Il weekend
- Autore: Peter Cameron
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2013
Il fiume che “scorreva profondo, freddo e determinato, limpido e tonificante” sarebbe stato il testimone silenzioso di un fine settimana in campagna di un gruppo di amici uniti dal ricordo e dal rimpianto per una persona che non c’era più. Tony era scomparso esattamente un anno prima malato di Aids nell’ultimo giorno di luglio in una giornata piovosa. Non si dovrebbe morire d’estate quando il mondo è in un tale rigoglio ma il triste evento anche se paventato aveva sconvolto Lyle il compagno di Tony, John (fratellastro di Tony) e sua moglie Marian. Nella loro abitazione campagnola very glamorous a nord di New York, la coppia upper class della Grande Mela attendeva l’arrivo di Lyle e del suo giovane amico Robert aspirante pittore (“è bellissimo e sa ascoltare”).
I Kerr (“John e Marian sono le persone più care che conosca, sono i miei migliori amici”) conducevano una vita di puro svago con sommo garbo. Dietro la facciata, l’ansia di Marian per il piccolo Roland, “gracile e malaticcio”, nascondeva la sua passata depressione che era culminata con un tentato suicidio, mentre John si rintanava spesso nel suo orto per celarsi e isolarsi dal mondo (“sua madre gli dava del noiosone”). L’arrivo di Lyle con Robert avrebbe fatto deflagrare questo mondo perfetto e immobile simile a quelle albe silenziose dove “ogni cosa umana sembrava lontanissima” nelle quali Marian abbandonava la casa addormentata e scendeva verso il fiume a nuotare. “Mentre risaliva il prato, la invadeva una sensazione di felicità”. In quell’istante per Marian la casa, il giardino, il fiume, ogni finestra, ogni pietra e ogni foglia erano belli quindi “la gioia era tanto profonda che faceva quasi male”.
Il romanzo "Il weekend", pubblicato negli USA nel 1994 e in Italia nel 2013 con Adelphi, è un altro cammeo della produzione letteraria di Peter Cameron stimato da pubblico e critica per il suo stile elegante e lineare quanto sensibile e introspettivo. In quella casa di campagna dove si possono contemplare sere dorate un grande dolore comune sarebbe potuto essere utile come una terapia psicoanalitica di gruppo, perché ciascun personaggio aveva dentro di sé un inestricabile groviglio di sentimenti e sensazioni. “Ti amo” diceva John a Marian, non solo perché era ciò che provava nei confronti della moglie ma anche perché era quello che Marian voleva sentirsi dire. “Fino in fondo non conosceremo mai nessuno, vero Lyle?”. Tutti loro provavano un “egoistico senso di abbandono”, soprattutto Lyle, il quale era ancora legato al compagno scomparso, perché “gli aveva insegnato i territori del cuore”. E la figura di Tony non solo sorrideva perennemente nelle fotografie sparse un po’ dappertutto ma era una presenza costante tra loro, era ancora vivo mentre Lyle, John e Marian invece si limitavano a sopravvivere. Robert l’incolpevole osservava la situazione e Roland sorrideva debolmente gattonando “come se ricordasse qualcosa di un’altra vita, qualcosa di bello” giacché il bambino “sembrava che sapesse tutto e niente”.
Un autore finissimo, che attraverso un brano della scrittrice inglese Rose Macaulay tratto dal suo romanzo Staying with relations, ci insegna una semplice regola di vita che spesso dimentichiamo:
“Come si fa a sapere chi sono gli altri? Forse non lo sapremo mai, forse è impossibile afferrare le persone: ci scivolano tra le mani come l’acqua, che non è mai la stessa”.
Il weekend
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