

Il prigioniero senza volto. 1669. La maschera di ferro a Pinerolo
- Autore: Chiara Romanello
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Nasce da un giallo questo romanzo in costume seicentesco, che non si va lontano dal considerare alla maniera di Dumas, “cappa e spada”, pizzi e merletti. Guai però a qualsiasi anticipazione, per non rovinare il gusto di leggere Il prigioniero senza volto. 1669 la maschera di ferro a Pinerolo, un franco esempio di narrativa storica avventurosa, ancient style. Opera della scrittrice Chiara Romanello, è andato in stampa per i tipi LAReditore (prima edizione dicembre 2019, collana Memorie, 223 pagine), in collaborazione con il settimanale L’Eco del Chisone.
No spoiler perciò, ma si sappia, perché già ampiamente noto, che a Pinerolo la Maschera di ferro è di casa, pur legandosi alla corona di Francia, a Luigi XIII in particolare. Sotto il suo regno si svolsero le complesse trame sentimentali della moglie spagnola infedele Anna d’Austria e quelle epiche dei moschettieri del re, rese immortali da Alexandre Dumas padre nella trilogia di D’Artagnan e bravi compagni.
Una presenza, quella del prigioniero eternamente mascherato per non essere identificato, che si protrasse effettivamente nella città della Val Chisone dal 1669 al 1687. Ma la vicenda del misterioso personaggio sconosciuto giunge fino al XVIII secolo e copre anche il regno di Luigi XIV, il re Sole.
Le ipotesi sull’identità della maschera di ferro sono ben quarantotto, come rileva l’autrice, alcune realistiche, altre fantasiose, qualcuna suggestiva, certe inattendibili.
Seguendo la traccia indicata addirittura da Voltaire, il recluso che non si voleva fosse riconosciuto fu trasferito in diverse prigioni sicure, come il Donjon di Pinerolo, nel periodo di dominazione francese (una prima dal 1536 al 1574, la seconda dal 1631 al 1696). Raggiunta Pignerol il 24 agosto 1669 (si vuole scortato da D’Artagnan e dai suoi moschettieri), rimase nella fortezza della Cittadella fino al 1981, per passare a Exilles, da dove il 17 aprile 1687 partì per il Fort Royal al largo di Cannes.
In Piemonte prevale la tesi che fosse un personaggio tanto importante che nemmeno Luigi XIV si azzardò ad eliminare, continuando però a costringerlo, non si sa per quale ragione, a celare i propri lineamenti dietro un panno di velluto nero, serrato da un solido telaio di cinghie metalliche. Ogni due anni, Pinerolo ricorda la vicenda con una suggestiva rievocazione in costume, il primo fine settimana di ottobre.
Una storia enigmatica, tanto bella quanto vera. Un uomo misterioso, dal volto sempre coperto, morì effettivamente nella Bastiglia nel 1703. Aveva trascorso 34 anni in prigione, col viso sempre coperto da una maschera di velluto rinforzata con liste di ferro. Voltaire fu ospite suo malgrado della prigione nel 1717 e apprese dell’indecifrabile carcerato, mascherato in modo da renderne invisibili le fattezze e sottoposto a una detenzione soft: buon cibo a volontà, abbigliamento curato, possibilità di leggere e di suonare strumenti musicali.
Dumas prese ispirazione dal filosofo per creare un personaggio straordinario, la Maschera di ferro, nel romanzo Il visconte di Bragelonne, che chiude il ciclo dei Tre moschettieri.
Sosteneva che fosse un gemello del re Sole, costretto alla cella e all’irriconoscibilità per evitare ogni potenziale minaccia nella successione e nascondere la somiglianza, scomoda per il re sul trono. Di certo, la maschera nascondeva un segreto di Stato, è evidente, sebbene non si potesse trattare di un fratellastro del re Sole, concepito da Anna d’Austria col cardinale Mazzarino, come aveva ipotizzato proprio Voltaire, in spregio alla casa regnante.
Tralasciando le varie ipotesi sull’identità celata e non sfiorando minimamente lo sviluppo del romanzo - un giallo storico, ripetiamo, incentrato sulla parentesi pinerolese della vicenda - giochiamo sotto la guida di Voltaire a fissare i punti di un’indagine in retrospettiva.
Il prigioniero rappresentava fisicamente, in particolare nel volto, un motivo di grave rischio o imbarazzo a corte e nel Paese. La semplice vista della sua fisionomia avrebbe creato sospetti, pertanto doveva trattarsi di un volto noto o per qualche motivo inguardabile. Niente avrebbe impedito di eliminarlo segretamente, eppure più di un potente ritenne di non sbarazzarsi dell’inguardabile, solo di renderlo un fantasma vivente. Per spiegare il non volergli male, Voltaire avanza imprecisate cause ostative di natura politica o, ancora più, affettiva.
Nel peregrinare per celle segrete, il mascherato raggiunse dunque Pinerolo, solida roccaforte in val Chisone sotto il controllo della Francia. Vi rimase dal 1669 al 1681, separato dagli altri prigionieri, nella torre della fortezza ora distrutta, guardato dal governatore Saint-Mars.
Just Bénigne Dauvergne (o Auvergne) de Saint-Mars (1620-1708) fu moschettiere della Guardia fino alla nomina a governatore della cittadella di Pinerolo e custode della misteriosa Maschera di ferro. Fu inoltre governatore di altre prigioni, il forte di Exilles, dal 1681 al 1687, Fort Royal sull’isola di Santa Margherita fino al 1698, la Bastiglia fino alla morte. Guarda caso, tutte le prigioni del recluso eccellente, per giunta proprio nei tempi in cui vi è stato segregato.
Nell’attesa che, chissà, qualcuno riesca a svelare i segreti dell’intrigante vicenda, forse ormai perduti, l’autrice sostiene che possiamo solo fantasticare sulla verità portata da Saint-Mars nella tomba.
Chiara Romanello, nata a Genova nel 1987, vive nel Torinese. Laureata in psicologia dello sviluppo e dell’educazione a Torino, ha condotto per un periodo una piccola attività di ristorazione e ora è mamma e scrittrice a tempo pieno.
Ha esordito nel 2017 con Il ristorante sul mare, seguìto, l’anno successivo, da Il mistero dell’uomo della spiaggia, per il marchio LAReditore. Dopo il romanzo Il prigioniero senza volto. 1669. La maschera di ferro a Pinerolo, ha firmato nel 2022 due racconti per un’antologia e una raccolta di fiabe per bambini, a scopo benefico, Le fantafiabe di Chiara, illustrate di sua mano.

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