I due stendardi. Materiali di controstoria per una restaurazione dei programmi scolastici
- Autore: Gianluca Pietrosante
- Genere: Scuola
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Il genovese Colombo si era stabilito in Portogallo nel 1479, partecipando a diverse spedizioni marittime nell’Atlantico. In quell’epoca era venuto in contatto con le teorie sulla sfericità della Terra.
Questo è quanto si legge in un sussidiario di Storia per le scuole superiori nemmeno troppo datato: Processo Storico, edito da Loescher nel 2017. Il problema è che nell’Europa di Cristoforo Colombo la sfericità della Terra non era una "teoria", bensì una conoscenza che ogni dotto possedeva. La storia secondo cui nel Medioevo vigeva la convinzione che la “Terra è piatta” è una fola inventata dal romanziere statunitense Washington Irving (1783-1859).
In Italia l’insegnamento della Storia a scuola è decaduto a livelli imbarazzanti. Alle elementari lo studio degli eventi si ferma alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente e spesso non si arriva alla fine del Novecento neppure in quinta superiore: "Tanto l’importante non è finire il programma" risponde qualche mediocre insegnante post-sessantottino.
Le lezioni di alcuni docenti sono pressappoco una sintesi di luoghi comuni di matrice progressista: il Medioevo come “età buia” (e siamo nel 2023!), la Chiesa Cattolica che perseguita i gatti neri (poveri pelosetti!), gli europei immersi in un mare d’ignoranza tra “mille e non più mille”, la terra piatta e altre invenzioni pseudostoriche e infine la magica tolleranza dei musulmani, presentati sempre e comunque come civiltà superiore e addirittura pacifica.
Del resto durante i famigerati corsi per il conseguimento dei famosi “24 crediti per l’insegnamento” viene soventemente spiegato che: "Un professore deve intrattenere, non trasmettere delle nozioni", quindi di che stupirsi se alcuni docenti non hanno mai realmente approfondito neppure la materia che dovrebbero spiegare alle loro classi?
Gianluca Pietrosante col suo libro I due stendardi. Materiali di controstoria per una restaurazione dei programmi scolastici, edito da Radio Spada nel 2023, prova a contrastare queste tendenze smontando alcuni falsi miti che continuano a perdurare tra i banchi di scuola.
Il testo è introdotto da una prefazione dello storico Giorgio Revagnani, docente di Storia bizantina all’Università Ca’ Foscari di Venezia, e ordinatamente ripartito in capitoli forniti di bibliografia. Per raggiungere l’obiettivo prefissato, ossia offrire un’opera utile e leggibile in tempi ridotti, l’autore non poteva che essere sintetico, ma ha anche cercato di non rinunciare all’accuratezza.
Il primo capitolo cerca di ristabilire un’immagine veritiera di Papa Bonifacio VIII, di solito popolarmente appiattito alla narrazione dantesca e quindi vittima delle opinioni politiche del divin poeta. Il secondo capitolo è forse il più importante e riguarda le Crociate, che nei proclami dei progressisti sono spesso riassunte come "guerre combattute per interessi economici e per arricchire i Papi" (nulla di più fasullo). Pietrosante chiarisce che esse furono un fenomeno che non è confinabile al solo Medioevo, ma che abbraccia diversi secoli sino agli albori dell’età contemporanea; inoltre le Crociate sono avvolte da una selva di dicerie che sono in gran parte:
frutto di certi padri ideologici come Voltaire, Diderot e Hume, i quali affermavano che le «Crociate erano una follia di cui la natura umana è stata capace». Tanti studi, effettuati da eminenti storici, sfatano tali teorie.
Talvolta il destino è ironico, pur di denigrare il Cattolicesimo gli illuministi francesi propagarono leggende d’odio sulle Crociate, arrivando in alcuni casi a elogiare l’islam, e oggi il paese dei loro nipoti, la Repubblica Francese, è attraversato da un processo di islamizzazione che tocca anche le scuole e le istituzioni pubbliche e che ha fatto nascere più di un dibattito sulla laicità, ma ancora nessun intervento concreto e credibile, a fronte del sangue innocente che continua a scorrere per mano musulmana (tanto per restare in tema di istruzione, si pensi al caso del professore Samuel Paty).
Le Crociate, spiega Pietrosante:
Non furono organizzate e condotte da rampolli nobili «in eccesso», bensì dai capi di grandi famiglie aristocratiche, pienamente consapevoli del fatto che i costi delle relative imprese militari avrebbero superato di gran lunga le ricompense materiali alquanto modeste che potevano attendersi. La maggior parte di loro partì infatti per le Crociate sostenendo di persona spese enormi, alcuni affrontando coscientemente perfino la bancarotta pur di recarsi in Terra Santa.
Chi trasse realmente guadagno dalle Crociate furono le Repubbliche marinare italiane e, in particolar modo, Venezia.
Il terzo capitolo riguarda Lutero, ancora oggi descritto in termini bonari dai progressisti meno avveduti per il semplice fatto che egli si oppose alla Chiesa Cattolica e la indebolì. Costoro continuano a celebrare la sua figura come quella di un “supereroe amico dei poveri”, ma se avessero letto davvero le sue opere, forse si renderebbero conto - perlomeno - che egli fu un feroce odiatore degli ebrei, evidenza che stona con le favolette del buon paladino che voleva far leggere la Bibbia ai contadini.
Il quarto capitolo affronta un vero e proprio mostro sacro dei cantori del pensiero liberal di filiazione statunitense: Giordano Bruno, una figura:
Rimasta nell’ombra per più di un secolo e riemersa prepotentemente con il nascere e l’esplodere delle idee idealistiche, romantiche e anticlericali, che avevano tra i tanti scopi l’appropriarsi di personaggi storici di dubbia virtù solo per mera propaganda politica e ideologica.
Il quinto e il sesto capitolo trattano rispettivamente della rivoluzione filosofica e del socialismo. In conclusione è utile riportare una riflessione del saggista:
Le materie umanistiche, tipicamente europee, accrescono la conoscenza e sviluppano la coscienza: non è un caso che siano costantemente ridotte, storpiate e sminuite da una società soggettivistica che ha smarrito ogni attitudine al Bello.
Si mediti appunto sull’esiguità delle ore di Storia o sul caso ancor più tragico dello studio della Geografia, praticamente cancellata dalle scuole italiane...con buona pace dei sedicenti “cittadini del mondo” che affollano i partiti politici progressisti della nostra sciagurata Italia.
I due stendardi di Gianluca Pietrosante non è un testo sufficiente da solo a vincere la battaglia che si propone di combattere, ma è valido nella misura in cui venga accostato ad altri lavori simili, come False testimonianze di Rodney Stark.
In verità un libro piccolo e utile come L’idea di Medioevo di Giuseppe Sergi è già da tempo impiegato nelle università e basta da solo a smontare numerose leggende, ma viene da chiedersi perché quelle stesse frottole continuino a spopolare persino nelle aule delle scuole di ogni ordine e grado.
La realtà è che quando una comunità disconosce la sua Storia significa che è governata da chi sa che dalla riemersione della verità e della cultura avrebbe solo da rimetterci.
Davanti a una situazione di questa gravità la soluzione è cercare almeno di migliorare sé stessi con la lettura costante e la scelta di libri giovevoli: I due stendardi è un acquisto vivamente consigliato e i suoi contenuti possono essere assorbiti anche in una sola giornata.
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