Il dolore di amare. Un’intera vita in lotta con la depressione
- Autore: Giorgio De Rienzo
- Genere: Storie vere
Quello che si snoda nelle 223 pagine scritte da Giorgio De Rienzo non è un romanzo, né si tratta di un diario o di un’autobiografia. È semplicemente un grumo di dolore. Con una buona dose di coraggio e spirito di intraprendenza, forse riuscirete ad arrivare alla fine di questo logorante capolavoro della letteratura contemporanea, non senza però aver sofferto insieme ai protagonisti della vicenda.
Una storia d’amore tra coetanei, ripercorsa attraverso le parole stanche di un vedovo, o forse di un audace guerriero pronto a tutto, tranne che al dominio della "bestia onnivora" che gli ha sottratto l’amore di una vita. Francesco ha accettato di amare Laura, la splendida liceale dall’aria misteriosa, un po’ spavalda, ma profondamente insicura di sé. Ha accettato di amare lei, con la sua angoscia, la sua disperazione, la sua bulimìa. Lei con la sua malattia: la depressione. Sì, perché la malattia è SUA ormai, lo è diventata anno dopo anno, è entrata in possesso di un corpo fragile, di un’anima indecisa e sensibile e ne ha fatto una sua proprietà, fin dalla giovinezza. È stremata, provata, afflitta e, con lei, Francesco è altrettanto stremato, provato, afflitto. La loro vita insieme, fatta di sogni, progetti, viaggi, un matrimonio, due figli, si trascina fino al gesto estremo di lei, che, a cinquantacinque anni, decide di spezzare quel filo sottile che agganciava la sua vita a quella del malessere. La vita di Laura ha contemplato solo delle brevi tregue dalla depressione: i continui ricoveri in clinica, gli sforzi commoventi di Francesco per monitorare una situazione al limite tra la sopravvivenza e la morte.
Sebbene il ricordo di questo marito devoto e onnipresente sia lacerante, tuttavia emerge quella lecita insoddisfazione di fondo che animava l’uomo, un’insoddisfazione in parte giustificata dal fatto che la sua esistenza era ormai ridotta ad un puntino, annullata completamente per amore della moglie, ma in parte incomprensibile, se si parla di depressione. Inutile forse rinfacciare al fantasma dell’amata la propria devastante devozione. Inutile riproporre alla memoria gli infiniti momenti di sbandamento di fronte all’avanzare del male. Lui c’era, c’è sempre stato, ma, forse, nel modo sbagliato. Anziché annegare nella sofferenza di Laura, Francesco avrebbe dovuto mantenere quel sano distacco che gli avrebbe permesso di controllare le mosse dell’avversario: come in una partita a scacchi, era necessario raffreddare gli istinti battaglieri, per affondare le mani nel più implacabile diplomatismo, osservando da lontano le moine di un losco amante. E invece no, Francesco era lì, ad abbracciare sua moglie, a farla sentire protetta, e con lei abbracciava lui, quel male insidioso, vestito a festa, che si nutriva del sorriso di lei e ne divorava pian piano l’essenza vitale. Quell’amante lugubre che preparava Laura al distacco dalla vita la allontanava sempre di più dai figli, dagli affetti, da Francesco. Un dolore impenetrabile che neanche la più massiccia dose di amore avrebbe potuto scalfire. Un’insofferenza di vivere che si adagia, giorno dopo giorno, tra le pieghe di un’esistenza in bilico, se ne prende gioco, la sbeffeggia. In questo terribile andirivieni di pene e deboli pause di tranquillità, Laura si lascia trasportare dall’angoscia della morte e ne esce, purtroppo, sconfitta. Come sconfitto è Francesco, ancora una volta.
Il dolore di amare. Un'intera vita in lotta con la depressione
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