Gli innamorati
- Autore: Peppe Fiore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2023
Scrittore e sceneggiatore, di Peppe Fiore avevo letto il bel romanzo Dimenticare, pubblicato nel 2017. Ora esce ancora per Einaudi Gli innamorati, una storia molto contemporanea che si svolge interamente a Roma di cui si percorrono i quartieri dove abita la classe borghese che nel romanzo viene descritta, analizzata, dissezionata, in un’operazione di scavo che racconta diverse generazioni e diversi momenti storico-politici del nostro recente passato.
La poco più che quarantenne Flaminia è direttrice di un celebre museo cittadino. Esperta di arte contemporanea è riuscita ad accaparrarsi la presenza a Roma di un artista tanto quotato, quanto difficile da trattare, stravagante quanto basta a farne una star per l’ambiente radical: sarà ospite di Villa Medici, e alla fine della sua residenza compirà “un’azione artistica” per la quale Flaminia trepida.
Lei è sposata da quasi vent’anni con Carmine Rebora, un architetto che insieme al socio Lorenzo frequenta i giri che contano nella capitale; la loro figlia liceale, Diana, osserva i genitori con insospettato acume psicologico; infatti nella perfetta famiglia in cui regnano amore e stima, avviene un’inaspettata rivelazione.
Carmine, fascinoso e simpatico, di origine napoletana, si trova coinvolto in un problema finanziario pesante, un coinvolgimento in una rete di riciclo di capitali di cui Flaminia non sapeva nulla. Ma ancora più sorprendente è che dietro questi loschi affari ci potrebbe essere il padre di Flaminia, austero dirigente nella tv di stato, rigido democristiano, severo e moralista.
Flaminia era fuggita dall’appartamento di via Panama, gelido, per rifugiarsi nel quartiere Prati, avendo sposato il giovane e intraprendente Carmine appena pochi mesi dopo averlo conosciuto, dopo un meraviglioso viaggio da sogno in California.
Il crollo del tetto di una scuola nell’estrema periferia romana, in un centro speculativo dove aveva messo le mani anche lo studio dei soci Carmine e Lorenzo, il ferimento della piccola Denise ormai in coma in ospedale, suscita nell’opinione pubblica la classica ondata di sdegno, capeggiata degli studenti medi, a cui si unisce anche Diana, ancora ignara del ruolo di suo padre nell’appalto dei lavori della scuola.
Peppe Fiore descrive minuziosamente la personalità dei suoi personaggi: Flaminia è cresciuta in un ambiente rigido e perbenista, da cui si è liberata sposando un uomo che proviene da un diverso contesto sociale. Le feste, gli aperitivi, gli arredi, gli abiti dei più lussuosi brand, gli appartamenti, anche quelli disabitati, raccontano una Roma del potere, in cui la ricchezza si è costruita attraverso azioni poco chiare quando non decisamente illegali.
Gli ambienti artistici, i vernissage, i musei, sembrano orpelli senza una vera anima, privi di un significato profondo quale l’arte richiederebbe.
Lo scrittore non sembra aver simpatia per nessuno dei suoi personaggi: si agitano tra Prati e l’Eur, Trastevere, piazza Navona, verso la collina Fleming, tra i Parioli vecchia maniera, San Bellarmino, il Ceppo, il ristorante di pesce Gallura, e poi di corsa verso il mare, Fregene, Fiumicino.
Roma in tutte le sue sfaccettature, le cattedrali nel deserto nelle propaggini estreme della città, costruite senza servizi e infrastrutture, senza amore, nel più vieto riproporsi della speculazione edilizia degli anni Cinquanta e Sessanta.
Un attacco frontale alla Democrazia cristiana con i suoi misfatti nascosti alla pubblica opinione, una satira non lieve nella quale una nota direttrice di museo e una formosa giornalista del Tg pippano cocaina, bevono, si dicono “amiche”.
Improbabili alcuni ruoli, ma certamente caustica la satira che lo scrittore rivolge a una classe dirigente ambigua, incerta, ambiziosa ma alla fine perdente: era vero amore quello tra Carmine e Flaminia?
Il personaggio a cui va la simpatia dello scrittore è la giovane Diana, intelligente, diretta, onesta. Per fortuna la speranza sembra sorridere, anche nel mezzo sorriso dell’artista Scocci, che dopo l’audace performance decide di ritornare nella sua terra d’origine, l’Abruzzo, dove forse riscoprirà la propria vera vocazione.
Una rivincita degli animali, gli splendidi pavoni, maschio e femmina, che dopo la deportazione al bioparco ritornano a Villa Medici, esibendo la loro attrazione reciproca per mezzo della magnifica ruota colorata.
Gli innamorati
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Non conoscevo l autore, mi ha incuriosito il titolo, così mi sono avventurata in una lettura senza nessuna pretesa. Invece, è stata sorprendentemente coinvolgente...sono rimasta anche io col fiato sospeso allo scandire del battito dell "artista selvaggio", rendersi sempre più flebile..una scrittura semplice ma non banale.
Lo consiglio vivamente