

Esame di coscienza
- Autore: Luciano Allamprese
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Edizioni Atlantide
- Anno di pubblicazione: 2025
Ci sono i profili di due donne assorte, colorate diversamente, nella bella copertina che la casa editrice Atlantide ha scelto per l’ultimo romanzo di Luciano Allamprese, Esame di coscienza (2025), molto coinvolgente e per certi versi “spiazzante” come ha scritto un critico, certamente molto originale e difficilmente classificabile all’interno di in un solo genere letterario. Infatti, per certi versi, la storia sembra coinvolgerli tutti: noir, autobiografismo, fiction, detective story.
Il romanzo è costruito in tre parti, che prendono il titolo da tre diversi personaggi che sono i protagonisti della storia, insieme all’io narrante, che attraverso le varie fasi del racconto, in tempi diversi, racconta di sé. Direttore di Divisione nella rigida gerarchia ministeriale del Ministero dei Beni Culturali (ora ha mutato il suo nome in Ministero della Cultura), disinteressato a battersi per una qualifica più alta e soddisfacente dal punto di vista anche economico, preferisce trascorrere il tempo libero alla Fundaciòn Latinoamericana, un organismo di volontariato per l’assistenza a quanti cercavano protezione e assistenza legale, provenienti dal continente sudamericano. L’uomo è sposato con Alicia ormai da moltissimi anni, una donna argentina che aveva conosciuto durante una missione in quel paese, e ora vivono a Roma, abbastanza felicemente, genitori di tre figli adulti, Arturo, Eliana/Luana e Nico.
La vita abbastanza tranquilla viene interrotta bruscamente dalla visita, alla Fundaciòn, di un uomo dall’aspetto insolito, trascurato: si chiama Hugo Menéndez ed è venuto a Roma in cerca del suo grande amore, una ragazza che aveva conosciuto in Argentina oltre trent’anni prima, con la quale aveva trascorso giornate meravigliose e che poi era scomparsa. Dopo varie ricerche, ha saputo che si era trasferita in Italia, e chiede aiuto per ritrovarla: si chiama Alicia Sànchez Ortega. Il nostro narratore è sconvolto, quello è il nome di sua moglie e una tempesta di gelosia si abbatte su di lui,
giacché non dubitai nemmeno un momento che mi trovavo davanti l’amore della gioventù di Alicia.
Da questo momento il romanzo cambia strada, imboccando quella del noir, anzi del poliziesco. Cosa avviene dopo la comparsa di Hugo al protagonista? Che rapporti si stabiliscono con i suoi figli e con la stessa inconsapevole Alicia? Come va a finire il rapporto coniugale che sembrava solido? Che uomo è davvero il narratore?
L’abilità di Luciano Allamprese nel tenere i fili della narrazione attraverso il trascorrere del tempo, le sensazioni, le scottanti verità, i sensi di colpa e i ricatti affettivi fa del romanzo un vasto affresco generazionale sui conti che si devono fare con sé stessi quando le circostanze, in questo caso del tutto casuali, ce lo impongono. L’esame di coscienza, una pratica cattolica di cui oggi, in tempo di secolarizzazione, si parla molto poco, diventa il centro laico della riflessione del personaggio, pieno di segreti inconfessabili, di una paternità problematica e con una moglie di cui sembra accorgersi solo quando è punto da un’improvvisa gelosia retrospettiva. L’autoesilio in campagna, in mezzo ad affettuosi animali domestici, appare l’unica via di fuga da una vita tutto sommato fallimentare, da una malattia segreta e da una latente depressione.
Dialoghi molto efficaci con i vari personaggi con cui si trova ad interagire e riflessioni coraggiose e impietose punteggiano i capitoli del romanzo di Allamprese, che si sposta da Roma all’Argentina fino a Cuba, dove c’è parte della vita e delle esperienze importanti del protagonista. Ma chi è davvero Alicia? E che ruolo svolge nella narrazione il vice commissario Madaleine?
Esame di coscienza è pieno di domande senza risposta, e in questo senso si avvicina ai bilanci di tante esistenze, ai fallimenti di tante illusioni, familiari, sessuali, professionali. Il clima sveviano, suggerito dalla coscienza del titolo, contribuisce all’alta qualità letteraria del testo, nel quale lo scrittore mescola con sapienza il parlato, i proverbi, i modi di dire odierni con brani che si servono di un italiano solido, nei confini della letterarietà così trascurata da molti narratori attuali, facendo frequente ricorso alle figure retoriche:
Se penso alla mia adolescenza il primo sentimento è la vergogna. Vergogna della mia vita di allora, vergogna degli amici di allora, vergogna di come ero io allora. Non rispondo di quello che ho fatto prima dei venti anni.
La confessione, altra reminiscenza della tradizione cattolica così radicata nell’immaginario, conclude questo romanzo insolito e profondo:
Questo romanzo è la mia sola confessione possibile.

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