Fratelli e soldati
- Autore: Bruce Henderson
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2017
“Juden!!”
Oggi non riusciamo nemmeno a immaginare quanto fosse spaventoso sentirsi urlare contro la parola ebreo!, con odio assassino. Sappiamo del destino atroce di sei milioni di israeliti europei, uccisi dai nazisti, ma non avevamo conoscenza fino ad oggi dei Ritchie Boys, gli ebrei tedeschi arruolati nell’esercito USA e addestrati a interrogare i soldati germanici prigionieri. Ne parla il saggista californiano Bruce Henderson, nel libro “Fratelli e solati. La vera storia degli ebrei che sconfissero Hitler”, edito dagli editori romani Newton Compton, a settembre 2017 (pp. 384, euro 7,50 euro il cartonato, euro 4,99 l’e-book).
Bruce Henderson è un autore molto attivo, con oltre venti titoli in bibliografia. Per realizzare questo, in particolare, ha intervistato veterani, consultato archivi militari e incontrato i figli di protagonisti, che non ci sono più.
Tutto ebbe inizio la Notte dei Cristalli, in Germania e tutto passò attraverso il giuramento di fedeltà reso in America davanti a un giudice:
“siete pronti a prendere le armi per difendere il Paese?”.
Alzando la mano destra e ripetendo la formula, ragazzi tedeschi allontanati dalla patria perché ebrei diventavano cittadini degli Stati Uniti e andavano a combattere i nazisti in Europa.
Nella Notte dei Cristalli, il 9 novembre 1938, Hitler dichiarò guerra alla popolazione ebraica della sua nazione. Un diciassettenne, figlio di ebrei polacchi, aveva ucciso a Parigi un diplomatico tedesco, per vendicare l’espulsione dalla Germania dei genitori e quelle pallottole scatenarono l’azione delle formazioni paramilitari, in realtà programmata da tempo. Uccisero centinaia di ebrei in tutto il territorio del Reich, ne arrestarono 30.000, infransero vetrine di negozi, danneggiarono sinagoghe, abitazioni, perfino ospedali, considerando quella popolazione non di religione diversa, ma di razza inferiore.
“Juden raus!”: era cominciato l’Olocausto e molti nuclei di fede ebraica emigrarono o si adoperarono per far sì che parte della famiglia lasciasse la Germania, quanto meno i più giovani. Associazioni internazionali finanziavano il viaggio all’estero degli adolescenti al di sotto dei sedici anni.
Il racconto di Bruce Henderson segue sei ragazzi, che affrontando varie difficoltà raggiunsero gli Stati Uniti. Uno, Martin Selling, aveva provato la durissima reclusione nel lager di Dachau. A un altro, Gunther Stern, il padre aveva raccomandato di rendersi “come l’inchiostro invisibile”, riapparendo solo una volta lontano dalla Germania.
Erano tedeschi in America, avevano l’aspetto, la lingua, la cultura germanica e si notava fortemente, specie nei primi anni di permanenza negli USA. Sulle prime vennero presi in giro e in parte discriminati, ma con l’aiuto degli insegnanti e dei nuovi amici, si americanizzarono rapidamente.
Ospitati da lontani parenti o famiglie adottive, si iscrissero alle scuole pubbliche, immergendosi in una lingua, una cultura e un mondo non familiari. Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra, erano diventati giovanotti, ansiosi di tornare in Europa a combattere Hitler. L’approvazione in Congresso della legge che permetteva agli “stranieri nemici” di prestare il servizio militare consentì ad alcuni di arruolarsi. I comandi si resero conto che gli ebrei tedeschi conoscevano lingua, cultura e psicologia del nemico meglio di chiunque altro ed erano i più motivati a sconfiggere i nazisti, pur non ignorando il rischio che avrebbero corso in caso di cattura: essere giustiziati come traditori.
Venne creata una un’unità top secret a Camp Ritchie, nel Maryland, dove si svolsero trentuno corsi di addestramento di otto settimane, che formarono 1985 soldati ebrei di origine tedesca, specializzati nell’interrogare i prigionieri di guerra crucchi.
“Fratelli e solati” segue i sei Ritchie Boys dall’infanzia in Germania alla fuga verso l’America, al successivo ritorno in Europa. Paracadutati su Omaha Beach, raggiunsero la Germania con le colonne corazzate del generale Patton, attraverso la Francia occupata. Furono tra i primi a entrare nei lager, dove ebbero conoscenza dell’orrore dello sterminio. Alla fine dei combattimenti, cominciarono a cercare le famiglie che si erano lasciati alle spalle.
Le imprese e il ruolo strategico dei Gman ebrei tedeschi sono ancora largamente sconosciuti. Presero parte a tutte le battaglie più importanti in Europa, interrogarono decine di migliaia di prigionieri del Terzo Reich, raccogliendo informazioni tattiche sulle forze tedesche, sui movimenti dei reparti, sulle difese e sul morale del nemico. Un rapporto dell’esercito americano rivelò che quasi il 60 percento delle informazioni attendibili raccolte in Europa proveniva dai Ritchie Boys, che hanno salvato vite e aiutato gli Alleati a vincere.
Tuttavia, da agenti dello spionaggio quali erano, i Ritchie Boys non hanno mai rivelato la loro attività, anche dopo il conflitto. In più, il forte accento tedesco li teneva lontani dalle associazioni di veterani, dove li avrebbero visti con sospetto. Sono stati costretti a diventare tutti come
“l’inchiostro invisibile”.
La loro, ricorda Bruce Henderson è una delle più grandi saghe misconosciute della seconda guerra mondiale.
Fratelli e soldati
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