Il primo dono di Richard Paul Evans

Il primo dono… il primo dono era l’amore. Amore di un genitore. Puro come la prima neve. Perché Dio amò così tanto i suoi figli da mandarci il Suo unico Figlio, così che un giorno potessimo tornare a Lui.

Si legge sulla quarta di copertina di Il primo dono, testo di Richard Paul Evans portato in Italia da Sonzogno nel 1995.

Richard e Keri, una coppia che si ama. Sembra nomale da dire ma la cosa non è sempre così scontata, sapete? Oh, quasi dimenticavo: la ciliegina sulla torta risponde al nome di Jenna, la loro bambina. Poi arriva quel giorno, e con quel giorno quell’inserzione. Una donna anziana, Mary, ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei, e i nostri tre protagonisti sembrano rispondere perfettamente a tutti i requisiti richiesti. Così si traferiscono nella magione e, giorno dopo giorno, conoscono meglio la nostra Mary, che dispensa loro consigli, quasi volesse instradarli verso una precisa direzione.
Poi, una notte, Richard sogna un angelo e qualcosa (qualcuno?) lo conduce in soffitta, più precisamente verso una misteriosa scatola. Una scatola che contiene un gran numero di lettere e tutte iniziano allo stesso modo: “Tesoro mio…”

Richard Paul Evans ci dona una storia dolce e struggente al tempo stesso, parole semplici eppur mai banali per qualcosa che entrerà senza difficoltà nei nostri cuori e nelle nostre menti. Un libro sincero, piccolo piccolo se guardiamo le dimensioni ma immenso per ciò che dirà. E per come lo dirà.
Una storia dedicata a chi cerca sentimenti puri, a chi vuole trovare quel briciolo di speranza che sembra sempre nascondersi così bene. Se credete che non esista un libro che possa donare almeno un briciolo di buonumore… date una possibilità a queste pagine. La ricompensa? Il sorriso che vi si stamperà in volto. E io una premessa così non la sottovaluterei affatto.