Fernando Porfiri detto Porfirius. Artista e pedagogo
- Autore: Italo Inglese
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Fernando Porfiri detto Porfirius. Artista e pedagogo (Tabula Fati, 2021) vuol essere un tributo a Fernando Porfiri e alla Roma degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, periodo durante il quale operò come artista poliedrico e come editore, un omaggio tributato da persone che lo hanno conosciuto dapprima come studenti liceali e poi lo hanno continuato a frequentare come amici legati a lui dalle stesse passioni.
Secondo il curatore di questa opera, Italo Inglese, Fernando Porfiri era un genio. Pittore, saggista, filosofo, poeta, giornalista, professore: persona che svolgeva ogni sua attività con profonda erudizione e padronanza della tecnica. Ma, come a volte capita, un genio incompreso.
Un insuccesso dovuto principalmente alla sua innata contrarietà allo spirito del tempo e forse anche alla sua incapacità di integrarsi nella tendenza ideologica dominante, che costituiva ai suoi tempi - e ancora oggi - la conditio sine qua non per l’affermazione professionale e l’ascesa sociale. Non sapeva resistere alla tentazione di manifestare il suo pensiero a ruota libera senza riguardi per nessuno.
Negli anni Cinquanta - quando l’arte a Roma “parlava il linguaggio del mondo” (Giampiero Mughini, Che belle le ragazze di via Margutta, Mondadori) - aprì una galleria in via Alibert dove per alcuni anni ospitò mostre di celebri artisti e a questa attività affiancò quella di autore ed editore di libri di poesia e di prosa suoi e di altri scrittori.
Per un periodo lavorò come giornalista presso quotidiani di una certa importanza, una carriera interrotta, secondo alcuni, dalla sua tendenza non solo a commentare gli avvenimenti così come si manifestavano ma ad anticiparne gli sviluppi futuri, confidando nella sua capacità divinatoria.
Un comportamento che lo costrinse a cambiare mestiere, diventando professore nella scuola secondaria e al ginnasio, presso il Liceo Marcantonio Colonna, scuola della congregazione cattolica irlandese dei Christian Brothers, dove insegnava italiano, latino, storia e filosofia. Contemporaneamente continuava a coltivare, con lo pseudonimo Porfirius, la sua vena artistica, dipingendo quadri dei quali traspariva la suggestione e la magia di arcani miti.
Porfiri era un convinto sostenitore di un metodo didattico basato su un rapporto non paritario e non confidenziale tra l’insegnante e gli allievi, su una disciplina non inflessibile ma ben temperata, sull’apprendimento a memoria delle opere dei classici, convinto di offrire in questo modo ai giovani una formazione nel senso più alto e sostanziale del termine.
Finita la scuola alcuni dei suoi allievi hanno continuato a frequentarlo andandolo a trovare nel suo studiolo di via dell’Oca, anche se nel tempo le visite si sono via via diradate, perché ciascuno è stato preso dai propri impegni professionali e familiari.
Completa l’opera i ricordi di altri alunni che l’hanno conosciuto, una interessante documentazione fotografica di quadri e delle opere letterarie di Fernando Porfiri, nonché un’intervista a Vitaldo Conte, docente di storia dell’arte contemporanea all’accademia di Belle Arti (Foggia, Lecce, Catania, Roma) e all’università di Catania su Ferdinando Porfiri e il contesto “Arte a Roma degli anni 50, 60 e 70”.
L’opera Fernando Porfiri detto Porfirius. Artista e pedagogo vuole costituire un omaggio non soltanto alla memoria del Porfiri Maestro e professore, ma anche ai suoi discepoli, gli studenti della sezione A del liceo classico Marcantonio Colonna (1961- 1974) che ancora oggi sono legati da granitica
amicizia.
Scuola e Professore, appartenenti a un’epoca dorata e perduta, continuano simbolicamente a riscaldare i cuori degli ex alunni.
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