Il dio della guerra
- Autore: Andrea Frediani
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2023
Chi conquisterà la gloria eterna sotto le mura possenti della città del re Priamo? Il Pelide? Oppure Odisseo (Ulisse), Aiace, Diomede, Menelao?
Da bambini abbiamo giocato a Ettore e Achille, Paride e Patroclo, Enea e Aiace. È con emozione, perciò - e con interesse e curiosità per i lettori più giovani - che ritroviamo quei nomi e quelle figure epiche nelle pagine di un gigante della narrativa storica antica, il romano Andrea Frediani, autore di un romanzo sull’assedio di Troia. Il dio della guerra, pubblicato a settembre da Newton Compton, nella collana Nuova Narrativa (Roma, 2023, 416 pagine).
Eravamo piccoli e ci nutrivamo delle imprese esaltanti degli eroi omerici, almeno noi delle generazioni boomer, che potevamo giocare per strada, ci dividevamo in Troiani e Greci (Achei, com’era più corretto chiamarli) e inventavamo scontri interminabili nei cortili o nelle piazzette, che si trasformavano nelle pianure sotto le mura di Ilio assediata.
I poemi di Omero si studiavano tantissimo a scuola, i film in costume trasformavano quelle vicende in immagini entusiasmanti, prima del successo strepitoso dello sceneggiato televisivo “Odissea”, dopo il diffusissimo film hollywoodiano addirittura del 1954, con Kirk Douglas nei panni di Ulisse.
Come tanti scrittori di ogni tempo, che hanno adottato l’artificio del manoscritto altrui ritrovato, per descrivere invece eventi di propria fantasia, Andrea Frediani introduce questa volta le memorie di Tecmessa, attraverso lo storiografo ateniese Tucidide, che offre a Pericle una versione di quei testi, nel 429 a.C..
Tucidide discende da Eurisace, antico re di Salamina, isola egea a meridione dell’Attica, figlio di Aiace Telamonio, che fu tra grandi dell’Ellade alleati nella guerra in Asia Minore per vendicare l’oltraggio subito dal re di Sparta Menelao, la cui moglie Elena era stata rapita e condotta (consenziente) a Troia da uno dei figli di Priamo, Paride.
Madre di Eurisace era Tecmessa, figlia del re della Frigia Teleutao, schiava e concubina di Aiace e che aveva dettato le sue memorie ad uno scriba del figlio. La famiglia le ha ricopiate e conservate, senza però divulgarle, ma rivestono un interesse particolare, perché raccontano una storia diversa da quella ufficiale del cantore cieco. Dopotutto, dei primi nove anni dell’assedio di Troia non si hanno notizie nei testi omerici: si ricorderà che L’Iliade comincia in medias res, anzi alla fine del decennio bellico.
I ricordi di Tecmessa riportano ad otto secoli prima e alla guerra in Teucride. A quindici anni, gode la non belligeranza insieme agli abitanti di Salamina, perché il saggio re padre ha trovato una serie di pretesti per non schierarsi contro gli Elleni e al fianco dell’alleato Priamo, con il quale divide i proventi delle tasse di navigazione negli stretti tra l’Asia Minore e l’Ellade.
La ragazzina sta oziando sugli scogli con l’ancella Leia, quando viene sorpresa e catturata dall’incursione degli Achei sulle spiagge di Salamina. I capi hanno deciso di scatenare i loro uomini, per scongiurare che si ribellino, annoiati dall’inerzia sotto Troia. C’è bisogno di risvegliare gli ardori aggressivi e di fare bottino e procurarsi viveri, dopo sei mesi di assedio sterile.
I Troiani si guardano bene dall’uscire in massa dalle mura insuperabili, limitandosi a provocare dagli spalti. Addestramento continuo e scaramucce insignificanti stanno logorando i guerrieri elleni e poi una scorreria infliggerà una lezione anche a Teleutao, ammonendolo a restare neutrale.
Bella la descrizione di Frediani dell’impatto sulla fanciulla delle sagome imponenti dei combattenti achei, che sciamano dal mare contro le fattorie e le casupole extramoenia, mentre i condottieri le sembrano scultorei nelle loro corazze ed elmi costosi. Seguono pagine - le prime di tante - di una violenza esercitata da uomini abituati alla violenza, descritta in modo eccellente da Frediani, come sempre.
Ottima la rappresentazione della battaglia contro gli Achei dei Frigi di Teleutao e dei Troiani, giunti a dare manforte. Strepitosi gli incontri tra Aiace e la sua giovane preda, disorientata da quel colosso che trova contraddittorio nell’alternanza di aggressività e di senso dell’onore, di ferocia e di gentilezza con lei, d’imponenza e di capacità di protezione.
L’autore dice di non avere seguito la traccia di Omero nel narrare la guerra di Troia, affidandosi principalmente a fonti più antiche dell’aedo, che scrisse almeno quattro secoli dopo i fatti. Raccolse peraltro tradizioni anche orali, che avevano amplificato gli eventi.
Nello specifico, Frediani ha fatto capo a Ditti Cretese, che si diceva avesse militato nella guerra agli ordini del re Idomeneo.
È probabile che abbia cercato un’interpretazione personale del mito e non desta scandalo. Lo hanno fatto tutti, da Ovidio a Stendhal, alla contemporanea Madeline Miller.
La riscrittura della mitologia greca, fa presente Frediani:
è uno dei tratti comuni della nostra civiltà. Gli stessi miti avevano un infinità di varianti già ai tempi dei greci classici, perché erano favole. Talune con un fondo di verità, ma rielaborate sempre da qualcuno in funzione eroica o trascendente. Altrimenti, Omero non avrebbe inserito gli dei nella sua Iliade.
Il dio della guerra
Amazon.it: 5,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il dio della guerra
Lascia il tuo commento