fine il gioco abbia un valore reale o sia sempre a perdere.
Imago Lux è un viaggio verso la luce che porta con sé ombre e la stessa luce è spesso solo un riflesso, un’assenza. La presenza continua del Diavolo ha come unica alternativa la caparbietà di mettersi di traverso e le vittime - spesso innocenti - lasciate per strada, nelle nostre strade, nei nostri salotti, gridano un dolore infinito e senza spiegazione. Senza pace.
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