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Recensioni di libri

Felici tutti i giorni di Laurie Colwin

SUR, 2017 - Un po’ di sano ottimismo, una ventata di leggerezza, un punto di osservazione attento ai rapporti sentimentali e di amicizia, alla possibilità di creare relazioni sincere, autentiche e e durature, al valore del matrimonio.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 14-09-2017

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Felici tutti i giorni

Felici tutti i giorni

  • Autore: Laurie Colwin
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Anno di pubblicazione: 2017

Scrittrice di culto per il pubblico americano, Laurie Colwin, morta nel 1992, aveva pubblicato nel 1978 questo romanzo, ora edito da SUR con la traduzione di Chiara Baffa, che coglie i lettori italiani in una temperie storica di paure, di pessimismo, di mancanza di grandi prospettive: ecco allora che “Felici tutti i giorni”, ambientato a New York alla fine degli anni Settanta, ci propone un po’ di sano ottimismo, una ventata di leggerezza, un punto di osservazione attento ai rapporti sentimentali e di amicizia, alla possibilità di creare relazioni sincere, autentiche e e durature, al valore del matrimonio sentito come vero progetto di vita comune, tutti temi che nel corso del tempo hanno subito mutazioni, non certo in senso positivo.

Ecco allora che i due amici Guido Morris e Vincent Cadworthy, giovanotti un po’ kennediani, provenienti da importanti famiglie della Upper Class, diversi ma legatissimi, dopo una vita da scapoli vissuta secondo gli schemi più o meno maschilisti dell’epoca, si trovano, alla fine dell’università, ad incontrare due donne specialissime. Guido si imbatte per caso in Holly Sturgis, una donna bella, ricca, austera, dai capelli neri e lisci, sempre perfettamente acconciati, impassibile, apparentemente incapace di mostrare sentimenti, troppo perfetta: cucina, colleziona, esibisce sofisticata eleganza in tutto ciò che fa, si lega a Guido ma con una certa capacità di distacco che nel giovane uomo di origine italiana, focoso e sentimentale, appare sconcertante e destabilizzante. Lui è innamorato ma insicuro, incapace di comprendere la composta rigidezza del modo di fare, di agire, di pensare della impenetrabile Holly. Intanto lo sportivo e intraprendente Vincent ha incontrato in ufficio una linguista, una scienziata della parola, la giovane e severa Misty Berkowitz. All’apparenza non bella, celata dietro abiti informi e severi occhiali, la giovane ebrea è il contrario di tutte le ragazze alte, sportive, WASP, che Vincent ha con successo corteggiato in passato. Misty è invece dura, risponde male, non entra in contatto facilmente con gli altri, respinge la corte di Vincent che invece è sempre più cotto di lei.
Compaiono poi nella vita dei quattro protagonisti che devono imparare ad accettarsi, dato il legame fortissimo tra i due amici, personaggi minori ma non meno caratterizzati: il cugino di Misty, Stanley, latinista e grecista in cerca di lavoro, simpatico e spumeggiante, fidanzato suo malgrado con una vegetariana/vegana ante litteram; la segretaria Betty, efficiente, bruttissima, visionaria; lo zio Bernie, un po’ delinquente ma simpaticissimo; la segretaria Maria Teresa, che cita brani della vita di Teresa d’Avila; la cugina Jem, che Holly disprezza perché fa parte di un mondo ricco, frivolo e superficiale che Laurie Colwin descrive con acuminata ironia. Inutile dire che ci sarà un doppio matrimonio e un lietissimo fine.

La fine dello scorso millennio, prima dei drammi che hanno aperto - e stanno caratterizzando - gli anni 2000 si manifestassero con tutta la loro portata distruttiva, sono probabilmente anni da rimpiangere, almeno nella brillante ed ironica descrizione che ne fa la scrittrice americana Laurie Colwin, morta a soli quarantotto anni. “Felici tutti i giorni” è un romanzo pieno di buonumore, consigliato a chi non ne può più di tragedie epocali, scritto e tradotto con eleganza.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Felici tutti i giorni

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